F o u r t e e n

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"Accidia: avversione all'operare, associata all'idea di tedio oltre che a quella di neghittosità;

nella morale cattolica, uno dei sette vizi capitali."


°

"Yoongi, lasciami in pace. Non voglio parlare" disse Jungkook continuando a camminare per evitarlo.

"Ti ho fatto qualcosa? Che ti succede?" disse il corvino altamente preoccupato. Notando che il maggiore gli mise la mano sulla spalla, il moro gliela scostò.
"Tu non sei lui e per questo non puoi toccarmi" disse con uno sguardo di ghiaccio. "Lui chi? Jungkook...sei cambiato" disse Yoongi dispiaciuto e pieno di domande; il suo caro amico si stava comportando come se fossero degli sconosciuti. "Dove vai Jungkook?" gli chiese poi standogli difficilmente al passo.

"Me ne vado da questo posto di merda" rispose l'altro.
"Vuoi scappartene?" chiese l'amico sorpreso. "Io ti ho sempre appoggiato in queste cose ma seriamente rischi di finire nei guai. La tua condotta non è positiva e nemmeno il comportamento, Jungkook. Ti prego, pensa alle conseguenze e non farti bocciare" disse con uno sguardo di reale interesse per il minore. Quest'ultimo si fermò a guardarlo in faccia accigliato.

"Possono bocciarmi anche cento volte e non me ne fregherà mai un cazzo. Odio tutto questo e l'unica cosa che voglio fare è non fare assolutamente nulla. Per favore, adesso smettila" parlò spiazzando l'altro.
"Perchè sei cambiato...?" gli chiese Yoongi deluso.
"Perchè il mondo mi fa schifo" rispose Jungkook che in quel modo si girò e se ne andò a passo svelto. Il corvino rimase fermo a guardare il moro andarsene mentre la sua preoccupazione nel vederlo in quello stato cresceva sempre di più.

Jungkook uscì da scuola. Era alquanto nervoso poichè ogni giorno che passava e si spingeva sempre oltre con il demone, perdeva il pochissimo interesse che aveva per i suoi obblighi da figlio o studente quale sia. Aveva uno sguardo che non sembrava più il suo e metteva timore il modo in cui si incantava e fissava il nulla per minuti interi dimenticandosi di qualunque cosa avesse intorno, sorridendo anche in modo assolutamente insolito.
Jungkook non sapeva dove andarsene e si sentiva perso, bagnato dalle gocce di pioggia. Mentre camminava a passo svelto con i capelli già quasi zuppi, borbottava frasi senza un senso preciso mentre sbuffava con la testa bassa.

"Ragazzino...perchè non ti ripari da qualche parte?" gli chiese una signora anziana che lo vide in piedi sotto l'acquazzone con la testa chinata.

"Non ho un posto dove andare" disse Jungkook senza alzare lo sguardo con un tono che faceva percepire una profonda solitudine.

"I tuoi genitori dove sono?" disse la donna un po' preoccupata.

"Haha...i miei genitori eh?" rise nervosamente. "I miei genitori non mi servono a nulla" parlò sorprendendo l'anziana che lo guardava con disappunto. "Io ho bisogno di una persona soltanto e adesso...adesso non è con me"

"Che cosa vuoi fare ragazzino? Stare lì a bagnarti?" chiese la signora che volle andarsene a causa del discorso quasi fuori luogo.

"Non voglio fare niente di niente..." disse il minore lasciando le parole come in sospeso e finalmente rimase solo.

Circa due ore dopo tornò a casa. Si sentiva davvero strano e non riusciva a levarsi dalla testa la voce di Taehyung. Entrò in casa bagnato fradicio buttando lo zaino a terra con menefreghismo. Non c'era nessuno visto che era orario di lavoro e lui doveva trovarsi a scuola. Camminando verso la sua camera bagnò tutto il pavimento mentre teneva una smorfia a causa di un dolore alla pancia o meglio, una specie di vuoto allo stomaco. Era preoccupato dal fatto che dalla sera prima non aveva avvertito segnali che gli facessero capire che il demone voleva far sentire la propria presenza e più tempo passava e più il moro si sentiva accecato dal desiderio. L'unica cosa che sentiva era la voce del diavolo che gli rimbombava in testa; quella voce così profonda e tagliente, quelle parole così dolci e ghiacciate, quei sussurri che gli facevano sempre venire i brividi. Ne aveva bisogno sempre di più. Non voleva aspettare per vederlo. Mentre pensava a queste cose gli sembrava di essere sul punto di impazzire.

"Cazzo cazzo cazzo" con i denti stretti troppo voglioso del contatto fisico che non capiva essere letale. Non capiva che il suo paradiso era anche il suo inferno. Si tolse tutti gli indumenti zuppi che aveva addosso e li lanciò a terra. Il suo corpo era tutto infreddolito e si guardò allo specchio completamente nudo; la parte bassa del collo era sommersa di macchie violacee che a toccarle facevano male e due o tre segni di morsi, sui fianchi aveva il segno delle unghie di Taehyung e in alcuni punti la pelle era arrossata. Per nascondere il collo ogni giorno indossava maglioni accollati.
A guardarlo si poteva dire che fosse dimagrito eppure Jungkook si fece l'idea che il suo corpo con quei segni e il modo in cui si stava trasformando era la prima prova del fatto che appartenesse al biondo.
Aprì l'acqua calda della vasca da bagno e aspettò finchè si riempisse, accese una sigaretta e cercò di rilassarsi.

"Perchè mi sta facendo questo? Lo avevo pregato di non andarsene..." disse a bassa voce rattristito. "Taehyung..." sussurrò con gli occhi chiusi.
"Taehyung..." "Taehyung" "Taehyung..."
"Il desiderio mi sta uccidendo...ho bisogno di peccare con te Taehyung"
Parlava a voce fievole e bassa con intervalli lunghi tra le frasi.
"Perchè mi lasci solo per così tanto tempo?"  "Non resisto due ore senza che tu mi tocchi..." "Ho bisogno delle tue carezze....odio tutti quanti" diceva al limite della sopportazione.
Provò un senso di incompletezza, come se tutte le energie emotive furono messe ingiustamente in castigo.
Non era passato neanche un giorno.

A volte le persone si rifugiano nelle cose che più li distruggono.












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Spazio Autrice

Heylà♡
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e come al solito se volete, lasciate un voto/commento per supportare la storia.

Scusate per eventuali errori~

°• 𝔧𝔧𝔨'𝔰 𝔡𝔢𝔳𝔦𝔩 𝔬𝔟𝔰𝔢𝔰𝔰𝔦𝔬𝔫.  // vĸooĸDove le storie prendono vita. Scoprilo ora