Mi giro e vedo Geoff sorridermi.
Io mi alzo ed esco dal laghetto.
- Grazie, mi ero già vista i pesci in faccia! Lui ride ed esce dopo di me.
- La prossima volta cerca di reprimere il tuo istinto da sirena, grazie.
Io scoppio a ridere al punto di piangere, mentre gli altri ci guardano confusi, per poi tornare a sistemare le tende.—————————————————————
- Allora, che volete per pranzo?
Chiede Froy alla ciurma.
- Gli spiedini di carne, ne ho troppa voglia.
Risponde Matt prontamente.
- Okay, io e Matt tagliamo la carne.
Froy si alza dal tronco.
- Io e Geoff potremmo preparare l'insalata e le pannocchie.
Si offre Elena.
- Io vado a cercare la legna!
Mi inizio ad incamminare, ma le urla degli altri mi fermano.
- Tu non andrai mai da sola per il bosco, è pericolosissimo e poi è meglio se andate in due, sarete più veloci, Shawn vai con lei!
Urla Froy per farsi sentire.
Io spalanco gli occhi e la bocca senza rendermene conto, deglutisco e poi mi giro per riprendere a camminare, sentendo i suoi passi dietro i miei.
Nessuno dei due parla, il silenzio regna tra i nostri due mondi.
Forse ha capito che tra noi due non sarebbe mai successo nulla.
Sarebbe anche meglio se non fossimo neanche amici, sarebbe troppo rischioso e cadremmo facilmente nella trappola, facendoci prendere dalla passione.
Non vedo evidentemente un grosso ramo a terra, perché mi ritrovo con la faccia spiaccicata sul suolo.
- Cazzo, tutto okay?
Mi chiede facendomi sedere per terra per riprendere sensi.
- Si, credo.
Sussurro stringendomi il ginocchio che perde sangue.
Lui focalizza lo sguardo sulle mie mani e le sposta, prendendo lui il ginocchio.
- Ti fa tanto male?
Io annuisco cercando di rimettermi in piedi fallendo.
Non cado grazie alle sue braccia che mi separano di poco da terra.
- Vieni, andiamo a sciacquare il sangue al fiume.
Mi solleva completamente e mi porta in braccio.
Cerco in tutti i modi di evitare il suo sguardo, ma era ovvio che almeno una volta l'avrei incontrato.
Lui ride lasciandomi confusa.
- Mi spieghi come caspita hai fatto a cadere?
Io alzo gli occhi al cielo.
- Sono inciampata su un tronco, non è colpa mia.
Lui scuote la testa.
- Mi sembri piuttosto maldestra, un'oretta fa stavi per farti un bagno gelido in pieno dicembre.
Io sbuffo e poi lascio cadere la testa indietro.
- Okay, magari oggi non è la mia giornata migliore, ma ti assicuro che non sono così distratta quanto sembra.
Arriviamo al fiume e Shawn mi poggia su una roccia.
- Ti giuro che questo imbarazza più me a chiedertelo che a te, ma devi sfilarti i pantaloni per sciacquare le ferite.
Io lo guardo sconvolta, poi scuoto la testa.
- Potrebbero infettarsi, è pericoloso! Qui è tutto allo stato brado, potrebbe causarti gravi infezioni.
Insiste lui.
- Senti, dottore, non so quando tu ti sia laureato, ma io non mi levo proprio niente.
Incrocio le braccia al petto e lo guardo convinta.
- Okay, ma se muori di una strana malattia non cercarmi dopo.
Io rido e lo guardo.
- Se morissi, come dovrei cercarti?
Lui apre la bocca per dire qualcosa, ma finisce per chiuderla e incrociare le braccia.
- Io sono serio!
Sospiro e mi arrendo all'idea che questa discussione non finirà fino a quando questi pantaloni non saranno buttati su questa roccia.
- Girati.
Lui non se lo fa ripetere due volte e si volta verso destra.
Mi siedo sul bordo del lago, scendendo abbastanza infondo da coprire l'addome e tutto quello che sta sotto.
Lui si siede di fianco a me e delicatamente inizia a bagnare le ferite, una ad una.
Io emetto alcuni lamenti di dolore, lui si ferma e poi inizia a soffiare sulle ferite.
- Non volevo farti male.
Io annuisco aspettando che torni a guardare le mie gambe, ma i suoi occhi rimangono inchiodati ai miei.
Sembrano delusi, ma allo stesso tempo speranzosi, così caldi e rassicuranti.
Ogni volta che lo guardo perdo il controllo del mio pensiero, così la mia bocca si apre involontariamente.
- Perché io?
Lui scuote la testa confuso dalla mia domanda.
Ma che cosa ho appena detto, prima gli chiedi di starti lontano e poi gli chiedi questo? Ma sei ritardata?
- Perché tu cosa? Chiede.
