F i f t e e n

5.4K 384 65
                                    


Non riusciva a dormire.

Non riusciva a comprendere il motivo per il quale il demone non gli fosse più apparso dopo due notti ed un giorno. Erano assolutamente troppe le ore la quale Jungkook avrebbe dovuto resistere alla straziante attesa del suo piacere proibito. Era stato sveglio tutta la notte a fissare il soffito, al buio sperando che Taehyung arrivasse. Non mostrava nessun segno di stachezza e desiderava soltanto che il demone finalmente gli fosse apparso; stava bramando una cosa che finalmente aveva accettato e che adesso non poteva avere. Era ingiusto per lui e pensando al suo adorato diavolo, la situazione non faceva che peggiorare. I dolori allo stomaco erano sempre più forti e la testa quasi gli scoppiava dai mille pensieri che si faceva in poco tempo per colmare quell'assenza.

"Ma perchè...? Sto impazzendo? Che significa che non percepisco nessuna sensazione? Che significa che non mi appare più? Ah cazzo!" diceva ancora fissando quel soffitto con la fronte aggrottata e il tono instabile per le sue lamentele. Gli veniva da piangere, il demone lo stava facendo soffrire e Jungkook si rese conto che Taehyung non mentiva quando diceva che lo avrebbe reso ossessionato. Guardò l'orologio sul comodino, i numeri rossi che segnavano un orario il quale avrebbe dovuto dormire da almeno sei ore circa. Sbuffò pensando a quanto desiderava avere con sè il suo dolce paradiso.
Si recò in cucina, con gli occhi stanchi, dove la madre vicino ai fornelli cucinava. Appena lo vide lo scrutò quasi per comprendere quale tipo di emozione affliggesse suo figlio poichè aveva uno sguardo più cupo del solito. Lei però il figlio non sapeva comprenderlo e non faceva altro che farlo imbestialire con le sue domande fastidiose. Jungkook camminava in cerca di un qualcosa da mangiare per riempirsi lo stomaco dolorante, sperando che quella sofferenza svanisse. Però non ci stava affatto con la testa e la lussuria lo stava facendo quasi avere un'astinenza tanto che alle domande di sua madre, faceva una smorfia di completo disgusto e nervosismo.

"Jungkook? Dovresti andare a prepararti per andare a scuola. Non ne puoi fare assenze e un mal di pancia non è la fine del mondo" gli disse la madre guardandolo con la fronte aggrottata.

"A scuola non ci vado" disse con uno sguardo di ghiaccio.

"Come? Tu a scuola ci vai, sei obbligato" rispose prontamente la madre vedendo l'antifona del figlio, con un tono autoritario.

"Mamma, ho detto che a scuola non voglio metterci piede"

"Non farmi arrabbiare Jungkook! Devi andare a scuola!" strillava la madre con un tono altamente fastidioso. "Non puoi rovinare ulteriormente la tua condotta, i professori mi hanno chiamato l'altro giorno". Jungkook continuava a stringere i denti con lo sguardo basso. "Non farmi arrabbiare, io e tuo padre ti daremo altre punizioni oltre a quella di non uscire la sera!". Era troppo da sopportare. "Adesso vai sub-"

Jungkook perse il senno.

"Stai zitta! Stai zitta! Stai zitta cazzo!" e con gli occhi sgranati dalla rabbia buttò a terra tutto ciò che la madre aveva messo sul tavolo per la colazione. Finirono in mille pezzi tutti i piatti, i bicchieri e ogni tipo di cibo che era stato servito. Il rumore fu assordante e la madre rimase impietrita da quella reazione. Rimase immobile a guardare il figlio quasi spaventata da una risposta così violenta.

"Non puoi nemmeno immaginare la voglia che ho di spaccarti una sedia in faccia mamma" disse con le vene al collo, urlando. Era decisamente arrivato al limite della sopportazione.

"Jungkook...puoi dirmi che ti succede? Che cosa c'è di sbagliato in te?" chiese con la voce alta la madre, con le lacrime agli occhi, troppo sconvolta.

"Vi odio. Odio tutti quanti" sputò acidamente il minore. "Perchè devo vedervi ogni santo giorno quando l'unica cosa che voglio vedere non è nemmeno qui con me! Sparite dalla mia vita!" continuava ad urlare disperato e furioso.  Era pervaso dalla rabbia, non riusciva più a contenere quel rancore che aveva verso i suoi genitori ed in quel momento verso sua madre; quest'ultima era semplicemente avvilita dall'accaduto e non sapeva più come comportarsi con un figlio del genere.
La situazione divenne catastrofica quando il padre di Jungkook scese al piano inferiore, dopo tutto il baccano che aveva dovuto ascoltare, e si diresse con fare assai minaccioso verso suo figlio. Gli diede uno schiaffone in piena faccia e a quel gesto il moro si accasciò a terra sfinito da quelle sofferenze e dal dolore del colpo. La pelle del viso bruciava e gli occhi gli si inumidirono automaticamente, si portò la mano sulla guancia mentre teneva stampata in viso un'espressione di amarezza.

"Fino a quando starai in questa casa farai tutto quello che noi vogliamo. Fino a quando starai in questa casa devi ascoltare i tuoi genitori che ti piaccia o no! Devi crescere Jungkook, sei ancora un bambino" con un tono rude suo padre.
"Vattene immediatamente in camera tua e non farti più vedere. Sei una vergogna" concluse il padre che non provava la minima pena per il figlio. Jungkook si alzò da terra senza dire una parola, non alzò lo sguardo e se ne andò nella sua camera. Appena entrato rimase fermo in piedi con un'espressione che era un misto di rabbia e profonda tristezza.

"Sai Taehyung, è davvero crudele quello che mi stai facendo. Eppure io ti voglio ogni giorno di più...o-ogni giorno" disse il moro che piangeva mentre si sentiva solo ed abbandonato. "Non mi importa dei miei genitori...io sono triste perchè ho così v-voglia di vederti, voglio toccarti. Voglio s-sentire le tue mani sul mio corpo Taehyung" diceva singhiozzando. Si sdraiò sul letto cingendo a sè le gambe. "S-sto impazzendo...spero t-tu non mi abbia abbandonato. H-ho davvero bisogno di te, ho voglia di darti ogni pezzo della mia anima, ormai n-non mi interessa più" continuava a parlare con una morsa nel petto che gli faceva avere la sensazione di sentirsi mancare.

Era tutto ad uno scopo preciso quello che un demone faceva. Quell'improvvisa mancanza non era sicuramente dovuta al fatto che il demone avesse trovato qualcun altro con cui giocare. Quella sofferenza che il minore doveva provare senza di lui era necessaria ed obbligatoria; serviva a far capire al diretto interessato di non avere più scampo e avere i giorni contati. Era una tortura per un'anima debole come Jungkook e Taehyung ne avrebbe dovuto dare al minore un assaggio. Era tutto sbagliato ed ogni cosa era solo al vantaggio del biondo che macchinava tutto a suo favore grazie alle sue seduzioni, alle tentazioni e al suo straordinario fascino.
Taehyung era un paradiso di piacere pieno di sofferenza e dolori.







----
Spazio Autrice

Povero Kook.☠
Spero vi stia piacendo~

[Scusate per eventuali errori]

°• 𝔧𝔧𝔨'𝔰 𝔡𝔢𝔳𝔦𝔩 𝔬𝔟𝔰𝔢𝔰𝔰𝔦𝔬𝔫.  // vĸooĸDove le storie prendono vita. Scoprilo ora