21. Pictures of you

122 10 3
                                    

Mentre continuiamo a camminare, si sgancia il braccialetto dal polso destro, così mi abbasso a raccogliere.

*flashback*

Mi abbasso per la debolezza, quasi cado, quando ne arriva un altro. Non sento più niente, la mia pelle è stata così urtata dal trovarsi indifferente ad ogni altro colpo.

- Smettila.

Ansimo con le ultime forze in corpo, cercando inutilmente di alzarmi.

- Ti prego.

Non faccio neanche in tempo a chiudere la bocca che uno schiaffo, l'ultimo, mi fa chiudere gli occhi.
Penso per l'ultima volta, spero per l'ultima volta.

*fine flashback*

Mi alzo di scatto, cerco un secchio in fretta.
Mi avvicino ad esso e vomito. Il ricordo di certi momenti mi segna come cicatrici su tutto il corpo, darei l'anima per dimenticare, ma so che non accadrà mai.

- Che cazzo succede?

Chiede tenendomi i capelli indietro e accarezzandomi la schiena.

- Giulia, torniamo in hotel.


                                        * * *

Mi poggia sul letto, mentre le lacrime continuano a scorrere. Eppure non emetto suono, non sento niente.

- Cos'hai?

Chiede sedendosi al mio fianco, studiandomi.

- Niente Shawn, è il cambio di temperatura, certe volte si manifesta quando torno in Italia.

Annuisce, per poi alzarsi e prendere il telefono fisso dell'albergo.

- Salve, chiamo dalla Suit 158, volevo ordinare un tè caldo al limone e qualche fetta di pane, assieme al tè delle bustine di zucchero, grazie mille.

Ritorna sul letto e poggia la sua mano sul mio viso, per asciugare le lacrime.

- Tesoro.

Sussurra guardandomi. Sento il cuore ingrandirsi alla tenerezza della sua voce.
Bussano alla porta.

- Bevilo un po' alla volta, e bagna un po' il pane.

- Grazie Shawn.

- Ma grazie cosa, è tutta colpa mia, se non fossimo venuti qua io non avrei portato scompiglio alla tua famiglia, tu staresti bene e niente di tutto ciò sarebbe accaduto.

Mi alzo, dimenticandomi del mio stato. Gli prendo il volto tra le mani.
Mi guarda confuso e sorpreso.

- Non ti azzardare a dire una cosa del genere. Smettila di crearti tutti questi problemi. Se non fossimo venuti qua, domani non partirei con il mio migliore amico, se non fossimo venuti qua non avremmo fatto questi tatuaggi.

- Si okay, ma non t'incazzare.

Tengo lo sguardo serio per qualche secondo, poi mi lascio cadere all'indietro ridendo.

Mi prende per i polsi e mi sovrasta con il suo corpo, naso a naso sulle bianche lenzuola.
Mi lascia un bacio, seguito da numerosi altri.
Perdo il fiato, come al solito, mentre la sua pelle calda riscalda la mia gelida.

- Mi stai dicendo che a casa tua non potremo fare niente?

Chiede con il fiatone, staccandosi dalle mie labbra.
Scuoto la testa.
Si avvicina di nuovo, intrecciando la sua lingua alla mia, per poi lasciarla di nuovo.

Starbucks hoe - Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora