Chapter IX: Queen or not?

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Ero rimasta bloccata sulla sedia.

Le mani erano agganciate ai lati e non volevano lasciarla.

Io la preferita? Le mie foto le più belle? Non ci posso credere...

-Kristen, va tutte bene?- chiese la voce bassa e fredda del principe.
Sembrava preoccupato.

Scrollai la testa. Era un si o un no?

-Vuole uscire a prendere un pò d'aria insieme a me?- mi porse una mano ed appoggiò l'altra tra le mie scapole come se fosse un modo per tranquillizzarmi.

Allontanai la mia tremante dal bordo della sedia e afferrai la sua come se stessi per svenire. Non sentivo quel brivido famigliare che mi attraversava quando a prendere le mie mani era Harry. Perchè? Cosa non andava in me?

Mi alzai aiutata e sorretta da lui.

Gli occhi del re, della regina e di tutte le ragazze a poco a poco si posarono su di noi.

Fantastico...

Camminammo tranquillamente fino alla porta che dava sul giardino. Le guardie l'aprirono ad un cenno di Harold e noi entrammo in quel parco immenso.

Adoravo il giardino, era il mio posto preferito del Palazzo. Mi sentivo come se potessi uscire momentaneamente da tutto e tornare alla mia vecchia vita. Così mi bastò un profondo respiro per smettere di tremare e iniziare a stare bene di nuovo.

Harold si inoltrò tra gli alberi. Coi tacchi che avevo non riuscivo a seguirlo, perciò mi fermai e me li tolsi tenendoli in una mano.

-Si sporcherà i piedi così Kristen- distaccato come sempre si era appoggiato a un albero per guardarmi.

-Ma con i tacchi non riesco a camminare- risposi con lo stesso tono del principe. Lui annuì e riprese la strada.

Era strano: quando eravamo soli rideva e sorrideva, altrimenti era più freddo di un pezzo di ghiaccio.

C'era silenzio tra di noi, ma non un silenzio imbarazzante, era come se stessimo aspettando un qualcosa, un qualcosa di spettacolare.

Dopo alcuni passi lui si fermò.

-Arrivati- tirò un sospiro di sollievo.

Sbarrai gli occhi.

Un laghetto pieno di pesci e con dei cigni brillava alla luce della luna era incastonato in quel boschetto fisso. Era stupendo.

-Le piace?- chiese lui con una punta di felicità nella voce e uno strano bagliore negli occhi.

-E'.... Meraviglioso- rimasi senza parole mentre fissavo lo spettacolo di fronte a miei occhi.

Lui si sedette in riva allo specchio d'acqua e mi invitò a raggiungerlo battendo la mano su un immaginario posto affianco a sè.

-Le piace?- rifece la stessa domanda lasciandomi confusa mentre si toglieva la giacca appoggiandola dietro di lui.

-Cosa?- poggiai i tacchi vicino alla sua giacca e mi portai le ginocchia al petto appoggiandoci sopra il mento. Era bello stare seduta lì vicino a lui.

-Tutto quello che sta vivendo adesso- si slacciò la cravatta che raggiunse gli altri vestiti, poi si sbottonò i primi bottoni della camicia.

-Non è male, lo ammetto- mi sciolsi i capelli lasciandomeli cadere sulle spalle e sulla schiena.

Era bello lì. Era come una piccola evasione da quella gabbia dorata, una boccata di libertà in un mare di regole e proibizioni.

Harold staccò il pezzo sotto della maschera mostrando le labbra e il mento.

-Scusa, avevo caldo e questa maschera proprio non la sopporto- mi guardò sorridendomi tristemente.

Che bel sorriso...

-Stia tranquillo- risposi tornando a fissare il laghetto.

-Come fa?- chiese improvvisamente prendendo un sasso per lanciarlo nell'acqua facendo scappare i pesci.

-A fare cosa?- incontrai i suoi occhi verdi.

-Ad essere sempre così tranquilla e posata. Sembra che tutto le porti calma e pace- posò una mano sull'erba vicino a me.

Io sempre calma e posata? Io che afferravo la sedia dall'agitazione? Io che rischiavo di far cacciare una guardia perchè gli stavo svenendo tra e braccia? Io che lanciavo un bicchiere al muro dalla rabbia?

-Non... non la sono- risposi mettendo la mia mano vicina alla sua.

Lui fissò entrambe le mani.

Erano sole, spaurite e distanti.

-Harry aveva ragione in tutto. Ancora una volta dubito la mia discendenza col re- rise leggermente, ma non era come al solito, aveva una strana sfumature malinconica.

Sorrisi e soffocai una risatina.

-Perchè?- ero incuriosita da quell'improvviso sfogo.

-Lei è quella giusta per diventare regina, ha il carattere perfetto. Se fosse per quello la sceglierei nell'immediato, ma ci conosciamo troppo poco e voglio capire se oltre che regina può essere anche mia moglie. Molte delle altre ragazze sono il contrario e alcune devo ancora scoprirlo- alla fine afferrò la mia mano intrecciando le nostre dita.

Arrossii. Aveva un che di famigliare il suo tocco delicato e deciso.

-Credo.. che stia esagerando. Io sono solo una quattro senza istruzione e...-

-No. Lei è intelligente molto più di alcune due che sono qui, mi creda, ma la cosa migliore è che è rimasta se stessa- si avvicinò infine e mi baciò una guancia.

-Dovremmo... dovremmo...- non riuscivo a parlare sovrastata dalla confusione.

Era la prima volta che io e il principe avevamo un contatto così intimo.

-Dovremmo rientrare, ha ragione- mi sorrise prima di aiutarmi ad alzare.
Appena fui in piedi mi strinse in un abbraccio veloce e inaspettato.

Rientrammo in silenzio, mi riaccompagnò nella mia camera e mi sdraiai sul letto congedando le mie cameriere.

Ero confusa, molto.


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