XXX.

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Non doveva morire nessuno, avevo detto, e così sarà. I suoi ginocchi toccano terra, mentre le mani raggiungono la pancia, dove la macchia inizia ad espandersi. Riprendendomi dallo stato di shock, corro in suo soccorso, con le lacrime che fanno da velo ai miei occhi. Si sdraia totalmente a terra mentre la sua testa è appoggiata sulle mie cosce. Con l'affanno, gli metto una mano sopra la ferita, ritirando il dolore. Le vene si colorano di nero, come se al loro interno, invece del sangue, scorresse dell'inchiostro. Ma questo dura pochi secondi, lasciandomi impietrita. Riprovo, riprovo ancora, ma non lo ritira.

- Mamma...mamma resisti...-, la mia mente pensa a quello che dovrei fare, ma non c'è niente qui intorno che mi possa venire utile. Dietro di me, il silenzio e l'immobilità prevalgono.
Poi, un'idea. - Christian! Ti prego, fa spuntare delle piante mediche così l'aiuteranno il più possibile. La porteremo in ospedale, loro ci daranno del vantaggio - parlo veloce e inizio a prepararmi per l'aiuto di qualcuno per alzarla. Ma restano tutti immobili, compreso lui.
- Che aspetti?! -

- Ehm, Kathrin...non farebbero niente. Per curare quella ci serve una strega...le piante curano le malattie -

Il suo battito cardiaco rallenta sempre di più mentre i suoi occhi cercano i miei, imploranti.

- Mamma...non riesco...-, le vene non sono più scure, ci riprovo, ci riprovo, ma non accade niente. La sua mano accarezza la mia guancia, dove cade una lacrima.

- Non piangere, tesoro. Sto bene, morirò indolore - parla dolorante lei. No, non lo deve neanche pensare, lei non morirà.

- Nessuno deve morire in questo stupido contrattacco, specialmente tu. Ti sono venuta a recuperare, come puoi morire ora! - urlo, rigata da mille lacrime.

Scendono velocissime, impedendomi di trattenerle. Il suo pollice accarezza lo zigomo.
Il cuore non lo sento più.

- Ti voglio bene tesoro. Sii forte. -

La mano cade, priva di vita. Il battito cardiaco è sparito, non riesco a sentire l'aria uscire dalle narici e le palpebre rimangono chiuse. Il senso di tristezza e distruzione arriva di corsa, come un treno, investendo tutta la speranza.
Mi riempie. E mi distrugge.
Era umana, non doveva immischiarsi in questo stramaledetto mondo. Non aveva mai avuto paura di noi, a volte si comportava come se anche lei fosse un licantropo.
Era mia madre.
Era mia madre, dannazione!
Le immagini di me e lei sorridenti, tristi, arrabbiate scorrono dentro alla mia testa, facendomi rivedere quel sorriso che ora non porta e quegli occhi che ho ereditata ormai nascosti dalle bianche palpebre. Inizio a dondolare, tenendo stretta la sua testa, appoggiandoci sopra la mia.

- No, no, no...- continuo tra i vari singhiozzi, a questo punto il rumore predominante di questo vasto luogo. Una mano si posa sulla mia spalla e l'uomo si siede accanto a me, accarezzando i lunghi capelli della donna.

Nessun figlio dovrebbe vivere l'incubo di vedere la propria madre morire sotto i suoi occhi, senza poter intervenire o aiutarla in qualche modo o essere consapevole che in un certo attimo non ci sia più niente da fare. Nella mia vita ho visto troppe persone care morire, ma questa...questa è la perdita più dolorosa, quelle perdite dove le lacrime non si fermano neanche per un secondo e i singhiozzi perenni fanno da melodia.

Questa me la pagherà cara, lo prometto. Non solo Luke, l'intero branco. Civili o meno, la pagheranno, gli farò passare l'inferno che ho attraversato io, con il terreno ricoperto di cadaveri, l'aria che odora di sangue e il rumore di ossa rotte o di lame o di spari.
I miei occhi arrossati percorrono tutti i corpi per poi catturare quello in piedi del suo assassino.
Sorride trionfante. In tutta calma, mi alzo, fissandolo. Avanzo di due, tre, quattro passi. Non smette. Delle scie rosse infiammate si intrecciano lungo il mio corpo, ovunque. Si espandono, ritrovandomi alla fine inghiottita dal fuoco, nel cuore, al centro dell'elemento. Non brucio.
I pugni serrati, lo sguardo assassino, la fiammata che nasce dalla mia pelle e la rabbia che bolle in me danno vita all'inizio del suo Inferno. Ma, stranamente, non sento le iridi della Guardiana del Fuoco. Sento l'oscuro colore del sangue colorare i miei occhi. Il mio incubo si è risvegliato, non saprei dire se positivamente o negativamente. Ho fatto cose orribili con lui sveglio.
Apro le mani e, impassibile, scaglio tutte le fiamme contro la sua figura, bruciandolo vivo. Continuano a crearsi, non finiscono mai, e quando escono diventano più forti di quelle precedenti. Le sue dolorose grida sono musica per le mie orecchie, gioia. Ghigno.
La sua pelle sta iniziando a sciogliersi. Aumento il calore, fino a quando non ne rimane altro che un mucchio di cenere. Con una vampata finale le fiamme scompaiono e io cado a terra, esausta.
Neanche ora si fermano le gocce d'acqua salata provenienti dai bulbi oculari.
Mi giro verso il corpo di mia madre e mi chiedo se lei l'avesse voluta l'azione orribile che ho appena compiuto.

La Guardiana Mezzosangue  ~La profeziaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora