Capitolo 1: Il giardino dei pensieri

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Michele

È uno dei miei tanti pomeriggi tranquilli dove la mia mente sta danzando per mondi oscuri e intimi.

Sono appena le 5 del pomeriggio e ho ancora tutta la spesa da fare per la cena.

Non ho molta voglia, a fatica raggiungo la mia camera cercando nell'armadio la prima cosa che potesse starmi addosso. Una volta prese le chiavi, il borsello e il cellulare con le cuffie in tasca esco di casa.

Cammino lungo il vialetto vicino casa ed entro nel supermercato. All'entrata dell'ascensore una mamma e una bambina salgono con me.

<<Ciao ! >> mi dice sorridendo la piccola, <<Ciao !>> rispondo io facendo altrettanto.

Che buffo la bimba ha una specie di cavallo con le rotelle, su cui è seduta con una corda per trainarlo.

<<Come si chiama il tuo bellissimo cavallo?>>

<< Si chiama Angelo>>

<<Quanti anni ha?>>

<< Ha la mia stessa età>> risponde mostrandomi il numero della sua età, con le sue dita, abbracciadolo con amore come se fosse un vero angelo.

Colpito da quella innocenza, da quel meravigliarsi che potevo leggere nei suoi occhi, mi chiedo  come si fa a nascere così belli e innocenti per poi diventare così seri, freddi e astuti?

<<Adesso devo andare a fare la spesa con la mamma ed angelo. Ciao, ciao >>

<<Ciao piccola e ciao anche a te Angelo>> rispondo io sorridendo e ancora incredulo.

Arrivati al primo piano, prendo il carrello della spesa iniziando a posare su di esso le cose utile per una cena veloce, una vibrazione nella tasca dei miei pantaloni mi distrae dal prendere un pacco di pasta.

Allungo la mia mano fino ai miei jeans e prendo il telefono. Sblocco velocemente lo schermo e con un semplice tocco leggo il messaggio.

<<Ciao Michele, sono Sara, come stai? E' un po che non ci sentiamo.."

Un sorriso di sorpresa ricopre la mia faccia non mi aspettavo un suo messaggio.

Sara è una ragazza che ho conosciuto più di un anno fa' in una chat. Capelli castani, occhi marroni scuro che riescono a nascondere ogni suo singolo pensiero, e fisico adatto alla sua altezza, almeno per quello che mi ha sempre detto lei. La considero una ragazza particolare, ma nelle nostre conversazioni riusciamo a tirare fuori argomenti di vita che nessuno dei due con dei semplici coetanei ha mai avuto il coraggio di fare.

Riposo il telefono nella tasca, continuando lungo il corridoio per dirigermi verso la cassa.

<<Sono 23.50>> dice la commessa con la voce squillante.

<<Ecco a lei>>

<<Grazie buona giornata>>

Esco con le buste pesanti, con la speranza di arrivare a casa senza perdere qualcosa per strada, attraverso le strisce pedonali, svoltando per i giardinetti che davano sul balcone di casa mia.

E' un luogo dove passo molto tempo sopratutto quando non c'è nessuno. Il pomeriggio come la mattina però non mi dispiace sentire le risate dei bambini che giocano tra gli scivoli e le altalene.

Aprendo il cancellino, mi accomodo nella prima panchina, dove mi è di solito sedermi quando sono lì. Il panorama è veramente magnifico. Tutto quello che la natura ci dona ogni giorno e che noi facciamo finta di non vedere.

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