10.Not lonely this Christmas

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Un ronfo mi sveglia, assieme alla luce che mi acceca.
Apro gli occhi e sento il suo petto andare su e giù dietro la mia schiena.
Lui ancora dorme.
Sembra un angelo, gli occhi dalle folte ciglia scure chiusi dal sonno, le labbra teneramente socchiuse rosate, che fanno movimenti quasi impercettibili ad ogni respiro, di un rosa candido.
- SHAWN CAZZO!
Lui salta dal tronco, cadendo sul terreno ancora umido del mattino.
- Preferisco essere svegliato dolcemente la mattina. Borbotta cercando di aprire gli occhi, facendo fronte alla luce forte.
- Shawn, non siamo tornati in tenda, se non ci trovano chi metteranno cinque secondi a scoprirci.
Lui cambia espressione di colpo e si alza senza esitare.
- Sono le cinque e mezza, non credo siano già svegli, ma meglio andare e non rischiare.
Torna al suo solito tono responsabile, quel tono che mi colpisce sempre, giorno dopo giorno.
Io annuisco e mi sistemo i vestiti.
- Ma prima questo. Io alzo la testa e lui mi lascia un bacio sulle labbra, facendomi ridere come una bambina.
Lui mi imita, prendendomi in giro, così gli do un pugnetto sulla spalla.
- Ora si che mi metto a piangere.
Io scuoto la testa e mi incammino, zoppicando sempre meno.
- Non è che adesso che torniamo tu improvvisamente cambi idea e torni la stronza del solito vero?
Io mi fermo, senza voltarmi.
È vero. Io ho quasi dimenticato tutto ciò che mi circonda realmente, pensando solo a me e Shawn.
Mi giro verso di lui, cercando una soluzione nei suoi grandi occhi castani.
- Giulia, è vero?
Io sposto gli occhi a destra e a sinistra, cercando aiuto.
- Non lo so Shawn.
Lui mi guarda deluso, come se si aspettasse molto di meglio da me, come se contasse in qualcosa che io non sono sicura di poter promettere.
Abbassa lo sguardo e si incammina, superando me, immobile a fissare il vuoto.
Io corro dietro di lui per fermarlo.
- Shawn, tu mi piaci, tanto.
Lui mi guarda, sorpreso dalle mie parole.
Mi prende la mano destra e la porta all'altezza del mio petto.
- Lo so, ma dimostramelo.
Poggia il suo naso sul mio, io sorrido arrossendo. Lo scuote sul mio e mi stringe a se.
- Lo prometto. Sussurro abbastanza forte da farmi sentire.
Lui stringe, se possibile, ancora di più le mie mani, saldamente intrecciate alle sue.
- Giura su Dio. Io lo guardo confusa.
- Ehm, okay, lo giuro. Rispondo, continuando ad essere confusa.
- No, devi dire "giuro su Dio". Scuoto la testa sempre più persa.
- Ehm, giuro su Dio. Lui annuisce soddisfatto e poi lascia la presa tornando a camminare.
- Mi lasci così? Lui torna di corsa, lasciandomi un grande e tenerissimo bacio sul naso, rosso per il freddo.
- Dio sei così adorabile. Mi stringe le gote ridendo, socchiudendo i grandi occhi a causa del grande sorriso che gli ricopre gran parte del viso.
Io sorrido, mostrando il meglio delle mie fossette, quando qualcosa di freddo e bagnato cade sul mio naso.
Alzo lo sguardo e sono particolarmente felice di vedere quello che sto attualmente vedendo.
- Shawn NEVICA! Inizio a girare, lasciandomi ricoprire da quei morbidi fiocchi di neve, che si poggiano piano piano su tutto il mio corpo, facendomi sembrare un pupazzo di neve.
Continuo a salterellare spensierata, quando qualcosa di pesante mi colpisce la schiena.
Mi giro furiosa, arrotolo un po' della neve appena caduta e mi rompo quasi il braccio per lanciarla con la massima potenza possibile.
- Mai sfidare me a palle di neve. Shawn alza le spalle e me ne tira un'altra.
- Vuoi la guerra? E guerra sia.

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Ridiamo come bambini, perché è questo che sappiamo fare, stare sereni insieme, come se lo stare vicini ci difendesse da qualsiasi cosa brutta.

- Mi arrendo! Urla Shawn uscendo dal suo nascondiglio, con le braccia ben alzate, in segno di resa.

Io gli sorrido, con le braccia incrociate al petto, mentre continua ad avanzare verso di me.
Porta le mani ai miei fianchi, li stringe per poi sollevarmi da terra, facendomi girare.
Sorrido come non mai, sentendo ogni singolo muscolo del mio volto in funzione, pensando di aver sbagliato per tutto questo tempo, considerando quelli dei sorrisi.
Non avevano niente a che fare con questo, questo era ciò che si poteva definire un sorriso.

- Shawn, cosa stai facendo? Chiedo piuttosto confusa, quando mi lascia, inginocchiandosi a terra sul terreno, verso un cespuglietto, anch'esso ormai quasi completamente ricoperto di neve.

Si dirige soddisfatto verso di me, che lo guardo sospettosa, con le mani dietro la schiena e un ghigno in volto, ma non un ghigno maligno, perverso più che altro. Sta a pochi centimetri da me, quando solleva il braccio sopra le nostre teste. Alzo il capo per capire, quando vedo le sue mani tenere delicatamente un ramoscello di vischio. Poi i miei occhi tornano al suo viso, con il naso e le guance rosse per il freddo canadese, gli occhi ancora un pochino gonfi per il sonno, la piccola cicatrice poco sopra le sue labbra, la sua bocca asciutta e rossa, come in attesa di affetto.

Shawn è un capolavoro.

- Sei stupendo Shawn.
Sgrana gli occhi e le sue guance arrossiscono ancora di più.
Mi prende la mano con la sua libera e la porta al suo petto.

- Lo senti? Mi chiede puntandomi quelle pietre dei suoi occhi addosso.
Io alzo le spalle, non capisco cosa intenda.

- Lo senti Cooper? Inarco le sopracciglia, aspettando che mi chiarisca le idee.
Poi afferro in concetto e annuisco, perdendo leggermente l'equilibrio, indietreggiando di un passo. Mi riavvicina a se con un movimento svelto del braccio.

- Sei tu che lo fai battere a trecento all'ora quando fai così.
Abbasso lo sguardo sorridendo come un ebete, riavvicinando gli occhiali sul naso. Mi prende delicatamente il volto, mi guarda qualche istante e poi indica con gli occhi la sua mano, che per tutto questo tempo è rimasta alzata sopra le nostre teste. Io annuisco e mi avvicino a lui.
Gli lascio un lieve bacio a stampo, ma lui mi ferma prima che possa staccarmi, approfondendolo, lasciandomi attonita per qualche secondo, poi lascio andare le mie mani dietro la sua nuca.

- Non posso chiedere di meglio a Babbo Natale. Sussurra, facendomi ridere. Allungo il braccio verso il suo e afferro il ramoscello, per poi metterlo in tasca.
Lui lo riprende, con un movimento svelto dal mio cappotto.

- Meglio se lo tengo io, in caso ce ne fosse bisogno. Scuoto la testa rassegnata.

- Meglio se andiamo, Shawn, si è fatto tardi. Dico camminando verso le tende, ma qualcosa mi ferma il braccio, facendomi fare una giravolta.

- Un'ultima volta. Ansima sulle mie labbra, sorrido sulle sue e stiamo un po' di minuti con le labbra l'una sull'altra.

- RAGAZZI?! Urla qualcuno che sta a qualche metro di distanza da noi. Mi stacco immediatamente consapevole di aver fatto un casino.

Starbucks hoe - Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora