Adios, mi amor

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                    Capitolo 33

Ore 22.00. Il citofono della villa di Arnaldo annunciò l'arrivo di Jorge. Feci un sospiro di incoraggiamento e pigiai il pulsante per aprire il cancello. Jorge posteggiò il furgone davanti alla villa. Uscii di casa per salutarlo e ringraziarlo del favore che mi aveva concesso.

Mara: Heilà Jorge. Non so come ringraziarti.

Dissi andandogli incontro e sferrandogli una leggera pacca sulla spalla.

Jorge: Di nulla! Solo, mi sembra un po' strano che ti serva addirittura un furgone per quelle quattro valige che hai da portare. Ce l'avresti fatta benissimo con la tua Bentley!

La sua osservazione mi irrigidì.

Mara: Beh... Stavolta il mio trasloco sarà definitivo, quindi vorrei portare qualcosa in più di quattro valigie. E poi ho in serbo una sorpresa per le sorelle Rodijo.

Dissi guardandolo sottecchi, sferrandogli un'altra pacca sulla spalla.

Jorge: Ah! Ora è tutto chiaro! Allora ti lascio al tuo trasloco! Dove sono le chiavi della Bentley?

Gliele porsi prontamente. Jorge sembrava aver bevuto la mia storiella. Afferrò le chiavi e andò via, verso la mia auto. Mi voltai verso la porta di casa, quando sentii il rombo della macchina che si allontanava. Era arrivato il turno dei miei uomini. Guidai il furgone nel garage, dove gli agenti nascosti aspettavano di salire. Aprii il vano del furgone e velocemente gli uomini vi entrarono, impilandosi l'uno con l'altro per via dello spazio stretto, rivestendo prima le pareti del vano e poi occupando il centro. Era il momento. Indossai il giubbotto anti-proiettili, presi la mia arma e controllai che il mio smart-watch C.I.A. fosse ben funzionante. Presi la ricetrasmittente ed avvisai tutte le unità della missione che il piano era pronto.

Improvvisamente, un'auto inchiodò davanti al cancello della villa. Vidi uscire dalla vettura Felicia, che si avvicinò al cancello, chiedendomi in modo trafelato di aprirle. Così feci e lasciai che la macchina da dove Felicia era spuntata entrasse rapidamente nel cortile per poi guidarla nel garage della casa. Alla guida dell'auto, vidi Gustavo. Quando scesero dalla macchina, mi affrettai a chiedere: "Cosa diavolo ci fate qui? Voi dovevate occuparvi dei laboratori!".

Felicia: Lo abbiamo fatto...

Mara: Non dovevate venire qui, Felicia!

Dissi arrabbiata, preoccupata che qualcuno li avesse seguiti.

Felicia: Tranquilla, siamo i tuoi colleghi. E' una buona scusa da usare, come giustificazione per cui ogni tanto veniamo a cercarti.

Non aveva tutti i torti.

Felicia: E poi abbiamo iniziato questa missione insieme. Non ti avremmo mai abbandonato all'ultimo...nonostante tutto...

Apprezzai le sue parole e la ringraziai con lo sguardo. Poi feci cenno, ad entrambi, di entrare nel furgone velocemente. Chiusi il vano e mi sedetti al posto di guida della vettura. Tirai un altro sospiro di incoraggiamento e misi in moto il furgone. Stavo per porre fine a Mara Edwards e alla sua vita da socia delle sorelle Rodijo.

Iniziai la ricerca delle tre querce e delle vie strette sulla sinistra; avevo già passato tre torrette di controllo delle sorelle Rodijo. Ero insospettabile ormai, ma non davo per scontato nulla. Presto, davanti a me, vidi il rettilineo che conduceva alla tenuta. Suonai il citofono, annunciando il mio arrivo, e l'imponente cancello della tenuta si aprì. Mi rimisi alla guida del furgone, che guidai fino alla rimessa delle auto. Lì, trovai l'addetto al deposito e Jorge, che si avvicinò a me, non appena uscii dal furgone.

Jorge: Mara, ti mando qualcuno per scaricare i bagagli.

Mi disse gentilmente, ma lo fermai subito.

Mara: Jorge, piuttosto puoi farmi un favore? Puoi avvertire Andreina del mio arrivo? Per i bagagli mi farò dare una mano da lui.

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