13 Giorno di tempesta

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Avevo le lacrime agli occhi e stavo per piangere, tutti i ricordi che avevo cercato di soffocare e nascondere, riemersero in un attimo. A volte sembra impossibile lasciare il passato e metterlo da parte; perché, in un modo o nell'altro, trova sempre il momento giusto per apparire nella nostra mente. Sta a noi decidere come affrontarlo.
Roberto si accorse del mio stato d'animo. - Stai bene?-
-Sì. È che...- mi asciugai una lacrima che stava per scendere.
-Avevi qualche pensiero triste?- Mi chiese sentendosi quasi in colpa.
-No. Tranquillo. Va tutto bene. È solo che non mi sembra vero; dopo tutto quello che mi è successo.- Cercai di sorridere.
Mi bació. -È tutto vero.-
All'improvviso sentimmo un rombo assordante proprio sopra di noi. Era il tuono di un temporale.
-Questa non ci voleva.- Imprecò Roberto.
- Che facciamo adesso?-
Roberto sembrava in preda all'ansia. Poi disse, -hai voglia di venire a casa mia?-
"Andare a casa sua? Così su due piedi? Oddio".
Rimasi di pietra quando mi fece la proposta, e sinceramente non seppi cosa fare. Dovevo dire di sì o dovevo tornare a casa?
Vedendo il suo stato d'animo, Risposi di sì.
Mi portò al parcheggio di fronte al cimitero, il suo veicolo era un vecchio pick up di colore nero, mi ricordava quello che utilizzava Bella Swan di "Twilight".
-Aspetta ti sposto la roba.- Prima di farmi sedere tolse tutte le scartoffie che aveva sul sedile del passeggero, io ne approfittai per controllare il cielo: era diventato cupo e dalle nuvole nere e di tanto in tanto si mostravano dei lampi accompagnati dai tuoni.
-Sta per piovere.- Dissi entrando in macchina.
-Che peccato. Ci ha rovinato la mattinata.- Roberto batté i pugni sul volante. Infastidito.
-Roby non è un problema. La finiremo a casa tua.- Senza accorgermene avevo usato un tono piuttosto sensuale.
Lui si voltò verso di me e cambiò atteggiamento in un attimo. Sorridendo.

Il suo appartamento si trovava nel paese di Collio, non molto lontano dalla Chiesa. Il condominio era rustico però molto caratteristico e carino. La sua abitazione si trovava all'ultimo piano, cioè al terzo. L'ingresso dava proprio sulla cucina e il salotto, mentre per arrivare nella camera da letto bisognava percorrere un piccolo corridoio.
- Che carina.- Dissi guardandomi intorno.
-Ti piace?- Roberto mostrò il suo solito sorriso.
Ci accomodammo sul suo divano, lo trovai comodo, per qualche secondo rimanemmo lì in silenzio. Fu Roberto a fare la prima mossa, portando di nuovo il suo braccio attorno alle mie spalle.
Ancora una volta mi lasciai andare e lo abbracciai, stringendolo forte. Il calore del suo corpo, mescolato al suo profumo, mi diedero una sensazione di piacere incredibile.
Fuori il temporale era iniziato e la pioggia batteva sulle finestre con forza. Non mi diede fastidio, anzi creava un'atmosfera romantica. Era l'unico suono che si sentiva.
Lo baciai più e più volte, lo volevo tutto per me. Nessuno avrebbe potuto portarmelo via.
Roberto si mise sopra di me, tra le mie gambe. Potevo sentire la sua erezione sul mio ventre.
Con molta delicatezza lo aiutai a sfilarsi i vestiti; il suo fisico tonico era perfetto. Mi misi a cavalcioni su di lui e mi tolsi la maglia. Premetti le mie labbra sulle sue, mentre le sue mani mi massaggiavano i fianchi  e il sedere.
Eravamo nudi, sdraiati sul divano e non smettevamo di toccarci a vicenda, mi piaceva sentire il suo corpo eccitarsi ad ogni mio contatto. Poi presi in mano il suo pene e lo massaggiai su e giù.
Roberto gemette di piacere quando alla fine sopraggiunse l'orgasmo.

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