14 Marco

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Io e Roberto eravamo sdraiati sul divano, completamente nudi; era da tanto tempo che non mi capitava di avere un rapporto intimo. L'ultima volta che lo avevo fatto con Marco è stato circa un mese prima, da allora ha sempre avuto un atteggiamento freddo, avrei dovuto capire sin da subito che qualcosa non andava in lui. Anche se all'inizio non avevo fatto altro che dare la colpa a me stesso, dicendomi che, forse, ero io il problema e  che il motivo della sua freddezza fosse dovuta a qualcosa che non andava in me.
"Mi sono dato troppe colpe inutilmente".
- Sono così felice di essere qui con te.- Dissi, stringendolo forte.
Lui mi bació la fronte e rispose. - Lo stesso vale anche per me.-
Rimanemmo fermi in quella posizione per un tempo, che secondo me sembrava infinito, non volevo più staccarmi da lui.
A turbare la nostra quiete fu il suono del mio cellulare. Prima fece un solo squillo poi si mise a suonare. Qualcuno mi stava chiamando.
Di malavoglia lo presi in mano e vidi chi fosse. Era Pasquale.
-Sì?- Risposi.
-Raffaele. Vieni subito qui a casa. C'è una persona che ti cerca e mi sembra anche arrabbiata.-
- Ti ha detto chi è?- Mi stavo mettendo in allarme e d'istinto mi voltai verso Roberto. Anche lui sembrava turbato e preoccupato allo stesso tempo.
- Ci ho provato, ma è qui che sbraita come un matto. Ora Caterina e Paolo stanno provando a farlo stare calmo.-
-Vengo subito!- Allarmato e con lo stomaco sottosopra mi vestii in fretta e furia. Anche Roberto fece la stessa cosa.
- Che succede?- Mi chiese.
-Pasquale dice che c'è una persona che mi cerca e che questa persona sia in collera con me. Oddio spero che non sia "lui".- Avevo paura.
-Marco?- Strinse i pugni.
-Probabile.- Tremavo ed ero in preda all'ansia.
Bastarono pochi minuti per rimetterci in ordine e scendere a prendere la macchina. Vedevo Roberto particolarmente teso, lo capii da come stringeva il volante, sembrava che volesse strapparlo da un momento all'altro. Temetti che se potesse vederlo avrebbe potuto mettergli le mani addosso e picchiarlo. Non doveva farlo.
"Chissà quante chiacchiere che ci saranno per il paese, se accade il peggio". Io sono sempre stato così, non mi piacevano i pettegolezzi, volevo la riservatezza per qualsiasi argomento e discorso.
Quando giungemmo davanti alla casa dei miei prozii. Roberto mi fece scendere mentre lui cercava un posto libero dove parcheggiare la macchina. Entrai in casa ed eccolo lì...
-Finalmente!- Marco mi guardò con occhi carichi di odio. -Allora sei ancora vivo!-
-Cosa scusa!?- Incredulo mi avvicinai a lui e gli mollai uno schiaffo, spostandogli la testa di lato da quanta forza misi nel colpo.
Infuriato mi prese le braccia e strinse i polsi, facendomi male.
-Hey. Basta!- Pasquale spostò Marco. Mentre Caterina venne accanto a me.
Avevo il fiatone, finalmente gli avevo dato quello che si meritava, anche se era poco, me almeno la soddisfazione di avergli mollato uno schiaffo me l'ero tolta.
-Schifoso! Mi fai pena!- Urlai isterico.
-Calma!- Caterina mi prese per le spalle, trattenendomi. Paolo invece stava davanti a me, come a voler fare da barriera.
-Io sarei lo schifoso?- Stava per mettersi a ridere. -Io non ho mai fatto come te, che ci provava con tutti quelli che incontrava.-
Furioso provai a volerlo colpire di nuovo, ma c'erano troppe persone a trattenermi. -Io non ti ho mai tradito come hai fatto tu con me... e essere gentile non significa "provarci".-
-Sapevi che mi sentivo ancora con il mio ex e che provavo ancora qualcosa per lui.-
-Avresti dovuto restare con lui, invece di prendermi per il culo! Stronzo!- Urlai più forte di prima.
In quel momento entrò Roberto. Appena vide Marco si fiondò su di lui, lo prese per la giacca e lo spinse verso il tavolo, rovesciando le sedie che erano lì vicino.
Quello che temevo si era avverato.
-Fermatevi!- Pasquale intervenne e li separò.
-Roberto!- gli presi un braccio per tenerlo fermo.
Marco ci guardò con occhi fulminei e rivolgendosi a me disse, - adesso te la fai con questo? E poi sono io quello che va a letto con gli altri.-
Si diresse verso la porta e senza nemmeno voltarsi uscì dalla casa, sbattendo la porta.
Tutti i presenti iniziarono a fissarmi, increduli. Sapevo perfettamente cosa avrebbero detto.
-Non immaginavo che sarebbe venuto qui.- Tremavo e avevo voglia di piangere. -Mi dispiace per lo "spettacolo".-
Salii in camera, ma sapevo che Roberto era alle mie spalle.
-Raffaele.- Mi fece voltare.
-Mi dispiace... tanto...- Sentii le lacrime scendere dai miei occhi.
-Stai tranquillo. Il danno più grosso l'ho fatto io e di sicuro i tuoi prozii daranno la colpa a me.- Ci scherzò sopra.
-Non è per questo, ma per tutte le falsità che ha detto Marco.-
-Spero che non gli hai dato retta.- Mi strinse a se in un abbraccio.
-È bravo nel far sentire in colpa le persone; bello e diabolico.-
-Secondo me, non si azzarderà più a dirti nulla.- Prese il mio mento con le dita e mi baciò.

Per tutta la notte non feci che rigirarmi nel letto, ripensando a quello che era successo questo pomeriggio, poco prima del pranzo. Non avrei mai immaginato che Marco sarebbe venuto qui. Non avevo nessuna voglia di vederlo e... affrontarlo. Anche se sapevo che presto o tardi sarebbe successo, l'unica cosa che ho fatto è stato scappare dai problemi.
"Non posso restare qui".
Avevo detto a Pasquale, Caterina e Paolo durante la cena che il giorno dopo sarei tornato a casa. L'unico problema che avevo in quel momento era come dirlo a Roberto, sapevo che mi sarei sentito male ancora una volta.

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