capitolo 47

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Scusate per gli errori...

Skyler's pov.

La valigia poggiata sul mio letto senza lenzuola, ma formato da un solo materasso, mi sta facendo deprimere.

Sono le cinque di pomeriggio e mentre sono seduta sulla poltrona della mia camera, ascolto le conversazioni degli altri.

Michael e Ryan non fanno altro che parlare di Londra e di quanto sono felici di tornarci.

Mia madre che si fa in quattro per far sì che tutto sia perfetto.
Bentley che esce ed entra in continuo in casa, seguito da Katy.
Mio padre, bho.

Non credo che un padre sia così crudele nei confronti della figlia.
Cioè, non ho più il telefono da ieri sera, quando sono rientrata.
Non sono uscita da casa oggi, nemmeno in giardino.
Tutto il tempo dentro la mia camera a fare niente.

I compiti non li ho fatti perché domani essendo l'ultimo mi giustifico in tutto. Poco mi importa in questo momento della scuola.

Avevo già programmato di incontrarmi con Justin questa sera e salutarlo l'ultima volta. Ma a quanto pare non lo posso nemmeno salutare.

-Mia madre che entra in camera cattura la mia attenzione.
"Tuo padre ti sta aspettando giù." Corrugo la fronte a quelle parole.
Si siede sul materasso, mettendosi le mani fra i capelli.

"Mamma? Tutto bene?" Mi alzo dalla poltrona, avvicinandomi a lei cautamente. Mi inginocchio di fronte la sua figura, poggiando le mani sulle sue ginocchia.
Alza lo sguardo, incontrando il mio preoccupato.

"Scusa, Skyler."
"Mamma." La stringo fra le mie braccia, mentre lei scoppia in un pianto liberatorio.
Non sono mai andata parecchio d'accordo con mamma, rispetto a papà; ma a quanto pare i ruoli si sono invertiti.

"Lo so. Non è solo colpa tua." La tranquillizzo, prima che lei si scansa dal mio tocco asciugandosi le lacrime e indicandomi con un cenno della testa la porta.

Esco di camera stringendo il bordo della mia maglietta nelle mani.

Arrivo in salotto non trovando nessuno e per questo mi dirigo in giardino.
Mio padre sta seduto sulla sedia a dondolo tranquillo, con gli occhiali da sole e un bicchiere contenente qualche roba alcolica.

"Cosa vuoi?" Gira il capo nella mia direzione quando parlo, incrociando le braccia al petto.
"Ti volevo solo vedere." Dice troppo lentamente, come se fosse rincoglionito.

"Stasera, alle otto, ho organizzato un incontro con Justin, per l'ultimo giorno a Los Angeles, sia chiaro. E ti accompagno io." A sentire pronunciare quella frase una scia di brividi mi pervade.

Ci sarà qualcosa sotto, ne sono certa.

Senza rispondere rientro in casa, correndo su per le scale e chiudendomi in bagno.

Mi bagno i polsi alzando lo sguardo sullo specchio. Non ho per niente un bel aspetto. Due occhiaie fanno da cornice al mio viso che prima curavo tanto con creme e cosmetici.

Sono così in ansia per questa sera.
Non è che non voglio vedermi con Justin, ma ho paura di cosa possa fare mio padre.

-

Nobody's pov.

Tutto andava avanti lentamente.
La giornata stava passando con molta calma, come se il sole non avesse pensiero a tramontare.

Ciò che accadde fu tutto molto frenetico. Skyler aveva appena scoperto la verità sulla vita che conduceva il padre insieme alla madre.

Era entrata nel panico all'inizio.
Poi si era calmata, facendo lunghi respiri e continuando a bagnare i suoi polsi con acqua fredda.

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