17. LA shower

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Ogni ruga del suo volto esce fuori quando sorride, e non potrei amarle di più.
Mi guarda con aria soddisfatta, come se avesse raggiunto il suo equilibrio, se solo potessi descrivere a parole ciò che mi fa provare, se solo potessi spiegare quella sensazione di movimento nello stomaco ogni volta che lo vedo, credo che riuscirei a fargli capire che lui è importante per me tanto quanto credo di esserlo io per lui.
Continuiamo a fissarci come ebeti per qualche minuto, poi uno strano odore mi pervade le narici.

- Shawn, hai bruciato le uova.

Lui scuote la testa, riprendendosi da quel momento di apnea e si rizza in piedi.
- No. Non ho bruciato le uova.

Io alzo le sopracciglia e incrocio le braccia.

- Ah no, sto avendo un miraggio allora.

Inizia a sventolare una pezza sulle uova fumanti, ormai carbonizzate e poi le butta nel cesto della spazzatura.

- Senti è rimasta un po' di pizza ieri sera, mi accontento di quella.

Mi guarda e annuisce deluso.
Porto il cartone a tavola e mi siedo a gambe incrociate sullo sgabello.

- Mi dispiace, mi ero impegnato per le uova, non poteva andare peggio di così la prima colazione.
- Io invece penso il contrario, non poteva andare meglio, ceh ci sei tu ci sono io e poi c'è questa bellissima pizza che non poteva essere buttata, cosa potrebbe esserci di meglio?

Annuisce con un gran sorriso, strappando il primo boccone.

- Che facciamo oggi?

Chiedo sfregandomi le mani dopo aver divorato la prima fetta.

- Potremmo andare ai mercatini di Natale.
Continuo.
- O al centro commerciale.

- Sai, non voglio dire che sono ricco, ma sono riuscito a raccimulare un po' di soldi negli ultimi tempi e avevo pensato un po' più in grande, va bene ho finito per dire che sono ricco, mi spiace.
Si finge dispiaciuto, con un sorriso sotto i baffi.

- Quanto in grande Mendes?
- Non troppo in grande, ma per me è molto in grande, insomma non te lo dico.
Alzo gli occhi al cielo e sospiro.
- Va bene, fa come vuoi, io intanto vado a farmi la doccia.
Lui annuisce, prendendomi poi il braccio.
- Dovrei farla anche io, ma sprecherei troppa acqua, potremmo farla assieme, sai costa tanto la tassa sull'acqua calda.

Il suo sguardo strozza il mio.

- Non sei quello ricco che vuole fare le cose in grande? Non dovresti avere problemi con le tasse, non fare il pervertito di prima mattina Mendes.

Scuote la testa e poggia una mano tiepida sulla mia coscia scoperta, facendomi venire i brividi.
Prendo la sua mano e la stringo.
- Shawn, no.
Scuoto il mio naso sul suo e poi mi alzo per andare a fare una doccia.

Shawn's Pov

Ripulisco il tavolo, mentre lei è in bagno.
Sento l'acqua scorrere, forte. Provo a distrarmi ma la mia testa non fa altro che insistere.
Butto il cartone della pizza, mentre quel rumore mi trapana la coscienza.
Il mio cervello riesce a dividere goccia per goccia, permettendo ad ognuna di essa di colpirmi sempre più forte.
Poi decido di ascoltare i miei istinti.
Mi dirigo spedito verso il bagno, quasi correndo.
Mi fermo qualche secondo davanti alla porta chiusa, poi afferro la maniglia e mi catapulto dentro.
Sento lei cantare, evidentemente ignara della mia presenza.
Mi levo di fretta i vestiti e poi apro la vetrata che mi separa da lei.
Le afferro i fianchi, mentre i miei capelli iniziano a bagnarsi, come tutto il resto del mio corpo.
Lei sobbalza leggermente e si gira di scatto verso di me.
Non la lascio neanche riflettere e mi butto sulle sue labbra, zittendola.
Continuo a baciarla perché sento il suo sorriso sui miei denti.
La temperatura dei nostri corpi è perfettamente identica, come se stessero seguendo un'armonia che è stata scritta in principio, come se fossimo nati per incontrarci.
Lascio le mie mani scivolare, seguendo tutte le virgole del suo corpo, scoprendone ogni angolo e apprezzandone ogni segreto.
Sento i docili tocchi delle sue gracili dita suonarmi sù per la schiena, quando sento le sue unghie stringermi, quasi incidermi, nel renderla felice.
Mi stacco dalla sua bocca per riempire il suo collo di baci, uno, due, dieci, fino a quando inizia a segnarsi di segni, rossi e bordeaux.
- Dio Shawn, non fermarti più.

