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...16 anni dopo

Il freddo inverno era appena passato e la primavera si affacciava maestosa sul Regno di Zaffiro, ai confini più estremi delle terre di Ametist.

Immense distese di prati contaminati da rose blu, si estendevano fin dove occhio poteva vedere. Gli uccellini cantavano all'ombra delle grandi querce, mentre in paese il mercato cittadino si apriva con il suo solito frastuono.

Mia passeggiava distrattamente in quella città dove era cresciuta sotto la protezione di suo zio, Duca Atemio, il quale l'aveva presa con se fin da piccola. Era stato molto protettivo verso di lei, difatti non le aveva mai permesso di lasciare il regno, ne Mia aveva mai saputo cosa fosse accaduto ai suoi genitori.

Quelle domande, avevano suscitato in lei una grande curiosità e la voglia di spingersi oltre i confini del regno, era cresciuta con il passare del tempo. Suo zio aveva sempre cercato di sopire questo suo desidero, ma invano.

Il mercato quella mattina era più caotico che mai; i colori delle bancarelle dipingevano un arcobaleno nelle strade del regno, ed i profumi di frutti e fiori riempiva l'aria di aromi.

Mia però sapeva che quello era un giorno particolare: quello del suo diciottesimo compleanno, nel quale avrebbe chiesto per l'ennesima volta a suo zio, come regalo, di poter varcare i confini del regno. Sapeva che non avrebbe rifiutato, per lo meno lo sperava con tutto il cuore.

«Una mela per la bella Mia!» disse un mercante al lato della strada. Si prostrò a lei con un maestoso inchino, porgendole il frutto. Mia rispose con un sorriso, accettando il gentile dono. «Buon compleanno!».

«Vi ringrazio» guardò il cielo: era una bellissima giornata, e non poteva che migliorare.

L'ora del pranzo era giunta, ma prima di andare a tavola, Mia si diresse verso le stalle, dove il suo unicorno bianco, Lavi, riposava. Mia conosceva a memoria la strada per arrivare da lei; era la sua migliore amica, e mai se ne sarebbe privata. Passavano intere giornate insieme, da sempre. Erano cresciute l'una accanto all'altra, era stata con lei sin da quando aveva memoria e questo la rendeva speciale.

«Buongiorno Lavi» disse affacciandosi alla stalla con un sorriso.

«Buon compleanno Mia» le rispose l'unicorno. Il suo corno d'oro si ergeva affilato sopra ai suoi occhi, ed il suo crine rosa ondeggiava pregiato sul suo corpo.

«Sai cosa chiederò in regalo a mio zio?» le disse mentre si spostava i lunghi capelli biondi dagli occhi azzurri.

«Di andare oltre i confini del Regno di Zaffiro» le rispose Lavi senza esitazione. Era ovvio che conoscesse la risposta, lei e Mia parlavano di tutto e sapeva quanto essa volesse vedere le terre di Ametist.

«Se il Re accetta, voglio venire con te!» dichiarò l'unicorno. Aveva cercato di scoraggiarla qualche volta, ma inutilmente, quindi se mai fosse andata, Lavi sarebbe partita con lei. L'avrebbe accompagnata e protetta per sempre, come fanno le vere amiche.

«Certo! Non andrei mai da nessuna parte senza di te» le disse accarezzandole il muso. «Ora devo andare, mio zio mi sta attendendo per il pranzo, tornerò con la buona notizia!».

Mia ed il Duca Atemio suo zio, pranzavano assieme nella grande sala, entrambi erano seduti all'estremità di un lungo tavolo, mentre i bardi portavano le pietanze.

I buffi baffi arricciolati dello zio, ed il suo lungo mantello blu come la sua corona, facevano sorridere Mia ogni volta. «Sei in ritardo, come sempre» le disse severo il duca.

«Ero da Lavi, chiedo scusa zio» rispose educatamente.

«Questa sera si terranno i festeggiamenti per il tuo compleanno. E' un giorno importante, sei diventata una donna ormai. Dimmi, c'è un regalo speciale che vorresti?».

A Mia brillarono gli occhi «Si zio, c'è una cosa che vorrei più di ogni altra» disse con eccitazione «permettimi di attraversare i confini del regno, fino al calar della notte, solo per questo giorno, te ne prego!».

Suo zio posò il boccale, e la guardò stizzito «Ne abbiamo già parlato, niente da fare. Ci sono regni pericolosi oltre Zaffiro».

Lei cercò di ribattere, ma il duca la zittì «Sai che questa cosa non accadrà. Hai altri desideri?».

Gli occhi di Mia si riempirono di lacrime. Guardò il volto dell'uomo che l'aveva cresciuta, poi corse via, sbattendo il portone.

Atemio non cercò di fermarla. «Non può trattenerla qua per sempre» gli disse una serva che aveva assistito alla scena «anche lei merita di sapere...». Il duca non disse niente, ma sapeva in cuor suo che aveva ragione. Mia era come una figlia, e vederla andare via gli avrebbe spezzato il cuore, ma era giunto il momento che anche lei conoscesse la verità.

La Principessa del TempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora