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Jungkook odiava tutto ciò che aveva intorno a sè. Ogni mattina si svegliava con disgusto e velocemente si preparava per poi precipitarsi sull'autobus. Tutti i giorni gli sembravano sempre la stessa solita rottura e quel giorno non fu affatto diverso. Appoggiato con la testa al finestrino del mezzo, il ragazzo guardava fuori con fare annoiato e ogni tanto sbuffava pensando che avrebbe dovuto studiare tanto per il giorno seguente. Avrebbe fatto qualunque cosa per poter sfuggire da quella situazione, tutto gli sembrava troppo per lui.

"Che vita di merda" si disse.

Jungkook inoltre, non andava affatto d'accordo con i suoi genitori perchè non li ascoltava mai ed erano decisamente oppressivi. Ogni giorno litigavano sempre per lo stesso motivo ovvero l'arroganza del ragazzo e la sua poca voglia di studiare. Non c'era giorno il quale Jungkook non veniva sgridato da entrambi i genitori che non riuscivano di certo ad accettare che il loro figlio potesse essere un fallimento. Come ogni giorno quindi, Jungkook uscì dal solito autobus e si diresse a casa con l'apatia che lo accompagnava in ogni situazione.

"Mamma, sono tornato" disse tranquillo con un volto che non mostrava nessun tipo di emozione.

"Ah eccoti, l'autobus ha fatto tardi?" gli chiese seguendolo con lo sguardo mentre posava le sue cose.

"Si, ha fatto tardi" disse serio.

"Jungkook...hai fumato di nuovo?" chiese la madre accigliata non appena sentì l'odore che suo figlio emanava passando accanto a lei.

"No, mi hanno fumato addosso degli amici" disse con gli occhi un po' sgranati e rimanendo fermo.

La madre rimase immobile e chiudendo gli occhi si mise una mano sulla fronte. Era l'ennesima volta che suo figlio faceva quello che lei non voleva facesse, si vergognava di avere un figlio del genere.

"Pensi che io non mi accorga di quello che fai? Mi prendi per una stupida?!" disse alzando la voce con disprezzo.

"Mamma, ti ho detto come stanno le cose e se non mi vuoi credere io non posso farci nulla" disse acidamente il figlio cercando di essere convincente e anche se lo era, la madre non lo avrebbe mai creduto.

"Sei una vergogna! Te ne vai in giro a drogarti con i tossici dei tuoi amici e nemmeno hai il coraggio di dire la verità? Ma non lo capisci che non è così che ci si comporta Jungkook? Ogni volt-"

"Mamma, sono solo delle sigarette e davvero non mi interessa. Non mi interessa per niente quello che dici, ormai devo assecondarvi in ogni cosa solo perchè poi dovete sentirvi fieri di avere il figlio perfetto. Mi dà fastidio che ogni volta mi riprendete, non ho più sei cazzo di anni!"  la interruppe scocciato.

"Jungkook non ti permettere di usare questo linguaggio con me" disse la madre minacciosamente avvicinandosi a lui.

"Senti, io me ne vado in camera" e Jungkook si allontanò il più veloce possibile.

"Jungkook..." disse la donna abbassando il tono.

"Lo so che stai per chiedermi, non aspettarti miglioramenti" disse il moro fermandosi in mezzo alla porta dandole le spalle.

"Che voto hai preso?" disse la donna con un'espressione amareggiata.

"Il solito voto, non c'è bisogno di dirlo" disse  Jungkook con tono disfattista.

"Sei vergognoso, questo è quello che sei"

Jungkook uscì dalla stanza e si avviò verso le scale. Dopo essere entrato si chiuse in camera sbattendo la porta. Si buttò a peso morto sul letto lamentandosi da solo per il nervoso e dopo qualche minuto si mise a studiare solo per migliorare leggermente la sua situazione. Non voleva dover cambiare per piacere ai suoi genitori. Chiuse i libri dopo che ebbe studiato il tempo giusto.

"Ne ho abbastanza di questa roba" disse a se stesso.

"Forse io non sono all'altezza di tutto questo. Forse questa vita non fa per me...sono un fallimento e una delusione per i miei genitori e per me stesso. Mi sento patetico anche a dare la colpa alla mia vita perchè non ho voglia di fare nulla e non riesco a comprendere l'importanza di quello che faccio. È colpa mia. Mi sento un cazzo di macigno sulle spalle e questo macigno me lo sono messo addosso da solo"  disse dal profondo del suo cuore con una mano sulla fronte, stanco.

La situazione a cena non migliorò sicuramente; la sera stranamente il padre non si curò di fargli la solita predica e per fortuna  inizialmente non ci fu tanta tensione. Jungkook non parlò se non per rispondere a qualche loro domanda fino a che il padre smise di fare finta di nulla e gli chiese quale altro motivo avrebbe usato come scusa per l'ennesimo brutto voto. Jungkook disse che non aveva nessuna voglia di studiare . Il padre allora, dopo qualche secondo disse con tono calmo e pacato che ad una certa ora non sarebbe più potuto uscire. Jungkook sgranò gli occhi a quell'ingiustizia e non potè dire nulla se non ribollire di rabbia in silenzio.

"Dovresti andare di più in chiesa a pregare Jungkook" disse la madre guardandolo.

"Ah si? Io preferirei molto di più invece farmi una partita a carte con Satana"

I genitori lo guardarono con tanto disprezzo.

Aveva diciassette anni e non ne voleva proprio sapere di quelle stupide regole di genitori forse veramente troppo rigidi. 









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Spazio Autrice

Heylà! Questo era il primo capitolo della storia, spero non vi abbia annoiato visto che è per dare un'idea del carattere di Jungkook in questa storia e parte di quello che lo circonda. Spero che io abbia reso l'idea di che visione ha Jungkook del mondo e quanto sia svogliato e disfattista con dei genitori che non gli danno spazio.
Le cose cambieranno molto velocemente🌚

Scusate per eventuali errori.

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°• 𝔧𝔧𝔨'𝔰 𝔡𝔢𝔳𝔦𝔩 𝔬𝔟𝔰𝔢𝔰𝔰𝔦𝔬𝔫.  // vĸooĸDove le storie prendono vita. Scoprilo ora