Chapter X: Aese and the love

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I giorni passavano tra un pomeriggio di studio, una mattina di lezione e vari appuntamenti sia col principe che con Harry.

Mi trovavo bene con entrambi, ma con Harry c'era qualcosa che con Harold non c'era.

Ogni volta che mi sfiorava sentivo i brividi pervadermi il corpo, la sua voce mi offuscava la mente e lui era sempre nei miei pensieri. Sembrava che mi conoscesse, sapesse ogni mio sentimento, ma la differenza era che lui sapeva cosa mi stava succedendo, ma io no.

Harold era l'esatto opposto di Harry. Era freddo, regale, posato e fin troppo distaccato. Ma eravamo amici, buoni amici. Stavo bene con lui, parlavamo tanto, ma non provavo quello che provavo con Harry.

Questo mi spaventava.

Non poteva essere così, avrebbe dovuto essere il contrario. O almeno pensavo.

Nella mia camera c'era un pianoforte, uno strumento che mia sorella mi aveva insegnato a suonare quando era diventata una tre. Era stato un bene, le era sempre piaciuto suonare e quando era una quattro ogni tanto sgattaiolava nella sala musica della scuola della città per suonare qualcosa.

Ero seduta sul seggiolino dello strumento intenta a suonarlo. Avevo qualche spartito sopra il leggio, ma le canzoni che mi più mi piacevano le ricordavo a memoria.

Li sistemai per bene e iniziai a suonare. Era rilassante muovere agilmente le dita sui tasti bianchi e neri.

-Sei bravissima- disse una voce calda e abbastanza squillante.

Mi bloccai di colpo creando una cacofonia sui tasti.

-Non è vero... insomma... non sono gran chè, di certo le tre e le due suonano molto meglio- coprii velocemente i tasti e mi alzai in piedi.

-Stai scherzando? Il tuo è un dono. Ho sentito solo una tre suonare così bene in tutta la mia vita. Si chiamava Alys.. o forse Alice.... o...- disse la ragazza sulla porta.

-Elys- sospirai non riuscendo a trattenere un sorriso affettuoso.

La ragazza entrò. Aveva i capelli bianchi lunghissimi intrecciati in una treccia ordinata che scendeva sul lato sinistro del corpo, aveva un vestito color del ghiaccio lungo fino alle caviglie, dietro aveva un mantello di tulle azzurro che riprendeva il colore dei suoi occhi. Una coroncina argento era poggiata appena sopra la fronte.

-Si, come la conosci?- lei mi sorrise. Era un sorriso di protocollo, ma comunque dolce.

-E' mia sorella- guardai l'eleganza di quella ragazza. Sembrava cresciuta in un palazzo.

-Allora sei una tre pure tu- aveva un viso dolce e un sorriso materno.

-No, sono un quattro. Tu?- risposi leggermente imbarazzata. Come potevo non averla notata prima?

-Una uno- improvvisamente gli occhi si incupirono.

Sbarrai gli occhi incredula. Ecco spiegato il motivo per il quale indossava quella coroncina.

Ma credevo che ci fosse solo una famiglia di uno in Nuova America.

-Sono la principessa di Groenlandia, una colonia di Nuova America che però è indipendente e per questo ha la sua famiglia reale- abbassò lo sguardo.

Anche lei non era contenta di stare qui.

-Non ti piace qui vero?- andai a chiudere la porta. Quel discorso era privato e come tale lo doveva rimanere.

-Non potrò mai amare il principe. E' bravo, dolce, simpatico e gentile, ma il mio cuore appartiene ad un altro- rispose tristemente sedendosi sul letto.

Il suo cuore apparteneva ad un altro? In che senso?

-Ma è proibito amare....- mi avvicinai a lei.

La ragazza scoppiò a ridere.

-Da voi, ma non da noi. Il mio fidanzato era il comandante dell'esercito, si chiamava Kasper. Era alto, possente, aveva i capelli biondo grano e gli occhi color ghiaccio. Dovevamo sposarci, ma mio padre gli affidò una missione importante contro la Repubblica degli Stati del Nord. Non fece più ritorno... Lo aspettai per un anno. Poi tornò, ma dentro una bara. Piansi per mesi, ero distrutta. Da quel momento amare mi è impossibile, da quando Kasper è morto il mio cuore l'ha seguito, ma il mio corpo no, alla fine io sono l'erede al trono di Groenlandia- finì asciugandosi una lacrima che aveva rigato silenziosamente la guancia durante il racconto.

Ero scioccata. Era fortissima quella ragazza, più di quanto volesse dimostrare. La abbracciai imbarazzata.

-Voglio solo... voglio tornare nella mia patria. Non mi servono soldi, vestiti o cibo; quelli ce li ho già- sorrise tristemente.

Probabilmente la capivo. Io non mi ero mai innamorata, ma mio padre era morto e sapevo cosa si provava a perdere una persona davvero importante nella propria vita.

-Harold è bravo, potrebbe capirti ed eliminarti. Se è quello che vuoi. Saresti una regina fantastica- mi staccai parlandole col tono più dolce che potessi farle.

-Grazie mille di avermi ascoltato.....- si fermò per cercare un nome che non sapeva

-Kristen. Tu?- mi morsi un labbro.

-Aese- sorrise.

Era la seconda ragazza con cui stringevo amicizia da quando ero a palazzo. Non pensavo sarebbe stato così facile e al contempo difficile.

-Devo andare, sta per arrivare la cena- si alzò in piedi, si rassettò la gonna e dopo avermi salutato con una mano uscì dalla camera.

Era più regale di Baely, era perfetta come moglie di Harold, ma probabilmente l'amore che provava ancora per Kasper non le permetteva di provare le stesse cose nuovamente per una persona.

Per la prima volta nella mia vita mi fermai a pensare cosa fosse davvero l'amore e come si verificasse. E se magari l'avessi già provato anch'io? Impossibile... avevo conosciuto ben pochi maschi nella mia vita. E per Harry cosa provavo? Amore? Amicizia?

Era brutto non sapere i propri sentimenti. O forse solamente non volevo ammetterlo?

Uscii dalla stanza e corsi fino alla ragazza dal vestito blu.

-Kristen?- chiese lei interrogativa appena mi vide.

-Come hai scoperto di amare Kasper?- chiesi col fiatone.

Lei sorrise dolcemente e mi accarezzò la guancia.

-Ogni volta che ero con lui sentivo le lucciole nello stomaco, se mi toccava avevo i brividi in tutto il corpo, persino in posti che non sapevo nemmeno potessero esistere e avevo sempre la sua voce e la sue immagine in testa, anche se le ultime due cose sono rimaste- disse lei -ma perchè?-

-Credo di essermi innamorata....- guardai il pavimento sentendomi un'anomala tristezza avvolgermi il corpo.

-Sono davvero contenta per te- ma non diedi peso alla gioia che aveva lei.

-Grazie- dissi per poi girarmi e dirigermi verso la mia camera.

Finalmente lo avevo accettatp.... io mi ero innamorata... di Harry.


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