"why did i come again..?"

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"Ci apparteniamo al punto di annientarci l'uno dentro l'altro."

Jungkook's P.O.V:

8 novembre 2019, ore 23:40. Seul - quartiere Apkujong

Le parole di Yoongi continuavano a ronzarmi in testa. Lui aveva quella brutta abitudine di mettermi la pulce nell'orecchio ed ora, per colpa sua, avevo i sensi di colpa. La mia mente continuava a ripetere in loop quelle poche frasi che il ragazzo, con un cipiglio da attore melodrammatico, mi aveva sproloquiato due giorni prima mentre si scolava l'ennesima lattina di birra, presa impropriamente dalla scorta segreta di Hoseok.

"Quel poveretto di Doyun non merita tutto questo" aveva esordito all'improvviso, con un birra sulla mano sinistra e la sigaretta a penzoloni sulla bocca. Dopo una mia occhiata scettica, Yoongi aveva spento la sigaretta sul posa cenere di fortuna, ricavato dal fondo di una bottiglia di plastica malamente tagliata, e poi, col suo solito modo di fare annoiato e svogliato, aveva spiegato " Ti stai comportando esattamente come faceva Jimin all'inizio con te. Non illudere quel povero ragazzino: non se lo merita". Ed io con questa premessa dovevo affrontare una serata di "divertimenti" e dimostrarmi pure amichevole e sorridente. Ma poi per quale motivo ero venuto a quella festa? Per potermi vendicare di Tae e Jimin in teoria, ma perché tutto ciò non stava avvenendo?

Erano passate circa due ore da quando, su esplicita richiesta di Yoongi, mi ero recato a questo party, organizzato da chissà quale studente fuori sede, accompagnato da un fedelissimo Doyun. Quest'ultimo aveva passato l'intera serata attaccato a me come una cozza, mentre io cercavo in tutti i modi di trovare il mio amico dai capelli color carta da zucchero. Avevo un bel po' di cose da dirgli, ma non c'era traccia di quella sottospecie di elfetto dispettoso.

Come ad ogni festa abusiva, alla quale ero ormai diventato un abituale frequentatore qui a Seul, c'erano qualsiasi tipo di personalità, dalle ragazze facili al ragazzetto brufoloso e un po' nerd. Eppure, tra tutti quei visi insignificanti, spiccava solo uno più di tutti ai miei occhi. Lo avevo notato all'improvviso, come un fulmine a ciel sereno. Era stato il riflesso metallico di quel singolare orecchino a forma di anello, portato rigorosamente all'orecchio sinistro, da un ragazzo dai capelli biondi sbarazzini, con l'ossessiva mania di passarsi le dita tra la chioma appena tinta. Come era apparso dal nulla, era anche scomparso tra i vari corpi estranei con la sua singolare camminata, a metà tra l'essere elegante e l'essere sensuale, con quel continuo ancheggiare pretenzioso.

Dopo quella fugace ma deliziosa distrazione, ripresi a parlare con Doyun del più e del meno. Il mio dongsaeng stava diventando sempre più interessante e più passavo del tempo in sua compagnia, più mi accorgevo di quante passioni avessimo in comune. In quel momento stavamo discutendo su quali fossero le migliori tele di Kandinskij insieme ad altri compagni di corso, con cui avevo stretto amicizia alla specialistica. Ero molto attivo in quell'atipico dibattito culturale, almeno per il posto in cui ci trovavamo, e non mi accorsi di essere finito sotto il mirino di un piccolo mochi sovreccitato. Infatti sussultai dallo stupore, quando sentii la mia carne essere afferrata da mani leste e impavide.

- Jeon Junkookie - squittì Jimin, tutto guance rosse e sorriso a 32 denti. Le sue labbra era troppo vicine al mio orecchio ed i suoi occhi, oddio, sembravano risucchiarmi come delle sabbie mobili, da cui era inutile anche cercare di dibattersi per sfuggire.

- Jimin-hyung, sei ubriaco. Smettila - lo ripresi, cercando di allontanare le mani del ragazzo ancorate possessivamente ai miei glutei. L'unica cosa che ottenni fu lo sguardo divertito da parte di troppi sconosciuti, mentre Jimin continuava a fissarmi con i suoi occhi languidi e le labbra rosse ed invitanti.

Shameless ~Jikook [completa].Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora