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In meno di due giorni, il gruppo aveva quasi portato a termine una barca che li potesse portare tutti ed otto sino ad Agata, attraverso il grande mare di Cristallo.

Avevano lavorato duro, sotto le direttive di Basa e Lufe, svolgendo un ottimo lavoro.

«Attento con quel tronco, drago!» urlò Greica.

«Stai attenta tu! Non è colpa mia se sei sempve nel mezzo» ribatté Fiamma.

«Adesso mi hai proprio stancata!» disse la sirena estraendo la frusta d'acqua.

«Cosa vovvesti fare con quel vilolo d'acqua?» disse Fiamma aprendo le fauci.

Rika arrivò in mezzo ai due saltellando «Basta di litigare! Dobbiamo restare uniti! Solo così Mia potrà sconfiggere la strega!».

Fiamma e Greica misero via le loro "armi" «Mi dispiace per il nostro comportamento, Rika» poi si voltò verso il drago «e in quanto a te, non rivolgermi più la parola».

«Pevfetto, savà un viaggio incantevole!» si voltarono, ed entrambi andarono nella loro direzione.

Mia e Lavi li guardarono scuotendo il capo «Sono incredibili quei due».

«Ci siamo, la barca è finita!» l'elfo indicò il loro capolavoro: una barca di legno lunga qualche metro e larga altrettanti. «Manca solo un ultima fatica» disse il nano.

«Deve essere spinta in acqua e vedere se galleggia. Roccia puoi pensarci tu?» disse Manny

«Certo! Ciàciàcià» il gigante si sentì lusingato, e con tutta la sua mole e la sua forza, spinse la barca in acqua. Videro subito che era stabile e che non c'erano buchi dai quali perdesse, quindi montarono a bordo.

«Quanto tempo ci metteremo per raggiungere il Regno d'Agata?» chiese Mia.

«Via mare un paio di giorni» affermò Greica, detto questo si tuffò in acqua, ed al posto delle sue gambe apparve una lunga pinna color verde azzurro.

Rika andò incontro a Mia con il suo volto sorridente «Chi farà il comandante della barca?».

«Lo farà chi ci ha permesso di costruire la barca» guardò l'elfo ed il nano «Ve la sentite di guidarci fino al regno della strega?».

«Vi porteremo in capo al mondo se necessario» disse Basa con un inchino.

«Anche se ci fosse un gran divario» disse a sua volta Lufe con un altro inchino.

Il viaggio proseguiva tranquillo. Le calme acque del mare di Cristallo sembravano far scivolare la barca sulla schiuma delle onde, e la brezza marina rinfrescava il gruppo, mentre Greica li seguiva al fianco della barca nuotando nel suo habitat naturale.

In lontananza, era visibile l'isola che si stagliava nel centro del mare di Cristallo, la città d'Argento. Mia guardava con nostalgia casa sua, la tentazione di raggiungere quel luogo era forte, ma sapeva che l'incantesimo di Zefonia vigeva ancora in quell'isola.

Manny si portò al suo fianco, mentre il vento gli scompigliava i capelli rossi. «Ci siamo Mia, presto tutto questo sarà finito e tu potrai tornare a casa».

Questa volta fu Mia a prenderlo per mano «Mi accompagnerai fino alla fine, vero?».

«Ed oltre» le sorrise. La principessa poggiò la testa sulla sua spalla «Per quanto voglia sconfiggere la strega, vorrei che il nostro non si sciogliesse e che tutti voi restiate vicino a me. Tu più di tutti».

Manny avrebbe voluto la stessa cosa «Sconfiggiamo Zefonia, poi penseremo al futuro».

Lavi non volendo aveva ascoltato la conversazione tra i due «Manny ha ragione Mia, non distogliere l'attenzione dal tuo obbiettivo. Ci servono gli otto segreti e...».

L'urlo di Basa interruppe la loro conversazione «Si sta formando un mulinello e ci sta risucchiando». Lufe cercò di virare con il timone «Si è quello! dentro ci sta attirando!».

Davanti a loro un vortice d'acqua trascinava dentro se ogni cosa che trovava.

«Greica fa qualcosa! Aiutaci!» gridò Rika. La sirena con tutta la sua forza cercò di impedire alla barca di esser risucchiata, ma invano. «Non ce la faccio, è troppo grande per me! Resistete, vado a chiamare aiuto!» si immerse, lasciandoli in balia del mulinello.

«Lo sapevo che se ne savebbe andata! Sono stupidi pesci!» disse Fiamma.

Mia, stanca di quel comportamento si avvicinò al drago e lo schiaffeggiò. Fiamma rimase di stucco «Ma...» disse senza capire.

«Smettila di comportarti così! Lei è una nostra amica e ci darà una mano. Cerca di renderti utile anche tu invece di stare sempre a criticare» disse la principessa severa.

«Ben detto Mia» disse Lavi.

Improvvisamente da sotto lo scafo della barca si udì un urto. Il gruppo si guardò frastornato, quando dal lato della barca affiorò Greica, insieme ad altri due suoi simili «Tranquilli, ci aiuterà mio padre a superare il vortice!».

Videro due enormi mani afferrare da sotto la barca, ed issarla sopra il vortice. Un grande uomo, metà pesce, stava trasportando la barca sulle sue spalle, impedendo loro di venir risucchiati.

Li rimise in acqua una volta lontano da ogni pericolo, poi si mostrò a loro in tutta la sua grandezza un uomo enorme, con una lunga barba bianca ed una corona di cristallo. «Mi presento a voi o viaggiatori, sono Neptuno, duca di Acquamarina. E' un onore fare la vostra conoscenza».

«Sono cevto che...» iniziò Fiamma, prima che Mia lo fulminasse con gli occhi. Dopodiché riprese «E' un onove conoscevvi» disse chinando il capo il drago.

Neptuno ricambio «Un drago che sfida l'acqua, ammirevole» disse guardandolo.

«Grazie del vostro aiuto Duca Neptuno» disse Mia.

«Veglierò su di voi sino alle spiagge di Agata. Non avete niente di cui temere, vorrei potervi accompagnare oltre».

«La ringrazio, sua figlia ci ha aiutato molto, sarà fiero di lei» disse la principessa.

«Lo sono. Ora andate, il vostro viaggio sta per giungere al termine. Buona fortuna viaggiatori» detto questo, Neptuno si inabissò nel mare di Cristallo.

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