4

5 1 0
                                    


La notte si stendeva silenziosa sopra le loro teste, portando una leggera pioggia. Mia si strinse nel mantello di suo zio. Odiava bagnarsi; avrebbe dato qualunque cosa per dormire nella sua stanza, ma ahimè, non poteva tornare indietro.

Lavi procedeva a passo lento verso il Regno d'Ossidiana, il regno più vicino a loro. L'unica cosa a separarli era un enorme ponte in pietra, chiamato anche il ponte dei draghi, il quale solcava il mare di Cristallo. Avrebbero raggiunto il regno l'indomani, ma adesso era il momento di riposarsi e cercare riparo nella terra di nessuno. Lo trovarono in una grotta, ed entrambe si strinsero facendosi calore a vicenda, sotto il grande mantello del duca Atemio.

«Lavi, cos'ha di speciale questo mantello?» chiese all'unicorno, certa che conoscesse la risposta.

«Ti proteggerà dai lupi dal manto nero, le feroci belve che si aggirano di notte nelle terre di nessuno, in cerca di prede facili» disse.

Mia si sentì spaventata da quelle parole e nella sua testa iniziò ad udire echi di ululati lontani. «Non preoccupart» disse Lavi «questo speciale mantello farà credere ai lupi che non siamo altro che un semplice cespo di rose blu».

Mia non si sarebbe sentita comunque tranquilla nel sapere che feroci belve popolavano quelle terre, ma la vicinanza dell'unicorno la faceva stare meglio. «Dove stiamo andando?».

«Vedi, i regni delle terre di Ametist sono disposti ad anello, tante isole collegate tra di loro con dei ponti» con gli zoccoli Lavi disegnò un cerchio per terra «con al centro la Città d'Argento» disse premendo con lo zoccolo in mezzo al cerchio «anch'essa collegata agli altri regni con dei ponti, ormai tutti abbattuti tranne uno, da quando Zefonia prese la città. Quassù invece» disse premendo lo zoccolo in alto «c'è il Regno d'Agata, dove la strega dimora, unico collegamento rimasto con la Città, mentre quaggiù» disse premendo lo zoccolo verso il basso, opposto a prima «c'è il Regno di Zaffiro, di tuo zio. Penso che tua zia Zefonia abbia bloccato con il suo incantesimo tutti i regni tra lei e noi, su questo lato» disse annuendo alla destra del cerchio «Perciò noi percorreremo la strada in senso opposto e raggiungeremo il porto di Rioalto, nel Regno di Smeraldo, e li salperemo per le terre aldilà del mare».

«Ma io non voglio scappare!» disse Mia riluttante.

«Non possiamo rimanere qui, la strega ti troverà e ti catturerà. Non posso permetterlo, ho dato la mia parola» l'unicorno sembrò decisa più che mai.

«Allora le nostre strade si divideranno, perché io affronterò la strega proprio qui. Tutte queste persone hanno fatto tanto per me...» disse Mia con una lacrima.

«Non essere cocciuta, dobbiamo andarcene, non puoi sconfiggerla».

«Ma almeno ci avrò provato! Non ho più niente da perdere, se non tu» la guardò negli occhi supplicando perché cambiasse idea, e non la lasciasse sola.

L'unicorno sbuffò «Va bene...» disse sapendo che non poteva vincere quella discussione con lei «Ma non l'affronterai qui, andremo avanti e l'affronteremo ad Agata! Ci cacceremo in un bel guaio... ma non ti lascerò mai sola piccola Mia» disse Lavi premendo il muso contro di lei.

La ragazza la guardò con un sorriso «Si! Verrai con me allora?».

«Non posso rischiare che tu ti perda, e poi non conosci nemmeno la strada, dovremmo attraversare tutti i regni non bloccati dal tempo».

«Un'avventura finalmente!» disse Mia battendo le mani.

«Bada bene che non sarà un gioco. Incontreremo molte creature nel nostro viaggio e per di più non sappiamo ancora come sconfiggere tua zia Zefonia. Mi aspetto il massimo impegno da te» disse seria l'unicorno.

«Mi impegnerò al massimo, te lo prometto. Grazie amica mia» disse abbracciandola.

/oFy

La Principessa del TempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora