"Sono una natura morta, posata in disparte, poco illuminata che da spettacolo di se stessa di tanto in tanto"
Uscii dalla doccia completamente rilassato e rivingorito grazie all'acqua bollente, che fino pochi minuti fa scorreva generosamente contro il mio capo. Avvolsi il mio corpo attorno al morbido accappatoio color rosa, regalo di Seokjin per il mio ultimo compleanno. Mi guardai allo specchio e fui sorpreso dal notare come la mia pelle risultasse più liscia e priva di impurità rispetto al solito. Jimin mi faceva decisamente bene.
Dopo essermi asciugato i capelli velocemente con l'asciugacapelli, mi recai ancora in accappatoio in camera e aprii l'armadio, tirando fuori un paio di jeans strappati dal lavaggio chiaro ed una felpa bianca col simbolo rosso della Puma. Mi vestii in fretta e poi mi avviai fuori dall'appartamento, buttando un occhio all'orologio che si trovava nella piccola cucina. Ero in perfetto orario.
Io e Jimin avevamo programmato questo pomeriggio da una settimana: dovevamo andare a vedere una mostra temporanea di pittori impressionisti e dopo pensavamo di fermarci a mangiare in un qualche ristorante abbastanza economico. In pratica nulla di speciale, ma pur sempre un'uscita che avevo atteso con trepidazione e con molte aspettative.
Mentre mi accingevo ad arrivare davanti alla casa di Jimin, iniziai a giocherellare con l'orecchino che lui mi aveva regalato più di due settimane prima, e subito sorrisi al ricordo. Arrivato davanti al cancello, fui subito sorpreso nel trovare un cartello giallo, appeso al muro di mattoni, che annunciava "Affittasi". Non sapevo che la madre di Jimin avesse messo in vendita la casa. Non diedi molto peso a tutto ciò e suonai il campanello, attendendo il mio mochi. Lui era perennemente in ritardo, per cui decisi di sedermi su un muricciolo di cemento che era collocato proprio a lato della casa del ragazzo.
Passarono dieci minuti e ancora non c'era nessuna traccia del mochi. Infastidito tirai fuori il telefono e feci partire immediatamente la chiamata. L'ultima volta mi aveva fatto attendere la bellezza di venti minuti perché, a detta sua, i suoi capelli non volevano saperne di stare al loro posto.
Attenzione: il numero da lei chiamato risulta inesistente.
La voce metallica risuonò contro il mio orecchio, che però si rifiutava di comprendere il messaggio. Subito controllai di aver chiamato il numero giusto e riprovai una seconda, una terza e perfino una quarta volta. Nulla. Il numero di Jimin risultava inesistente. Andai in panico e subito chiamai Tae, che mi rispose al quinto squillo.
- Kookie -. La sua voce attraverso il telefono appariva preoccupata e molto agitata.
- Tae, dov'è Jimin? - chiesi, mentre continuavo a premere convulsamente il campanello di casa Park.
- Non lo so cazzo. È da questa mattina che provo a contattarlo. Tu dove sei ora? - disse Tae con il fiato corto. Molto probabilmente stava correndo da qualche parte poiché sentivo, oltre alla sua voce, il rumore dei suoi passi echeggiare contro il suolo.
- Davanti a casa di Jimin - dissi, passandomi una mano tra in capelli in segno di frustrazione.
- Sto arrivando - esclamò Tae, prima di chiudere la chiamata.
Io mi accasciai contro il muro. Lo stesso muro dove qualche settimana prima avevo baciato Jimin. Non volevo piangere ancora prima che arrivasse Tae, ma come potevo essere impassibile quando la persona che amavo era scomparsa. Perché non riuscivo a contattarlo? Dove si trovava? Ma soprattutto, stava bene?
***
Jimin' s POV
Ero appena tornato dal cimitero, dopo aver portato dei fiori alla tomba di mio padre. Lui mi mancava molto, più di quanto lasciassi ad intendere. Molto spesso mi chiedevo se la mia vita sarebbe stata diversa, se lui fosse ancora al mondo e se noi saremmo rimasti ancora una famiglia. Molto probabilmente lui mi avrebbe capito, mi avrebbe accettato e mi avrebbe supportato nelle mie scelte. Lui era così: una persona fin troppo empatica e con il costante desiderio di essere un modello di comportamento. Eppure lui, grande e forte capo famiglia, aveva inevitabilmente distrutto il suo mondo, portando alla rovina pure la mia esistenza. Tuttavia non provavo rancore nei suoi confronti e nemmeno provavo compassione per lui, ma comprendevo quale era stato il suo dissidio interiore.
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Shameless ~Jikook [completa].
FanficJimin non è così innocente come può sembrare e, più di tutti, Jungkook è colui che lo può confermare. - Mi vuoi? - chiese Jimin al più giovane, avvicinando il suo viso a quello di Jungkook. Quest'ultimo non riusciva a distogliere lo sguardo dagli o...