Prologo:The dress

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Arrivai alla fabbrica sperando di incontrare già lì Kassy.

Era arrivato il momento più atteso degli ultimi diciannove anni: il principe Harold avrebbe finalmente scelto moglie tra le ragazze del popolo e si sarebbe esposto al pubblico per la prima volta; questo voleva dire molto più lavoro per noi quattro.

C'era da collezionare abiti su abiti e anche i vestiti per il palazzo ed io adoravo confezionarli.

Erano sempre bellissimi, tutti in tulle, seta e stoffe preziose, leggere, a volte mi dispiaceva tagliarle per creare quei capolavori tanto decorati che le caste uno e due si divertono ad indossare.

-Kassy!- gridai correndole in contro stringendola in un forte abbraccio.

-Finalmente sei arrivata Kris!- disse lei porgendomi subito dei vestiti già imbastiti -muoviti devi decorarli tutti entro oggi- mi disse in preda al panico.

Guardai i ventiquattro vestiti rosa che Kassy mi aveva messo tra le mani: erano fatti di seta morbida, lucida e leggera.

-Devo decorarli tutti in modo diverso?- chiesi sbarrando gli occhi.

-No, tutti uguali- disse lei tornando a cucire i soliti abiti da lavoro.

Per poco non svenni. Chi era il pazzo che voleva ventiquattro vestiti tutti uguali? E di sicuro non proprio economici a giudicare dalla stoffa con cui erano fatti.

-Ok... come devo decorarli? Kassy aiutami!- gridai spostandomi sul tavolo da lavoro e appoggiandoceli tutti sopra.

-Tulle, piume e perline. Devono essere semplici e sofisticati allo stesso tempo- disse lei sbuffando -Il principe è proprio impazzito!- disse alla fine.

-Almeno verremo pagate di più- dissi però sospirando.

Negli ultimi tempi procurare i soldi per comprare il cibo si era rivelato quasi impossibile, avevamo passato l'ultimo inverno senza elettricità e senza riscaldamento per riuscire a sopravvivere.

-Non credo, essendo per il principe i vestiti vengono pagati di meno- Kassy quasi trattenne le lacrime.

Socchiusi gli occhi premendomi una mano sulla tempia. Cosa avrei dato da mangiare a Liset? A Montgomery?

-Sai se alle fabbriche di carbone hanno ancora bisogno di una mano?- chiesi alla ragazza mentre iniziavo a prendere un vestito e cercavo di capire come potevo imbellirlo.

-No, stanno addirittura licenziando persone da tante che ce ne sono- disse lei tristemente.

-Carlos?- chiesi intuendo la sua risposta.

-Non può sostenermi e non vuole sposarmi, Christian sta crescendo senza un padre ed è tenuto nascosto dalla società. Sto per mollare tutto- aveva la voce esausta.

-Fallo per Christian Kassy, fallo per lui- le feci un mezzo sorriso.

Poi iniziai a concentrarmi sui vestiti iniziando ad aggiungere perline, diamanti e tulle un pò dappertutto.

Non volevo farli tutti uguali, mi sembrava ridicolo, quindi li feci tutti molto simili, con solo alcuni particolari diversi l'uno dall'altro. Ci impiegai tutta la mattinata e anche tutto il pomeriggio ma alla fine mi sembrava di aver fatto proprio un bel lavoro.

Mi sedetti sulla sedia respirando stremata.

-Secondo te mi starebbe bene?- chiesi prendendo uno di questi vestiti e alzandolo di fronte a me.

-Non lo so, dovresti provarlo per poterlo dire- disse Kassy sorridendo.

Rimirai l'abito decorato con dei ricami leggeri e parziali in diamantini argento che riflettevano la luce proveniente del neon.

E se lo provassi? Se provassi ad indossare quel vestito? Solo per vedere come mi sta.

-Girati Kassy- mi morsi un labbro leggermente esaltata.

-Kristen, non oserai mica provarti quell'abito, se lo sporchi non ci pagheranno- era quasi terrorizzata.

-Rilassati Kassy, non succederà niente di male!- iniziai a togliermi il mantello da sarta che indossavo sopra alla divisa.

-Kristen, se il principe venisse a riprenderlo? Cosa gli diresti se ti vedesse con indosso il vestito?- disse lei guardandomi sospirando.

-Lo inventerò al minuto, ma stai calma Kassy, lo provo e me lo tolgo subito- abbassai la zip del vestito e mi tolsi le scarpe in cuoio restando a piedi nudi sul pavimento gelido.

Mi infilai il vestito. Era molto più comodo di quanto sembrasse, era leggero, ma allo stesso tempo mi fasciava il busto lasciando invece scoperte le gambe dal ginocchio fino ai piedi.

-Come sto Kassy?- chiesi facendo un mezzo giro mentre mi scioglievo i capelli color nocciola e me li sistemavo sulle spalle.

-Sei splendida- disse lei guardandomi con occhi sognanti.

Mi girai in cerca di un specchio.

-Sembri una principessa con quel vestito, fidati- disse una voce maschile proveniente dalla porta.

No...

-Ehm... Lei chi è?- iniziai a sudare freddo mentre fissavo il ragazzo appoggiato allo stipite.

-Sono il consigliere del principe Harold- disse lui staccandosi dal muro con un sorriso sghembo e malizioso sul viso.

-E' qui per i vestiti?- slacciai la cerniera del vestito di seta e prendendo la mia tunica da lavoro.

-Si, ma credo che ne riporterò a casa solo ventitré- si avvicinò a me.

-No, glielo ridò subito, stavo solo vedendo come stavano le decorazioni- dissi arrossendo leggermente.

-Credimi sta meglio a te che a chiunque altra ragazza. Tienilo- si fermò di fronte a me prendendomi una ciocca tra le dita.

Infastidita mi allontanai leggermente.

-Che maleducato, non mi sono presentato- disse tirandosi una sberla giocosa sulla fronte -Sono Harry, il cognome non è importante. Con chi ho l'onore di parlare?- chiese lui inginocchiandosi in modo regale per baciarmi la mano.

-Kristen Style- ritrassi la mano e mi rimisi la divisa da lavoro togliendomi il vestito elegante senza far vedere il mio corpo.

Gli occhi verdi del ragazzo si posarono nei miei marroni. Credetti di sentire il cuore fermarsi e poi ripartire.

-Uhm... Scriverò il tuo nome. Tieni pure il vestito, ti servirà presto- disse prima di prendere gli altri vestiti perfettamente confezionati e dopo aver lasciato parecchi soldi sul tavolo.

-Tenete pure il resto, a sua maestà non serve- fece l'occhiolino nella mia direzione.

-Alla prossima bellezze- uscì scompigliandosi i riccioli castani con una mano.

Mi lasciò con un'aria di piena confusione. Cos'era successo?

Kassy mi guardò sorridendo maliziosamente.

-Cosa c'è?- sorrisi senza capire.

Ci guardammo e scoppiammo a ridere.


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