- Niente. Taglio corto guardando il vuoto, sperando di chiudere la discussione.
La sua espressione cambia improvvisamente, riesco a percepire la rabbia sul suo volto.
- No Giulia, niente un cavolo, non sono un fottuto pupazzo. Non puoi tirarmi e poi lasciarmi andare. Ammettilo, ammettilo che provi qualcosa per me.
Io mi alzo, dimenticandomi sia di essere una zoppicante, sia di essere in biancheria intima, facendolo arrossire.
Gira di scatto la testa verso il lato opposto e porta il braccio dietro la nuca imbarazzato. Io mi infilo i pantaloni di corsa.
- Io non provo niente per te.
Lui si alza pure, camminando nervoso verso di me, facendomi indietreggiare verso una quercia, sulla quale mi fa sbattere la schiena.
Sta a cinque millimetri da me.
Mi fa girare la testa quando mi sta così vicino.
- Ah si? Non provi niente? E se facessi questo? Inizia a respirare profondamente, sbattendomi il suo respiro sulle labbra.
- Niente. Dico trascinandomi la voce.
- E questo? Porta la mano destra sul mio fianco sinistro e la sinistra sopra la mia testa per appoggiarsi.
Io faccio cenno di no con il capo con occhi che chiedono pietà.
- Se non provi niente per me, allora questo non dovrebbe farti nessun effetto.
Poggia le sue labbra sulle mie, aspettandosi che io lo respinga, ma niente, non riesco a controllarmi.
La mia mente mi dice di fermarmi, ma il mio cuore mi dice di andare avanti.
Le nostre labbra, le nostre lingue, le nostre mani si intrecciano con foga, come se ci rimanessero pochi secondi prima di morire, come se stessimo cercando di creare qualcosa all'ultimo minuto, prima che anche l'ultimo petalo della rosa cada, facendomi tornare con i piedi per terra.Shawn's Pov
Poggio le mie labbra sulle sue, quanto avevo desiderato questo momento, quanto lo avevo immaginato, come il momento più bello della mia vita.
Avevo ragione.
Era come se le nostre labbra si fossero già incontrate prima, come se si conoscessero meglio di quanto lo facessimo noi due. Metto la mano dietro i suoi morbidi capelli, mentre lei le tiene salde sul mio volto.
Vorrei poter parlare e farle capire che questo non è solo un bacio, ma molto di più, vorrei farle capire che questi pochi giorni mi sono bastati per innamorarmi di lei.
Fino a poco tempo fa ero sicuro di sapere cosa fosse l'amore, ma mi sbagliavo, non ero mai stato innamorato in vita mia, è una sensazione completamente diversa, qualcosa che non sai riconoscere fino a quando arriva, in quel momento ti rendi conto di cosa il cuore riesca a farti fare. Mi chiedo se è lo stesso per lei, mi chiedo se anche lei mi pensa prima di addormentarsi, mi chiedo se anche lei abbia capito cosa significa essere innamorati, mi chiedo se lei abbia capito che quello che provo io è amore e non passione, mi chiedo se anche lei mi ami.
Mi stacco da quelle candide labbra, precedentemente prive di qualsiasi peccato, incredulo di quello che era appena accaduto.
- Quindi questo non ha significato niente per te? Chiedo esasperato portandomi le mani ai fianchi, sperando in una risposta positiva.
Lei mi guarda persa, come se stesse per scoppiare a piangere.
- È tutto un grande errore. Dice lei girandosi di spalle, facendomi venire voglia di prenderla e scappare via di qui.
La tiro per un braccio, facendola voltare verso di me.
- La vita è tutto un insieme di grandi errori, non puoi viverla sperando di non concedertene neanche uno. Cazzo Giulia, perché non posso essere io quest'errore?
Lei mi guarda con occhi da cucciolo. Indietreggia, porta le mani in volto e poi torna vicino a me, naso a naso.
Le cade una lacrima in volto, poi si avvicina lasciandomi un bacio a stampo.
Porta il volto dietro il mio orecchio destro e sussurra.
- Aspettami.
Poi si incammina, zoppicando, verso le tende, mentre io riprendo la legna in braccio.—————————————————————
Continuiamo a camminare, fino a quando sentiamo delle urla disperate provenire dall'accampamento.
Giulia si gira verso di me e spaventata inizia a correre trascinando la gamba sinistra, così la seguo.
- COS'È SUCCESSO? Mi urla senza fermarsi.
- HO PAURA DI SAPERE LA RISPOSTA. Inizio a sudare freddo, quando finalmente arriviamo davanti alle tende, sconvolti dalla scena che si presentava davanti ai nostri occhi.
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Starbucks hoe - Shawn Mendes
FanfictionSono tornata con un'altra storia, stesse persone, ma fatti diversi. E se un frappuccino potesse cambiare la vita di due ragazzi? Beh, se sei un fan di Shawn Mendes, dovresti leggerla...