XVII.

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Mi muovo leggermente e scopro di essere sopra a un letto. Corrugo la fronte, pensando a come ci sia finita. Apro leggermente le palpebre e vedo che è la mia stanza. È mattina. Mi giro e vedo Danny. Dio, che colpo! E adesso questo qui ha dormito tutta la notte con me?! Santa Luna aiutami tu...Lo guardo: sta dormendo beatamente. Sorrido, lo trovo buffo, perché la mano sotto la guancia crea una smorfia. Lo muovo bruscamente per svegliarlo.
- Dai, dormiglione. Svegliati! -. Mugola nel sonno. Sorrido di nuovo.
- Via mosca -
- Non chiamarmi mosca, topo! -. Vedo un sorriso. Cerco di schiaffeggiarlo sul braccio scherzosamente ma mi blocca i polsi. Apre un occhio, mostrando un paesaggio di ghiaccio.
- Passo falso mosca - e ghigna. Mi fa salire a cavalcioni sopra di lui. Ma che ca...?
- Sicuro topo -
Gli do un pizzicotto sulla pancia e scendo. Non so neanche come ho fatto a trovare un po' di ciccia essendo tutto muscoli. Gli ho fatto un livido.
- Io scendo -. Scendo le scale, o meglio, scivolo sullo scorri mano. Un vizio che porto sin da piccola. Appena scendo mia madre mi prende il viso tra le mani e inizia a tempestarmi di domande.
- Stai bene? Tutto a posto? Sei ferita? Sei bianchissima tesoro...-
- Fermati mamma, sto bene. Mi ero solo addormentata, ero stanca- .Sento dei passi dietro di me scendere le scale.
- Lo sa che sua figlia non ha un cuore, vero? Disturba sempre quando vede qualcuno che dorme beatamente? - parla il ragazzo. Gli lancio un'occhiata truce. Mi guarda come per dire "scusa" e se ne va.

Da una parte ha ragione, però. È dura ammetterlo, ma è vero. Non c'è l'ho più. Da una data, da un giorno ben preciso il mio cuore si è dissolto, bruciato, rotto. Per colpa dei miei sentimenti. Le persone non pensano, neanche un po', che questi ti possono cambiare. Sia te stesso sia il tuo punto di vista. O ti rendono la ragazza più felice del mondo o, come nel mio caso, ti distruggono. Può essere stupido questo, sentirsi male per questa stupida e innocente domanda. Però è così. Ho un paio di anni e durante questi ho imparato e memorizzato molte cose. Sono anche cambiata molto. Prima ero felice, spensierata e credevo che la mia vita fosse perfetta e che lo sarà anche in futuro. Perché? Perché credevo di aver trovato il mio amore, l'unica persona che amavo. Però, come ho detto, credevo. E infatti si è dimostrato un bastardo egoista. Lo amavo così tanto da dirgli anche il mio segreto. Di farlo avvicinare e scoprendo così anche il suo. Mi ha tradita. L'ho dovuto uccidere. Aveva antri piani con me e quello di amarmi non era tra quelli. Al ricordo di quello che ho provato a farmi rabbrividisco. Il mio segreto era nelle sue mani, era nelle mani sbagliate. Dopo questo accaduto sono diventata diversa, un'altra persona. Sono così stronza, acida e "cattiva" perché ho commesso un grande errore, indelebile ormai dalla mia testa: sono stata troppo buona, ingenua con gente sbagliata, con persone che non meritavano neanche la mia attenzione. Il mio cuore. Freddi non si nasce, si diventa. E io sono cambiata, forse non nel modo migliore, ma l'ho fatto. E io ho paura di ritornare la ragazza buona, educata e fragile di una volta perché temo che quell'errore potrebbe succedere, di nuovo. E non voglio. Troppi pensieri, troppi ricordi. Ho la testa piena per quella stupida domanda. Ma è possibile che mi distruggo per ogni singola cosa? Anche se stupida?

- Io esco -
- Dove vai? -
- Non ti deve importare! -
- Mi importa inv...-
Fuori. Mi trasformo e corro. Vado al lago.
Mentre cammino verso esso mi ritrasformo ma subito dopo qualcosa di freddo e appuntito si chiude sulla mia caviglia.

Una tagliola.

Le punte di acciaio sono infilate nella carne, danneggiando l'osso. Non riesco ad urlare dal dolore, la sorpresa prevale, ne esce solo uno strozzato. Cado all'indietro, sbattendo forte la testa. Le mie braccia sono aperte e i polsi vengono infilzati da altre due tagliole. Un urlo più evidenziato dal dolore. Muovo piano la testa di lato e vedo che nei denti della trappola sui polsi c'è un liquido denso, trasparente. Solo una creatura lo possiede.
I Wendigo.
Arrabbiata e addolorata ruggisco, sperando che qualcuno mi senta. Cerco di muovermi ma il veleno me lo impedisce. Quel dannato liquido mi ha paralizzata. Aumento il calore del mio corpo. Spero si sciolga il ferro. Mentre si scalda, muovo le dita in modo che il movimento si espanda nel corpo, cosicché questo si muova. Infatti, lentamente, inizio a muovermi. Una gioia! Aumento ancora di più il calore. La mia pelle sembra che sia arancione. I miei capelli dal nero pece sono rossi. Anzi, tecnicamente, sono delle vere e proprie fiamme vivaci. I miei vestiti iniziano a bruciare. Le vene sono di un rosso scuro, quasi nero, per il sangue bollente. Chiudo gli occhi e mi concentro per avere più forza per liberarmi. Non provo dolore è solo che il ferro a noi creature sovrannaturali a una temperatura elevata, non è la cosa migliore che ci possa essere. Apro di scatto gli occhi, mostrando quest'ultimi da Guardiana del Fuoco. Sento un liquido denso nella caviglia.

