Lezione di Tequila

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                                                                                Capitolo 22

Finimmo di cenare. Anche stavolta, il cibo preparato da Andreina era squisito. D'istinto mi alzai da tavola, per aiutare a sparecchiare ma fui prontamente arrestata.

Carla: Non serve che lo fai. Abbiamo del personale adibito a questo.

Mi disse, fermando la mia mano che stava per afferrare il piatto.

Mara: Ah! Mi scusi Carla. E' una mia abitudine sistemare.

Carla: Mara, è il caso che iniziamo a darci del "tu". Che ne dici Nina?

Non l'avevo mai sentita chiamare sua sorella in quel modo. Doveva essere un diminutivo affettuoso.

Andreina: Meno male che glielo hai detto! Non ne potevo più di sentirmi dare del lei! 

Le due sorelle mi guardarono e scoppiarono in una risata di scherno. 

Mara: Beh...potevate dirlo prima!

Mi sentivo in imbarazzo ma ero divertita anche io.

Carla: Ascolta Mara, va a casa. Preparo la tua paga. Tra un'ora, Andreina sarà da te per portarti quello che ti dobbiamo.

Mara: Posso aspettare per i soldi.

Ci tenni a precisare.

Carla: No, Mara. Te la sei meritata. Ma faremo in questa maniera per non destare inutili sospetti. Devi uscire pulita da qui dentro. Non si sa mai.

Mara: Va bene.

Carla: Jorge è qui fuori che ti aspetta. 

Mara: Beh, allora non so come ringraziarvi. E' stata una serata fantastica. Grazie di tutto.

Mi salutarono calorosamente e mi invitarono a tornare ogni volta che volevo. Uscii fuori dalla porta e salii nella Rolls Royce, con Jorge alla guida.

Jorge: Buonasera, Mara!

Mara: Ciao, Jorge.

Chiuse prontamente il separé elettrico, per non permettermi di vedere la strada. Questo mi diede il tempo di riflettere: perché Carla avrebbe mandato sua sorella, da sola, a casa mia, per consegnarmi dei soldi? Dentro di me, avevo la risposta. Carla voleva che io prendessi il posto di Petra e stava creando l'occasione perché ciò accadesse. Lei e la C.I.A. volevano la stessa cosa, cioè che io seducessi Andreina, chi per un motivo chi per un altro. C'era una terza persona a volere lo stesso ed ero io. Ma non sapevo ancora bene perché realmente lo volessi. 

Jorge: Tutto bene?

Jorge interruppe le mie introspezioni serali abbassando il separé dell'auto. 

Mara: Si, Jorge. Com'è  andata la tua serata?

Jorge: Noiosa. Ho fatto da autista fino ad ora. Questo è il mio ultimo trasporto.

Mara: Mi dispiace che il mio viaggio ti abbia allungato la serata noiosa.

Jorge: Uno in più, uno in meno. Ormai non ci faccio più caso.

Dopo un paio di minuti sentii di nuovo la sua voce.

Jorge: Siamo arrivati.

Jorge scese dalla macchina e aprì il mio sportello.

Si voltò rientrando al posto di guida.

Jorge: Alla prossima, Mara!

Mara: Alla prossima!

Rientrando in casa, pensai che Jorge mi aveva detto che quello sarebbe stato il suo ultimo viaggio. Allora chi avrebbe accompagnato Andreina? Petra, forse? Ben presto non fu più un mio problema, ma mi misi ad aspettare sul divano in salotto, immobile, come un'idiota, che quel campanello suonasse. Non volli neanche ad andare a cambiarmi perché non volevo sembrare una stupida in tuta e canottiera. L'unica cosa che riuscii a fare, fu andare in bagno a darmi una sistemata e a lavarmi i denti e, proprio mentre spazzolavo l'ultima arcata dentale, il citofono suonò. Risciacquai in fretta e furia il dentifricio rimasto nella mia bocca e corsi ad aprire il cancello d'entrata, per far si che Andreina accedesse con l'auto al cortile esterno della casa. Uscii fuori ad aspettare che scendesse dalla macchina ed entrasse in casa e notai che non era accompagnata proprio da nessuno! Strano per una narcotrafficante. Si diresse verso di me, che la stavo aspettando sui tre scaloni di accesso alla porta d'entrata.

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