Chapter V: Where I met you

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Fissavo il soffitto senza sonno. Odiavo dormire.

Quand'ero a casa per dormire mi bagnavo il viso con l'acqua e mi facevo una camomilla, ma qui non posso. Qui non posso fare niente...

Per farmi un bagno mi devono aiutare le mie cameriere Heisel e Aly, per pettinarmi pure, per stare in camera da sola una guardia deve stare fuori dalla porta, non posso cucirmi gli abiti e non posso indossare ciò che voglio e tra i vestiti permessi non ci sono nè pantaloni nè gonne al ginocchio, solo abiti lunghi e tacchi alti.

Mi manca Momo nel letto accanto al mio o sentire i brontolii di Liset nel sonno. Voglio le mie sorelle, voglio mia madre, ho bisogno di affetto, di qualcuno e di... aria.

Mi sentivo soffocare, avevo il cuore a mille e la mia stanza aveva solo una finestra.

Aprii la porta svegliando la guardia fuori stante.

-Dove va Lady Kristen?- chiese lui fermandosi di fronte a me bloccandomi la strada ancora con la faccia assonnata.

-Devo.. devo... ho bisogno di aria- mi misi una mano sul petto cercando di riprendere ossigeno.

Mi sentivo i polmoni bruciare e il cuore mi stava per uscire dal petto.

-Ma.. non può...-

-La prego!- disperata mi gettai contro il suo petto afferrandogli la divisa in due pugni. Mi sentii le gambe tremare e scivolai sulle ginocchia.

Lui mi prese per un braccio alzandomi di peso.

-Lady, si calmi, se vuole la accompagno ad una finestra...- ora sveglio cercò di farmi rimanere in piedi.

-Non... Uscire... voglio uscire... giardino...- dissi ansimando sempre più forte.

Stavo tremando. Se svenivo? No, io... no, avevo paura.

La mente era annebbiata, il cuore pulsava forte e respirare era diventato impossibile.

-Non può, cerca di capire...-

-Non può fare cosa?- chiese una voce maschile proveniente dalle scale dietro alla guardia.

Il soldato mi lasciò cadere a terra spaventato. Ero ansimante e tremante stesa sul pavimento.

-Noi non stavamo facendo niente- disse l'uomo alzando le mani.

Non capivo più niente.

-Beh... perchè lei è in quello stato? Perchè la stava tenendo?- la voce si avvicinava.

-Voleva uscire in giardino, ma è proibito....-

-E preferisce farla svenire piuttosto che farla uscire in giardino?!- urlò la voce scocciata.

Due braccia mi sollevarono e mi ritrovai avvolta dal calore di un corpo.

Appoggiai la testa contro la spalla della persona che mi aveva salvato.

-Calma, adesso andiamo fuori- sussurrò quella voce calda tra i miei capelli.

Continuavo a tremare comunque, la mia mente era più confusa di prima.

-Tranquilla... ti prego- disse ancora con tono rassicurante.

Sentii dell'aria arrivarmi addosso, ma non riuscivo ad elaborare e nemmeno ad aprire gli occhi.

Inspirai profondamente mentre lentamente riprendevo controllo del mio corpo.

-Kristen, stai calma- il mio salvatore si sedette con ancora me tra le braccia, ma mi appoggiò sulle sue gambe.

Ripresi a respirare con ancora la testa appoggiata alla spalla del ragazzo e aprii leggermente gli occhi.

-Kristen?- e ritrovai il dolce e famigliare viso di Harry dallo sguardo preoccupato e senza alcun sorriso.

-Grazie Harry- sorrisi imbarazzata. Che figura...

-Per un secondo avevo pensato il peggio- sospirò passandosi una mano tra i riccioli scuri.

Scoppiai a ridere mentre lui mi guardava confuso.

-Chiamami Kris, Kristen è troppo lungo- sorrisi raggiante.

Lui rimase leggermente spiazzato, ma poi fece il suo solito sorriso furbetto.

-Kris... mi piace, ma Kristen è più regale- affermò.

-Perchè hai fatto questo per me?- chiesi inclinando leggermente la testa. Insomma, avrebbe potuto farmi tornare in stanza.

-Perchè non voglio vederti svenuta, soprattutto mentre sei in camicia da notte, a piedi scalzi e con una guardia che ti mangia con gli occhi- mi guardò negli occhi.

Arrossii.

Aveva ragione. La camicia da notte mi copriva fino alle caviglie, ma era quasi trasparente e molto leggera, perciò era al contempo casta e seducente.

-Scusa per l'abbigliamento- dissi imbarazzata e poggiando la fronte sulla sua spalla.

-Non ti preoccupare, con me sei al sicuro- mi accarezzò la schiena dolcemente

Mi staccai per fissarlo con aria interrogativa. Che voleva dire?

-No, nel senso che... Io... Non ti farei mai del male- imbarazzato? Strano.

-Lo so Harry- tornai alla posizione di prima facendo penzolare le gambe nel vuoto ed inspirando il suo profumo. Aveva un nonsoché di maschile mischiato a quello del miele.

Passammo del tempo così, già io tra le sue braccia a godermi l'aria fresca notturna.

-Andiamo in stanza?- sorrise dopo un po' mostrandomi una fossetta.

-Andiamo?- chiesi ridacchiando.

-Si.. ehm... ognuno nella sua- si portò una mano dietro al collo visibilmente imbarazzato facendomi scoppiare a ridere maggiormente.

-Se... se avessi un altro attacco di panico?- mi morsi un'unghia improvvisamente preoccupato.

-Darò istruzione alla sua guardia, nei casi estremi mi mandi a chiamare- mi lasciò un tenero bacio sulla guancia. Arrossii e istintivamente mi portai una mano sulla pelle toccata dalle sue labbra. Wow...


Ci fissammo negli occhi. Vedevo le stelle riflesse nei suoi occhi verdi, erano stupendi.

-Andiamo- mi risvegliò facendomi alzare gentilmente dalle sue gambe aiutandomi a reggermi in piedi. La sua calda mano cercò la mia, guardai le sue dita avvolte alle mie, poi mi incitò a camminare al suo fianco.


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