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Il gruppo stava correndo più veloce che mai nella foresta Rumorosa che circondava il Regno di Pietraluna. Lavi aveva in sella Mia, Roccia si era caricato sulle spalle Greica, mentre Manny e Fiamma conducevano tutti.

L'incantesimo che Zefonia aveva lanciato si stava propagando per tutta Pietraluna come un onda grigia, la quale al suo passaggio immobilizzava qualunque cosa all'istante.

Se non fossero arrivati in tempo nella terra di nessuno, l'incantesimo della strega li avrebbe raggiunti e per Ametist sarebbe stata la fine.

«Lavi, ce la fai?» chiese Mia.

«Non preoccuparti Mia, l'importante è uscire di qua alla svelta!».

«Manca poco!» gridò Manny «Un ultimo sforzo!».

«Guavdate! Qualcosa ci sta venendo incontvo!» disse Fiamma.

Una creatura, alta come un bambino, correva velocissima nella loro direzione, tanto da passargli in mezzo e tornare come un lampo al loro fianco, per correre nella loro stessa direzione.

«Principessa! Principessa!» gridò la piccola creatura.

Mia la vide, correre al fianco di Lavi: aveva folti capelli rossi riccioluti, un volto simpatico ricoperto da lentiggini, ed una piccola gonna verde fatta a campana con sopra un piccolo grembiule a scacchi. Con le mani si teneva sulla testa un grande cappello verde, per impedire che volasse via.

«Principessa! Principessa!» ripeté «Per di qua, seguitemi!» la piccola creatura accelerò il passo, e superò Manny; ora era lei a condurli.

Il ragazzo si voltò verso la principessa «Siamo fortunati! I folletti conoscono il bosco meglio di chiunque altro, ci porterà fuori in un attimo!».

Il percorso tra gli alberi continuò intricato come non mai, finché non si aprì in una radura.

«Terra di nessuno!» gridò il piccolo folletto con una risata.

Il gruppo rallentò il passo lentamente, poi si voltarono, per vedere l'incantesimo della strega arrestarsi non appena raggiunti i limiti del regno.

Mia scese da Lavi, e si apprestò a ringraziare il folletto e Manny.

«Grazie, se non fosse stato per voi non ce l'avremmo mai fatta». Manny ricambiò con un triste sorriso, ripensando a tutto quello che aveva appena perso, mentre il folletto saltò in braccio alla principessa. «Prego principessa! Ma non siamo ancora del tutto al sicuro, dobbiamo andare al riparo!».

«Come fai a sapere chi sono?» chiese Mia.

«Come faccio? In tutta Ametist non si parla d'altro che di voi e di come spezzare l'incantesimo di Zefonia! Vi chiamano la Principessa del tempo!» disse allargando le braccia.

«Spero di esserne all'altezza. Tu come ti chiami?».

«Il mio nome è Rika! Sono un folletto della fortuna, che abita nella foresta Acerodoro!».

«Piacere di conoscerti. Loro sono Lavi, Fiamma...» iniziò la principessa, quando fu interrotta da Rika «...Greica, Roccia e Manny! Vi conosco tutti dalle voci che arrivano nel mio regno! Ora scusate ma è meglio se andiamo in un posto sicuro, prima che la strega arrivi anche qui».

«Puoi mostrarci tu un posto sicuro?» chiese al folletto.

«Posso portarvi nel mio regno, nella mia casa! Non è lontano da qui».

«Facci strada» le sorrise Mia. Il folletto saltò giù in un esplosione di gioia.

Questa volta non vi furono ponti per arrivare nel prossimo regno, ma solo un piccolo sentiero. Il Regno di Giada era una piccola foresta, dove tutti i folletti vivevano in pace.

La Principessa del TempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora