Il cielo di Seul non era meraviglioso come quello della mia cittadina. Le stelle non erano così visibili e luminose, ma aveva comunque un fascino particolare. Il panorama notturno era caratterizzato più dalle luci dei grandi palazzi, che si ergevano imponenti in tutta la loro modernità. Seul era una città in evoluzione, ricca di opportunità ed influssi multiculturali, frequentata da milioni di persone di diverse estrazioni sociali e di origini diverse. Nonostante la frenesia, che ogni città cosmopolita possedeva, c'erano comunque delle zone particolari, dove si respirava un po' di quiete e pace. Uno di questi luoghi si trovava nel quartiere, dove abitava Taehyung. Si trattava di un piccolo parco quadrato, ricco di alberi ormai spogli e una fontana enorme al centro del viale. Io ero seduto su una panchina, col volto rivolto verso il buio della notte e pensando a tutto e niente.
- Come mai il mio Kookie è così silenzioso? - mi chiese Jimin, prendendo posto accanto a me e dandomi un buffetto sulla guancia.
- Stavo solo pensando - risposi, mettendo le mani in tasca e ridacchiando imbarazzato. Poi mi voltai verso di lui e sorrisi. Era buffo in quel momento: indossava una felpa molto pesante un po' troppo larga per lui e si era messo il cappuccio in testa, peccato che quasi gli nascondeva gli occhi e, per questo motivo, continuava a lottare con l'indumento. Senza riflettere troppo, gli scoprii il volto e gli infilai il mio berretto rosso di lana.
- Grazie - disse Jimin, sistemandosi meglio il berretto e sorridendomi con gratitudine. Poi alzò le gambe e le abbracciò con le mani, appoggiando il mento sulle ginocchia e voltandosi leggermente verso di me. Infine mi domandò - cosa turba la tua mente? Posso vederlo chiaramente che c'è qualcosa che non va -.
- Sono un po' preoccupato per Tae in questo momento. Sta affrontando una situazione particolare e non so nemmeno come fare per aiutarlo - ammisi, sospirando profondamente e passandomi le mani tra i capelli per la disperazione. Non conoscevo il motivo esatto, ma mi veniva naturale parlare con Jimin delle mie preoccupazioni, anche se non lo conoscevo da moltissimo. Mi fidavo semplicemente di lui.
- Kookie, mi dispiace dirtelo così in modo diretto, però non sono affari tuoi. Taetae è consapevole in cosa si è cacciato ed è maturo abbastanza per prendere delle decisioni e accettare le responsabilità che ne derivano - affermò Jimin, con un tono di voce calmo e piatto.
- Da come parli, posso presumere che tu sia a conoscenza della situazione di Tae - constatai, guardando il ragazzo negli occhi e aspettando una sua reazione.
Lui subito annuì ed esclamò - posso baciarti? -. Io lo osservai spalancando gli occhi, mentre lui si alzava e si sedeva a cavalcioni su di me, afferrando le mie guance tra le sue mani minute e fredde.
A volte mi paralizzavano questi cambiamenti repentini di Jimin e sinceramente dovevo ancora capire cosa desiderasse veramente da me. Era veramente un'impresa ardua tentare di interpretare le sue azioni , sopratutto quando si comportava in questo modo. Si dice spesso che gli occhi sono lo specchio dell'anima di una persona, ma io non riuscivo ad applicare questo luogo comune al ragazzo di fronte a me. Le sue iridi nocciola erano un mistero indecifrabile e, molto spesso, privi di qualsiasi segno vitale.
- Potrebbero vederci - provai a dire per nascondere il mio eccessivo imbarazzo ed il battito cardiaco troppo veloce. Mi sentivo in soggezione in sua presenza e, in aggiunta, ci trovavamo in un luogo pubblico in atteggiamenti troppo intimi per due semplici "amici". Inoltre non sapevo nemmeno come definire il nostro tipo di rapporto e la possibilità di dare un nome specifico ad esso mi spaventava.
Jimin, invece, sembrava indifferente al mondo circostante e non si allontanò nemmeno di un centimetro. Anzi appoggiò la sua fronte alla mia e, per questo semplice gesto, le punte dei nostri nasi si sfiorarono. Percepii immediatamente il calore del respiro del ragazzo sulle mie labbra e mi venne la pelle d'oca. La mano destra di Jimin, prima ferma a livello della mia guancia, ora si avventurò tra i miei capelli, accarezzandomi la nuca dolcemente. Poi mi sorrise ed io persi un battito, incapace di distogliere il mio sguardo dagli occhi del ragazzo. Allora sospirai e Jimin intrappolò tra i suoi denti il mio labbro inferiore, iniziando un lungo bacio.
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Shameless ~Jikook [completa].
FanficJimin non è così innocente come può sembrare e, più di tutti, Jungkook è colui che lo può confermare. - Mi vuoi? - chiese Jimin al più giovane, avvicinando il suo viso a quello di Jungkook. Quest'ultimo non riusciva a distogliere lo sguardo dagli o...