"Che vuoi che sia, un tocco indesiderato, una mano che porta ad odiare te stessa.
Il panico di altri contatti, di rapportarti con altre persone.
La privazione della libertà.
L'annientamento totalmente dell'essere di una persona.
La cui unica colpa è quella di vivere, solamente di vivere, respirare e comportarsi come un essere umano."Quartervois (parola di origine francese) = incrocio/bivio (fig.), una decisione critica o punto di svolta nella vita di ognuno.
***
JUNGKOOK's POV
16 novembre 2019, sabato ore 6:55 - stazione dei treni di Seul
Arrivai in stazione di prima mattina, circa una ventina di minuti prima che partisse il treno per Busan. Entrato nell'edificio centrale, mi fermai ad osservare il tabellone digitale con gli orari delle partenze dei vari treni e cercai il mio delle 7:16. Dopo averlo individuato, sistemai meglio sulle spalle il mio zaino dalla fantasia militare e mi diressi nella giusta direzione.
Raggiunsi la linea di Gyeongbu, dove avrei preso il KTX, treno ad alta velocità, che percorreva la distanza da Seoul a Busan in soli 150 minuti. Il binario era già popolato da pendolari e turisti; mi feci spazio tra la piccola folla e, nell'angolo più tranquillo, scorsi finalmente l'oggetto delle mie brame.
Jimin era seduto in una panchina di metallo, solitaria e abbandonata alla fine del lungo binario. Accanto a lui si trovava un enorme borsone nero, quello che immaginai essere la sua valigia. Lui era completamente vestito di nero, quasi si fosse preparato per un funerale. Il suo volto, di cui vedevo solamente il profilo elegante col suo bel naso dritto, era rivolto verso il cielo plumbeo, che sembrava essere in procinto di scatenare un acquazzone.
- Ciao Jiminie - lo salutai, raggiungendolo con una breve corsa. Lui si voltò verso di me e mi sorrise lievemente, facendomi segno di accomodarmi accanto a lui. Io rifiutai e decisi di restare in piedi per osservarlo meglio.
Era pallido quella mattina, più del solito. I capelli biondi, che ormai gli dividevano la fronte a metà come due tendine, erano perfettamente sistemati ai lati del viso. I suoi occhi, contornati da occhiaie violacee, erano cupi e tetri come il cielo che prima lui aveva osservato e assomigliavano a due lande desolate e sterili. L'unica nota di colore in lui erano le due labbra rosse, che risaltavano come due gocce di sangue nella neve.
Il treno non tardò ad arrivare e noi due, insieme alle altre persone, entrammo e raggiungemmo i posti a noi assegnati. Jimin si sedette accanto al finestrino ed io alla sua destra. Ben presto il mezzo di locomozione partì e tra noi due cadde il silenzio.
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Shameless ~Jikook [completa].
FanfictionJimin non è così innocente come può sembrare e, più di tutti, Jungkook è colui che lo può confermare. - Mi vuoi? - chiese Jimin al più giovane, avvicinando il suo viso a quello di Jungkook. Quest'ultimo non riusciva a distogliere lo sguardo dagli o...