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Dopo l'accaduto, avevano deciso di non soffermarsi oltre nella terra di nessuno, così avevano ripreso il cammino oltre il ponte dei lupi. Avevano oltrepassato la terra di nessuno nel Regno di Pietraluna, ed in cielo, si poteva ancora intravedere la luna piena, ormai prossima a sparire per un mese. Greica comandava il gruppo, poiché i suoi grandi occhi erano i più adatti all'oscurità. Dal sottobosco spuntò la mitica creatura che ultimamente vedevano in ogni regno che attraversavano: la fenice. «Nix!» gridò Mia.

«Nix?» chiese Lavi.

«Si, le ho dato un nome visto che continua a seguirci ovunque andiamo» disse la principessa, ma questa volta l'uccello non spiccò il volo. Sembrava arrancare tra i cespugli, impossibilitato ad andarsene. All'improvviso una creatura molto simile ad un lupo, che si reggeva sulle zampe posteriori cercò di balzargli addosso.

Prontamente Greica estrasse la sua frusta d'acqua ed agguantò quell'essere per il collo, permettendo alla fenice di prendere il volo.

«Che cos'è?» strillò Mia.

«E' un lupo mannavo!» disse Fiamma.

«Mi ero dimenticata che siamo a Pietraluna, il regno dei mannari!» disse Lavi «Finché la luna piena è alta non possiamo permettere che si liberi».

«Mancano poche ore all'alba, ce la fai a trattenerlo? Ciàciàcià» disse Roccia a Greica.

«Nessun problema, mica sono un drago» disse lanciando l'ennesima frecciatina a Fiamma.

«Se si libeva questa volta non vevvò a salvavti» disse offeso.

«Allora ammetti che prima mi hai voluto salvare» disse riferita all'attacco con i lupi dal manto nero.

«E' stata una puva coincidenza».

Il sole si alzò lentamente sull'orizzonte e con esso, la luna piena scomparve. La strana creatura che Greica teneva stretta con la sua frusta d'acqua, sembrava cambiare mano a mano il suo aspetto. I peli che ricoprivano la maggior parte del corpo si stavano ritirando, i lunghi artigli anche, le orecchie stavano assumendo una forma umano e gli occhi, come la dentatura, diventarono più piccoli. Un ragazzo, ecco cos'era, nient'altro che un ragazzo.

Greica mollò la presa e la frusta d'acqua scomparve.

«I lupi mannari sono persone?» chiese Mia.

«Si, l'unica cosa che li differenzia da noi è il cambiare dell'aspetto con la luna piena» disse Lavi.

Il ragazzo si svegliò guardandoli spaesato, spaventato.

«Come ti chiami?» chiese Roccia.

«Manny» disse il ragazzo «chi siete voi?».

Mia prese parola, e presentò tutti i suoi amici «Ed io mi chiamo Mia» disse infine «Ci hai attaccato poche ore fa. Greica ti ha trattenuto finché non sei tornato umano».

«Scusatemi, non era mia intenzione, non posso controllarmi quando mi trasformo» disse Manny. «Venite con me, oggi siete miei ospiti. Vi condurrò a castello dove potrete riposare e mangiare qualcosa se lo desiderate. Accettate?».

«Se pvopvio insisti giovanotto, un po' di viposo non favebbe male a nessuno» disse Fiamma.

«Sono d'accordo, ci converrebbe riposare prima di riprendere il nostro viaggio. Sei sicuro che siamo i benvenuti a castello?».

«Ma certo, il duca e la duchessa sono i miei genitori» gli sorrise il ragazzo.

«C'è qualcosa da mettere sotto i denti? Ciàciàcià».

La Principessa del TempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora