A mezzogiorno spaccato suonai il campanello di casa. Pasquale era accanto a me e mi stava aiutando a portare la valigia. Sentivo un tale nervoso da farmi torcere gli intestini. Mia madre mi avrebbe fatto una di quelle ramanzine da ricordarmela per tutta la vita; mentre mio padre si sarebbe trattenuto dal volermi picchiare.
Aiuto...
Appena la portineria si aprì, salii le scale e mi diressi al secondo piano. Trovai la porta di casa aperta ed entrai.
-Mamma! Papà! Sono qui.- Avevo la tensione a mille.
Entrambi uscirono dal soggiorno, sguardo fulmineo e gelido.
-Ciao Pasquale. Grazie mille di tutto.- Mia madre non aveva smesso per un istante di fissarmi.
Nell'attimo in cui Pasquale se ne andò dopo averci salutato, scoppiò il finimondo. Mio padre venne verso di me e mi mollò un ceffone; mentre mia madre si era messa ad urlare come una matta. Temetti che le potesse venire un colpo.
Io restavo in silenzio mentre subivo tutte loro parole di rimprovero, condannando ogni mio comportamento scorretto. Non potevo giustificare in modo razionale quello che mi aveva spinto a scappare di casa, in effetti ripensandoci meglio, forse non era stata una buona idea andarsene senza nemmeno avvisare.
In quel momento pensai a Roberto, se lui fosse stato lì con me, mi sarei sentito più forte.
Per tutto il giorno fui costretto a restare chiuso in camera mia, senza uscire nemmeno per fare due passi nel parco vicino a casa. Fu solo quando era pronta la cena che mia madre mi fece uscire. Entrambi erano arrabbiati e per tutta la durata della cena rimanemmo in rigoroso silenzio. Eravamo tre estranei seduti alla stessa tavola.
Prima di andarmene, mia madre mi prese per un braccio e mi disse, -Non ti permettere mai più di fare una cosa del genere. Sono stata chiara!-
Annuii. -Ok.- Fu l'unica cosa che mi venne da dire.
Ritornai in camera e mi sdraiai sul letto, accesi il cellulare e vidi un paio di chiamate perse da parte di Roberto. Lo richiamai.
-Pronto Raffy.-
Presi fiato. -Roberto. Mi manchi da morire.-
-Lo so. Anche tu mi manchi. Com'è stato il rientro dai tuoi?-
-Traumatico. Mi hanno rimproverato per tutto il giorno.- Omessi lo schiaffo dato da mio padre.
-Immagino che non ti faranno uscire di casa per un bel po'. Salvo per quando devi andare all'università.-
-Infatti sono rimasto qui tutto il giorno, ma ho tenuto la mente occupata studiando per la laurea.-
-Capisco. E quando la prendi?-
-Fra tre settimane. Domani vado a parlare con il professore per definire ancora un paio di cose e poi sotto ancora con lo studio.-
-Sei super impegnato.- Lo disse quasi con rammarico. -Ascolta. Non ti ha più contattato Marco?-
-No. Non credo che sappia che sia tornato. Anche se probabilmente lo vedrò domani. Spero che non si metta a fare come l'altro giorno.- Ero preoccupato.
- Se prova a farti qualcosa chiamami.-
Sorrisi. -Grazie Roby.-
-Ora ti lascio. Buonanotte.-
-Buonanotte.- Sentire la sua voce mi aveva fatto stare bene e in un certo senso mi aveva dato un'energia e una carica incredibile. Ed era ciò di cui avevo bisogno in quel momento. Mi sarebbe servito per il giorno successivo quando mi sarei trovato faccia a faccia con Marco.
STAI LEGGENDO
Lasciare il passato
Short StoryA volte la fuga può sembrare la soluzione per ogni problema, ma non sempre.... Raffaele fugge dalla città di Brescia quando scopre che il suo moroso lo ha lasciato per tornare con il suo ex, sconvolto e con il mondo che gli crolla attorno; si rifugi...