Il ferro si sta sciogliendo.

Mi muovo per liberarmi ma il veleno non è del tutto scomparso. Un rumore metallico mi salva. Ho staccato le trappole dal terreno. Sorrido, soddisfatta. Con difficoltà cerco di alzarmi, ma le fitte di dolore mi tengono per mano. Mi dirigo in un'albero vicino, appoggiandomi al tronco.
- Fottuti Wendigo -
Mi fa male tutto. In pochi minuti le ferite e le fitte di dolore solo svanite del tutto, per fortuna. Mi alzo e annuso l'aria. Sento la puzza di quei cannibali e non è neanche molto lontana. Stavano venendo a vedere come stavo, sicuro. Inizio a correre verso di loro.
- Dov'è la ragazza? - domanda autoritario uno di essi.
- È... è...scappata - risponde un'altro, con l'affanno a mille.
- Come?! -
- Ha sciolto le trappole e staccate ed è riuscita a fuggire -
- Quella...ragazza come ha fatto? -. Sono scioccati. - Luke la vuole...Solo lei, mentre gli altri solo gli elementi. Lei intera è più forte. Dobbiamo prenderla. -
Esco dal nascondiglio e mi piazzo davanti a lui.
- Ti ringrazio per il complimento -
Intrappolo la sua testa nelle mie mani e, con uno scatto di lato, gliela stacco letteralmente. Con il suo amichetto, invece, infilo una mano nel petto, prendo il cuore e lo tiro fuori. Mi guarda, privo di dolore, privo di anima. Lo spingo e cade a terra mentre schiaccio il suo cuore, schizzando sangue da tutti i poli. Ritorno al lago per ripulirmi. Mi tocca spogliarmi. Rimango in reggiseno sportivo e pantaloncini corti, sperando che nessuno si faccia vivo. Li metto nell'acqua e aspetto. Dopo due minuti li tiro fuori e li appoggio a terra.
- Raggio, raggio, dove sei? Mmmh...oh,eccolo! -. Trovo un raggio caldo abbastanza grande e posiziono sotto di esso gli indumenti, aumentando il calore per velocizzare.

- La mia giornata sta andando meravigliosamente in questo momento. Nel mio luogo preferito trovo una ragazza in reggiseno...wow...-.

Le mie preghiere sono state rifiutate. "Capisco che sono figlia del demonio in un certo senso, però pietà!"
- Che vuoi? E per la cronaca non è un reggiseno intimo, è sportivo -. Si avvicina, con passo deciso.
- Ti stavo cercando ed è sempre un reggiseno -
- Per me è diverso, fai te - sussurro, ma credo mi abbia sentito comunque. - Allora, mi sei venuto a cercare,no? Che vuoi? -
- Bè sai...una ragazza che esce arrabbiata e delusa sbattendo la porta dopo che una persona, ovvero io, ha parlato non mi sembra una cosa da passarci sopra -.
Mh...si sono fatti furbi 'sti maschi....
- Quindi mi stai dicendo che ti importa qualcosa di me? - lo guardo. Non si muove. - Tu dici sempre qualcosa che non dovresti dire - balbetto girandomi.
- Ovvero - mi rigiro e lo fisso.
- No, non è niente. Lascia stare...-
- Dimmelo -. Sbuffo. Prima di parlare mi vesto.
- Bè non ho un cuore, no? - lo fisso con le braccia conserte, aspettando una risposta.
- Ti sei offesa per questo? Davvero? -
Mi prende per il culo? Che minchia vuol dire!
- Mi stai prendendo in giro per caso? -
- No, è che...è una cosa alquanto stupida -.

Stesa a terra.
Qualcosa di stupido lo considera.

- Tu non sai cosa mi fa rivivere quella frase. Tu non sai che giorni ho passato per colpa di quella frase. Tu non sai come mi sono ridotta grazie a quella frase. Pensi che sia qualcosa di stupido, eh? Indossa i miei vestiti, i miei occhi, le mie capacità diverse da tutti. Uniche. Quella stupida frase mi ha fatto passare gli anni più difficili, dolorosi e orribili della mia vita. Pensavano che fossi morta, letteralmente. Mi trattavano da cadavere. Nessuno, e ripeto nessuno, mi parlava. Non aprivano bocca con me. E, credimi, è stato orribile. Sono sopravvissuta. Da sola! Senza l'aiuto di una singola persona perché non volevo che mi vedessero fragile, vulnerabile, indifesa. Io un dannatissimo cuore ce l'ho. Caduto nelle profondità dell'oscuro Inferno e molto probabilmente un po' crepato, ma ce l'ho. Quella frase mi ha cambiata, mi ha resa la persona che sono oggi! - sputo tutto d'un fiato, al limite della mia forza, al limite dei miei muri.
- Il miglior modo per non farti spezzare il cuore  è fingere di non averne uno, sai. Anche se, dopo, è difficile riaverlo per intero. -

Lo guardo per l'ultima volta e poi scappo, per la centesima volta, credo.

La Guardiana Mezzosangue  ~La profeziaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora