18. That's how it is

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Shawn's Pov

- Ma tu sei pazzo.

"Sì, di te" penso tra me e me.

Slaccio la cintura di sicurezza e velocemente prendo lo zaino che ho lasciato nel bagagliaio.

- Ma io non ho neanche un paio di mutande.
Dice lei.
- Come se non le vendessero in California.

Mi lascio alle spalle il Canada entrando nella fredda e pulita area dell'aeroporto.
Persone che corrono, altre che sorseggiano caffè, altre invece che piangono a causa di un addio.
Questo è uno dei miei posti preferiti, dove è possibile incontrare persone di ogni genere che prendono il volo verso  nuove avventure.
E il caso vuole che oggi io stia per prenderne uno per un'avventura che mi fa tremare le gambe al solo pensarci.
Poi guardo lei, che ha più o meno la mia stessa espressione, con un sorriso che le strapperei di baci, le gote di un tenero rosa che accenna al rosso e quei ciuffi che le ricadono sulla fronte.
Sento qualcuno picchiattarmi alla schiena, mi volto.
Un ragazzo con il telefono in mano, seguito da una decina di persone più o meno tutte con la stessa espressione che mi fissano sorridenti.
Faccio, com'è  mio solito, foto con tutti loro, quando una ragazza si avvicina verso Giulia.
Mi avvicino e possio il mio braccio dietro la sua schiena.
La ragazza strabuzza gli occhi e fa cenno al resto dei ragazzi.
- Non vorrei essere scortese, ma chi sei?
Giulia arrossisce e porta dietro le orecchie un ciuffo di capelli.
- Sono una sua amica.
La guardo storto e prima che qualcuno possa dire qualcosa mi affretto a parlare.
- È la mia fidanzata, si chiama Giulia.
Se potessi fare una foto a ciascuna delle espressioni tracciate sui volti dei ragazzi così da ridere per qualche giorno lo farei.
- Piacere Giulia!
Esclama la ragazza, cambiando la sue espressione in un gran sorriso.
- Posso fare una foto anche con te?
Giulia sorride e annuisce, facendo in seguito una foto con ciascuno dei ragazzi.
Salutiamo tutti, lasciandoci dietro dei borbottii di stupore.
Sembra piuttosto frastornata ma anche soddisfatta.
- Gli piaci!
Smorzo il silenzio.
- A chi?
Chiede lei.
- Al Mendes Army.
Lei mi guarda più confusa di prima.
- Ai miei fan, se mi avessi stalkerato meglio sapresti che si fanno chiamare così.
Lei sorride con tenerezza negli occhi.
- Ora capisco perché ti vogliono bene.
Le prendo la mano e lei si poggia sul mio petto.
Ci avviciniamo al check-in della prima compagnia nelle vicinanze.
Il primo aereo partirà tra tre ore, tutto il tempo che serve per farcela con calma.
Prendiamo i biglietti e superati i controlli iniziamo a girare per i negozi, giusto per perder tempo.
Poi passiamo di fronte a Starbucks, mi viene un automatico sorriso in volto.
- Per me tu eri il tipo del Frappuccino.
Esordia, distogliendo la mia attenzione dai miei pensieri.
- Pensavo Swon.
Ridiamo assieme, quando un urlo ci frastuona le orecchie, un urlo che si avvicina sempre di più fino a quando sento delle braccia attorno alla mia vita.
Giulia si accosta sorridendo forzatamente.
- Shawn Shawn SHAWN.
Urla la ragazza dai capelli neri pece e gli occhi verdi pietra.
Io la abbraccio sorridendo.
- Questa è la tua nuova assistente?
Chiede mentre gira attorno a Giulia scrutandola.
- Non esattamente.
Incrocia le braccia e si avvicina a me.
- Mendes mi nascondi qualcosa?
Io la guardo confuso.
- Ehm, no?
- E allora chi è questa?
Giulia alza il sopracciglio evidentemente irritata.
Si avvicina alla ragazza, picchiettadole la spalla.
- "Quella" si chiama Giulia, piacere mio.
Io la guardo ridendo sotto i baffi, tra un po' la uccide.
- Io non l'ho chiesto a te ma a Shawny.
- Shawny?
- Si il mio Shawny.
- Ah si, giusto. Scusami ma ora dobbiamo andare, il volo parte tra circa tre ore, sai non vorrei perderlo.
Cammina avanti spedita, farneticando parole tra se e se, non posso nascondere un ambio sorriso in viso.
La prendo per i fianchi, per lasciarle un bacio soffice sul collo.
- Mi spiace.
- Non devi, Shawn, è normale, devo solo farci l'abitudine.