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Fissiamo il tetto della stanza, in silenzio, mentre le mie dita percorrono i teneri movimenti dei suoi ricci.
Un silenzio così forte da poterlo udire.
Vorrei poterle mostrare il bene che le voglio, vorrei poterle dimostrare che io credo di aver trovato la soluzione a tutti i miei problemi, vorrei poterle ripetere "ti amo" tante di quelle volte così che non lo scordi mai.
- Non facciamolo finire subito, voglio continuare a consumarmi così fino a quando non ne sarò più capace, voglio vedere i tuoi occhi di fianco a me per tutto il resto della mia vita.
Sussurro io stringendola al mio petto.
Poggio il mio braccio su di lei.
- Li vedrai, te lo giuro.
- Comunque dovremmo prepararci, siamo un po' in ritardo, piccolo imprevisto.
Lei inizia a ridere, facendomi il solletico.
- Ops, piccolo imprevisto.
Si leva l'asciugamano di dosso, mostrando tutti i segni che le ho
lasciato.
- È meglio se ti copri, sembra che tu sia stata attaccata da qualcosa.
Rido io.
- Sbranata da un animale, si Mendes tu.
Scuoto la testa imbarazzato e infilo la maglia.
Sta per uscire dalla stanza, quando torna salterellante da me.
Si avvicina al mio orecchio.
- Comunque ero vergine.

Non mi lascia rispondere, che va via.
Rimango pietrificato qualche istante.
Cazzo, ci sono andato pesante.
Però nutro un senso come di orgoglio, forse perché non ha esitato, o forse perché solo io sono stato padrone del suo corpo per quel poco di tempo, solo io sono riuscito a scoperchiare il barattolo di Pandora.

Giulia's Pov

Saliamo in auto.
Nel silenzio della corsa inizio a pensare a ciò che è successo poco tempo fa.
La mia pelle contro la sua.
Nessun imbarazzo, nessuna timidezza, come se ci conoscessimo da tempo, come se mi conoscesse meglio di quanto io stessa mi conosca.

- Hhmm, mare o città?

Lo guardo perplessa.

- Eh?

- Mare o città, rispondi.
Insiste lui.
- Mare?!
Annuisce contento e torna in silenzio.
Non capisco il senso della domanda, ma non ci metto troppo a capire che questo scellerato mi sta portando in qualche spiaggia.
- Ah Giulia, un'altra cosa, molto presto, dopo le vacanze di Natale, ci saranno i Grammys, se ti va potresti venire con me.
Io spalanco involontariamente la bocca.
- Io?
Chiedo incredula.
- Tu.
- Ehm si, certo.
Ogni tanto mi scordo di stare con un artista di fama mondiale.

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Accosta l'auto al parcheggio dell'aeroporto.
Lo guardo confusa.
- Shawn?
Lui si gira compiaciuto, come se stesse aspettando questa domanda.
- Che ci facciamo qui?
- Ti avevo detto che pensavo in grande.
- E poi hai aggiunto non così in grande.
- Infatti non ti sto portando con un Jet privato.
- Dio, almeno dove stiamo andando.
- Prendiamo il primo volo per LA.

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Ciao bellissimi!
Scusate il ritardo, ma avevto troppo da studiare e non avevo ispirazione.
Fatemi sapere se la storia vi piace.
Sono ancora sconvolta dalle quasi 8k visualizzazioni nella prima ff, quindi un gandissimi grazie a tutti voi che mi supportate sempre.
Voglio chiedervi solo un aiuto, ELENA CON CHI DOVREBBE STARE? FATEMELO SAPERE NEI COMMENTI
UN BACIO♥️

Starbucks hoe - Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora