Il terzo incomodo

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                                                                                   Capitolo 13

L'alba fece capolino prepotentemente, mentre io ero ancora sul divano del salotto che non apparteneva più ad Arnaldo, a pensare a quello che era successo. Non sentivo per niente la stanchezza. Avevo così tanta adrenalina in circolo che neanche un sedativo per cavalli mi avrebbe fatto effetto.

Andai a scaricare la tensione in palestra e, dopo qualche ora, feci una doccia. Mi preparai e andai in centrale. Dovevo fare una paternale ai miei due agenti che, per poco, non mi avevano fatto saltare la copertura.

Arrivai al dipartimento. La prima cosa che feci fu proprio dirigermi da loro.

Mara: Voi due, a rapporto!

Dissi, non appena li scorsi nell'ufficio open-space.

Gustavo e Felicia mi guardarono intimoriti. Li portai nel magazzino delle scartoffie della D.E.A. Lì non c'erano cimici, almeno così segnalava il mio smart-watch, e non c'erano altri agenti nei paraggi al momento. Chiusi la porta e diedi vita alla mia sfuriata.

Mara: Sono venuta in questa cazzo di città per parare il culo a voi colombiani! E voi mi stavate facendo saltare la copertura?! Ma come potete pensare che questa sia "collaborazione"?!

Gustavo: Ci perdoni, Mara. Noi abbiamo eseguito gli ordini.

Mara: Me ne fotto degli ordini, Gustavo! Sono io che ci sto mettendo la faccia! Dovete avvisarmi, qualunque cosa fate! Se non riuscite a mettervi in contatto con me, vuol dire che dovete aspettare o trovare un modo più intelligente per capire che fine ho fatto!

Felicia: Guardi che lo abbiamo fatto per lei. Ci dispiace se le abbiamo rovinato i piani per la serata.

Felicia pronuncio quelle parole con una punta di acido, come se stesse insinuando qualcosa. La cosa mi fece infuriare.

Mara: Ascolti un momento, Felicia. Se lei pensa che io, del suo sarcasmo del cazzo, possa farmene qualcosa, si sbaglia! Non sono qui per cercare la fidanzata. Ha capito? Tutto quello che sto facendo, è per questa missione. Che lei ci creda o no.

Ero davvero arrabbiata. Non le avrei mai parlato così. Fui dispiaciuta, ma andava fatto. Felicia, a volte, andava messa al suo posto. Questo la zittì, in effetti.

Improvvisamente, bussarono alla porta del magazzino

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Improvvisamente, bussarono alla porta del magazzino.

Mara: Chi è?

Chiesi ad alta voce, alla porta.

Paul: Sono Paul! Ho notizie per lei, Mara!

Uscii subito dal magazzino, lasciando i due agenti mortificati a guardarsi l'uno con l'altra.

Paul: Miss Edwards, Miss Torricelli vuole comunicare con lei. Mi ha detto che deve chiamarla dalla scheda sim sicura.

Annuii al signor Manner e subito mi misi all'opera. Inserii la sim C.I.A. nello smart-watch e mi diressi furtivamente nel magazzino. Chiamai Lorena, quella donna era l'unica che poteva calmare i miei nervi.

Operazione Calipso (in Revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora