"Come essere al centro di un'uragano, avverti la quiete di essere al centro, ma tutto intorno a te viene sconvolto. Niente resta uguale. Tutto ciò che ti si avvicina si disintegra. Niente ha la capacità di durare nel tempo."
Mi sentivo vuoto.
Tutto attorno a me scorreva velocemente, ma io mi sentivo pietrificato. Come se il mio corpo fosse incollato alla sedia, mentre i miei pensieri vorticavano senza sosta in una spirale che portava solo ad angoscia.
Medici e infermieri correvano davanti a me, pazienti di tutti i tipi vagano da un lato all'altro del lungo corridoio verdognolo e altre persone, che come me attendevano, se ne stavano seduti a fissare il muro pieno di crepe.
Odiavo gli ospedali. Odiavo l'odore di naftalina, che ti impregnava le narici. Odiavo il colore bianco e azzurro delle pareti, ormai rovinate da macchie di muffa. Ma sopratutto odiavo il personale del reparto di terapia intensiva perché non voleva informarmi delle condizioni attuali di mia nonna. Sapevo solo che aveva avuto un infarto al miocardio e che era stata operata d'urgenza. Non ero a conoscenza di altro.
Mia madre ora era con mia nonna. Mi aveva impedito di seguirla perché solo una persona alla volta poteva entrare e, per farlo, bisognava indossare un camice, una mascherina e delle cose strane per coprire i piedi. Ma mia mamma sopratutto non voleva che vedessi mia nonna in quelle condizioni perché, se purtroppo le condizioni di mia nonna fossero peggiorate, mia madre non voleva che l'ultimo ricordo che avevo di sua madre, fosse di una costipata vecchietta attaccata ad apparecchi medici. Nonostante tutto, io volevo salutare mia nonna.
[...]
Non so quanto tempo fosse passato, ma mi lasciai scappare un sospiro di sollievo quando vidi arrivare i miei amici. Seokjin si lanciò contro di me, mi strinse forte tra le sue braccia ed iniziò a piangere. A volte il mio amico tendeva a reagire in maniera esagerata a causa della sua sensibilità molto accentuata, però io adoravo questo suo lato.
- Jinnie, calmati e lascialo respirare - disse Namjoon, staccando il suo ragazzo dal mio collo e arruffandogli i capelli.
Io mi lasciai scappare un flebile sorriso e salutai i miei amici, veramente riconoscente e grato di vederli qui con me. Subito sentii il cuore riempirsi di gioia e di affetto perché mi resi conto di non poter trovare amici migliori di loro: erano sempre presenti per me. Ero consapevole che, semmai avessi incontrato qualche ostacolo o fossi inciampato lungo il mio cammino, loro sarebbero sempre stati dietro di me, pronti a darmi la giusta spinta per rialzarmi e proseguire più forte di prima. Infatti accanto a me avevo solo loro, ovviamente oltre a mia madre e a mia nonna. Ma comunque i miei amici erano una parte importante della mia vita e avrei fatto di tutto per averli sempre al mio fianco.
Notai subito che mancava qualcuno all'appello e così chiesi - ma Hobi-hyung e Taehyung dove sono? -.
- Hobi-ssi è di turno in caffetteria oggi pomeriggio e ha detto che ci avrebbe raggiunto appena fosse possibile; invece Taehuyng-ah è in montagna insieme alla sua famiglia. Hai presente la solita gita che fanno sempre per il compleanno di suo padre in questo periodo dell'anno? - mi chiarì Namjoon.
- Ah giusto - riflettei a voce alta, schiaffeggiandomi la fronte. In realtà ero a conoscenza di queste informazioni, ma ero talmente travolto da altri pensieri ed emozioni che il mio cervello aveva accantonato tutto ciò che non riguardava mia nonna e le sue condizioni di salute. Subito fui travolto dall'angoscia e mi venne il magone, ma tentai in tutti modi di nascondere i miei occhi lucidi.
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Shameless ~Jikook [completa].
FanficJimin non è così innocente come può sembrare e, più di tutti, Jungkook è colui che lo può confermare. - Mi vuoi? - chiese Jimin al più giovane, avvicinando il suo viso a quello di Jungkook. Quest'ultimo non riusciva a distogliere lo sguardo dagli o...