17 Università

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Ero arrivato davanti all'ingresso dell'Università. Mi sentivo paralizzato e le mie gambe non volevano muoversi, come se fossero diventate di pietra. Osservavo l'edifico, mentre gli altri studenti entravano e alcuni di loro mi guardavano come se fossi uno squilibrato.
Dovetti ammettere a me stesso che avevo paura ad entrare perché sapevo che Marco era lì dentro con il suo ex/ritrovato ragazzo. Provai rabbia e tristezza nello stesso tempo.
Strinsi i pugni, presi un respiro profondo ed entrai.
Arrivato nella mia aula, tutti i miei compagni di corso si misero a fissarmi e calò il silenzio, un paio di ragazze bisbigliarono qualcosa alle loro vicine di banco, sogghignando. Tra le ultime file riconobbi Jessica una delle mie migliori amiche; facendo finta di niente mi sedetti accanto a lei.
-Ciao Jessica.- La salutai.
-Hey Raffaele. Finita la vacanza?- Si scostò la sua massa di capelli ricci su un lato della testa per potermi osservare meglio.
-Vacanza? Quale vacanza?- Presi la cosa non poco bene, mi sembrava una presa in giro. -Ho semplicemente passato del tempo in compagnia dei miei familiari, niente di più.- Cercai di usare un tono di voce moderato e controllato.
-Sicuro?- Lo aveva capito che c'era qualcosa che non andava.
-Certo... Perché lo dici così?-
-Perché l'università è piccola e la gente chiacchiera.-
Stavo per sentirmi male. - Che genere di chiacchiere?-
-Le più disparate e tutte diverse l'une dalle altre.-
Guardai gli altri ragazzi presenti nella classe e in effetti quasi tutti, di tanto in tanto, si voltavano nella mia direzione per guardarmi.
Non appena il professore entrò, la lezione ebbe inizio. Mi concentrai sull'argomento del giorno e cerca di non dare troppo peso a quello che mi aveva appena detto Jessica.
"Quello stronzo che cavolo sarà andato a dire in giro?"
Mi fece una rabbia, avrei abbandonato l'aula seduta stante per cercarlo e prenderlo a schiaffi di nuovo.
Durante la pausa finii di parlare con il professore che mi aveva revisionato la tesi, definendo i dettagli e le ultime modifiche da fare; era soddisfatto del lavoro che avevo svolto.
Appena finito di parlare con il professore, mi diressi come un fulmine verso la mensa. Tutti gli altri studenti erano già accomodati ai tavoli. Tra di loro non vidi Marco da nessuna parte. Però intravidi il suo ragazzo.
Andai da lui.
-Dov'è Marco?- Dissi ad alta voce, attirando l'attenzione di alcuni ragazzi.
Lui, un ragazzo magro, pelle chiarissima, ben pettinato e curato, mi osservò con disgusto. -Che ti importa?-
Furioso lo presi per un braccio e lo strattonai. -Mi frega!-
-Sta finendo un lavoro con un professore.- Mi rispose con freddezza, quasi snobbandomi.
-In quale aula?-
Sogghignò. -A te cosa importa? Non sei mica il suo ragazzo.- le ultime parole le disse con un atteggiamento da presa per il culo.
In un attimo mi saltarono i nervi e lo presi a schiaffi davanti a tutti gli altri studenti.
-Stronzo!- Gridai.
- Ma io ti ammazzo!- Cercò di farmi paura, mi voltai verso di lui e rimasi impassibile, senza togliergli gli occhi di dosso. Lui provò ad alzare la mano per colpirmi, ma si fermò di colpo quando Marco si mise accanto a me.
- Che succede?- Chiese osservandomi.
-Nulla. Stavamo parlando.- Risposi tenendo lo sguardo fisso sul suo ragazzo.
-Sicuri?- Era perplesso.
-No. Questo qua mi ha preso a schiaffi.- Mi indicò come se fossi un appestato.
Mi venne voglia di menarlo ancora, ma Marco mi trattenne per un braccio.
-Troppo poche te ne ho date!- Mi stava facendo arrabbiare.
-Calmati Raffaele!- Marco fece di tutto per trattenermi.
-Lasciami idiota.- Lo Spinsi via.
Guardai tutte le persone presenti e capii che non ne valeva la pena creare una rissa e finire nei guai proprio ora che ero vicino alla laurea.
Senza dire una parola me ne andai.
Una volta fuori presi un respiro profondo per cercare di calmarmi.

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