"boy meets his lies"

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"Sei la via di fuga da una realtà che mi va stretta."

Era finalmente sabato.

Avevo contato ore, minuti e secondi in questi ultimi giorni e, finalmente dopo tanta sollecitata attesa, il desiderato spettacolo sarebbe iniziato tra qualche ora.

Mi trovavo ancora nel mio appartamento, quando sentii il campanello del mio appartamento suonare. Ero a casa da solo, poiché il mio coinquilino era tornato nella sua città natale per il weekend. Mi diressi all'entrata e aprii il portone verde scuro, trovandomi davanti Taehyung.

- Non vorrai mica venire via vestito così - disse inorridito il mio amico, guardandomi con disappunto e urtandomi la spalla. Subito il biondo si avviò verso la mia stanza e mi snobbò completamente.

- Ciao eh! - dissi indispettito, seguendo il biondo infastidito e appoggiandomi con la schiena contro lo stipite della porta. Poi incrociai le braccia al petto e chiesi - cosa c'è che non va nel mio modo di vestirmi? -.

Alle mie parole Tae si voltò di scatto spalancando gli occhi e fece una smorfia di disgusto. In seguito mi rispose - dove pensi di andare con quella felpa?! Vestito così puoi solo uscire di giorno, ma questa sera tu devi conquistare Jimin! -.

Detto ciò, Tae spalancò con vigore le ante del mio armadio e iniziò a passare in rassegna ogni mio singolo vestito. Ogni tanto sbuffava, tirava fuori una gruccia e me la appoggiava contro il petto per vedere se la maglietta poteva andare, ma subito cambiava idea e la lanciava sopra il letto.

- Hai intenzione di svuotarmi tutto l'armadio e di seppellire il mio letto con tutti i miei vestiti?! - esclamai in preda ad un attacco di esasperazione. Io odiavo piegare i vestiti e mi costava molto non utilizzare la sedia della mia scrivania come deposito perenne dei miei capi da abbigliamento.

- Taci Kookie. Il Dio della Moda ora è all'opera. Non rovinare il mio estro creativo - affermò il biondo, continuando a rovistare tra la mia pila di jeans.

Ormai rassegnato all'idea di placare il mio amico, mi misi a piegare com cura i vestiti appallottolati confusamente sul mio letto, maledicendo sottovoce il cameriere e la sua convinzione di essere un guru della moda. A causa di questa sua nuova passione Yoongi lo aveva soprannominato "Gucci boy", peccato che fosse così poraccio (come tutti noi) da potersi permettere solo una cravatta di quel brand griffato.

- Ecco, mettiti questo - urlò Tae in preda all'eccitazione, porgendomi l'outfit scelto per me.

Io lo guardai con diffidenza, ma alla fine mi cambiai ed assecondai il suo desiderio. Una cosa che non sapevo capacitarmi era la sua adorazione per i pantaloni talmente stretti, che sembravano risucchiarmi le gambe ed essere sul punto di strapparsi da un momento all'altro. Infatti, ogni qual volta li mettevo, camminavo in modo strano essendo abituato solitamente a pantaloni più morbidi, tipo quelli della tuta.

- Sono troppo bravo. Vogue Korea dovrebbe assolutamente assumermi come fashion stylist! Tsk - si complimentò da solo Tae, arrivando perfino a battersi le mani da solo. Poi si avvicinò, mi sistemò la camicia e affermò - bene, ora siamo perfetti! Forza andiamo: la missione conquistare-Jimin sta per cominciare! -.

 Poi si avvicinò, mi sistemò la camicia e affermò - bene, ora siamo perfetti! Forza andiamo: la missione conquistare-Jimin sta per cominciare! -

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