Giulia's Pov

Non sono una persona gelosa, o si?
Anche perché se lo fossi sarebbe letteralmente impossibile stare con Shawn.
Però c'è qualcosa nei suoi occhi che mi dice di fidarmi, come se ci conoscessimo da anni ormai.
- Abbiamo un Frappuccino in sospeso.
Entriamo da Starbucks.
Potrebbe sembrare piuttosto superficiale come cosa, ma dobbiamo qualcosa a questa azienda... Se non fosse stato per quel Frappuccino al cioccolato, forse, Shawn mi sarebbe passato davanti e io non me ne sarei accorta.
Mi distolgo dai miei pensieri quando Shawn di avvicina con i bicchieri in mano, sorseggiando già la sua bevanda.
- Ci sediamo?
Chiede dolcemente, come suo solito.
Annuisco e prendiamo posto al tavolino più vicino.
- Sai che c'è?
Sbotta improvvisamente senza preavviso.
- Voglio urlarlo al mondo.
Continuo a non capire, ma se ne frega del mio sguardo confuso e tira fuori il telefono dalla tasca.
Lo punta verso di me, quando mi rendo conto delle sue intenzioni e mi copro il volto ridendo.
- Ma sei scemo?
Lui mi sorride dietro lo schermo, pigia qualche volta e poi ritorna a me.
- Fatto.
Scuoto la testa e torno a sorseggiare.
- Da quanto tempo non venivamo da Starbucks woah, l'ultima volta ti era caduto un guanto.
- No Shawn, l'ultima volta hai deciso di fare lo psicopatico, non ricordi? Il bicchiere con la scritta, il mio orecchio, la porta.
Inizia a ridere portando indietro il capo.
Quanto è bello quando ride, dio.
Poi i miei occhi cadono sulle sue mani, le sue mani, sono una cosa magnifica, a guardarle sembrano forti, quasi a sollevare il mondo, ma poi i ricordi riaffiorano e sento i suoi docili tocchi sulla mia pelle.
- Sono innamorata dei tuoi tatuaggi.
Mi guarda stupito, con occhi di un bambino.
- Davvero?
Annuisco, stranita dal suo stupore.
Chiedo di spiegarmeli uno ad uno, e la loro bellezza aumenta venendo a conoscenza del loro significato.
Mi fa così strano che un ragazzo di soli diciannove anni sia così maturo, intelligente e sensibile.
- Aspetta... Dove sono le lentiggini che avevi stamattina sulle goti?
Chiede.
- Il correttore che ho messo sotto gli occhi sarà finito anche sulle guance.
Si avvicina a me, sollevandosi di qualche centimetro dalla sedia e con il pollice inizia a scavare sul mio viso.
- Eccole, dio quanto sei bella.
Arrossisco, come è mia abitudine, e gli sorrido, con uno dei miei più onesti sorrisi.


Hello!
Chiedo perdono e pietà, l'ultimo capitolo risale a febbraio but ho avuto un brutto periodo negli ultimi tempi.
Ma ora sto mille volte meglio e voglio tornare ad aggiornare al più presto!
♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️

Starbucks hoe - Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora