Capitolo 26

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Sembrava un brutto sogno, un incubo. Com'era possibile che mia madre fosse morta...due giorni fa si rilevò a me ed adesso era morta.
Di scatto mi alzai ed uscii dalla camera quando iniziai a sentire una voce inquietate, risuonare per tutta la casa.

"Oh Sakura...cara dolce Sakura dove sei?"
In quel momento volevo scomparire e non ritornare più, non avevo mai avuto così tanta paura in vita mia, e pure avevo vissuto momenti difficili.
Non sapevo dove andare, cosa fare in quel momento quindi istintivamente rientrai nella camera dove giaceva il corpo di mia madre. La puzza di decomposizione aveva invaso tutta la camera, il corpo era là disteso sul pavimento.
Era violaceo, gli occhi aperti di un color rosso che sembrava che ti seguissero con lo sguardo, gonfio e putrefatto.
Non potevo lasciarlo così se volevo nascondermi, quindi istintivamente presi il corpo tra le braccia e lo rimisi dentro l'armadio.
Ero impregnata di quello l'odore disgusto, ma i miei pensieri vennero distorti quando risentii quella voce che mi richiamava.

-"dolce Sakura dove ti sei nascosta?"

Avevo paura, troppa paura, così tanta paura che non riuscivo a muovermi. Non era solo la paura di morire, ma anche la paura di non poter crescere il mio bambino, di soffrire, di amare, del futuro, del diverso e potrei continuare all'infinito. Vorrei saper affrontare ciò che si prova senza negarlo accettando il fatto che si tratta di qualcosa di insito nel genere umano, qualcosa che serve necessariamente per costruire il nostro mondo, la nostra personalità, il nostro modo unico di stare al mondo, così come le altre emozioni primarie. Dubito sempre molto di chi dice di non avere paura di nulla, la considero un'altissima forma di incoscienza, anche se a dire il vero, l'esatto opposto, ovvero aver timore di tutto, rischia di portare ad avere un atteggiamento chiuso, irrazionale: la paura è sana nella misura in cui ci limita, ci impedisce di andare allo sbaraglio, altrimenti rischia di invadere in maniera negativa la percezione che abbiamo del mondo e delle cose che accadono. In questo caso la paura diventa limitante e non permette di agire e di andare avanti, di evolversi. Non bisogna mai lasciarsi dominare anche perché il nostro corpo reagisce di conseguenza e questo può lasciarci ancora più in balia di ciò che proviamo: accelerazione del battito cardiaco, improvvisa sudorazione e sensazione di panico che non permette di ragionare con chiarezza. Addirittura alle volte il corpo si irrigidisce a tal punto che può arrivare persino alla immobilità - l'essere paralizzati dalla paura. Corpo e mente si preparano insieme ad avere paura a tutti gli effetti ed è importante essere in grado di razionalizzare riconoscendo l'eventuale pericolo o risolvendo il blocco psicologico che ci spinge ad avere paura di ciò che c'è di bello nel mondo, come l'amore, il futuro e tutte le opportunità che la vita stessa ci offre.
Ma ora non era una paura positiva, ma una negativa. La paura di morire, di non poter più vedere i miei amici, di non poter crescere mio figlio e di non poter più vedere Sasuke.

Avevo posato il corpo nell'armadio, e dopo aver chiuso le ante...inizii a sentire la voce sempre più vicina. Non sapevo dove nascondermi, cosa fare...mi nascosi sotto al letto, ma per colpa del pancione mi fu abbastanza difficile.

I passi si facevano sempre più vicini, come la sua voce;
"Dai Sakura, vuoi giocare? Se non esci tu...ti troverò io"

Cercai di mantenere il respiro ma sembrava impossibile.

Spazio autrice
Finalmente sono iniziate le vacanze di Natale, ed adesso ho molto più tempo per scrivere. In questi capitoli si è persa la chiave romantica. Perché non voglio che sia il solito racconto "omg mi hai salvata!1!!1!1!1" quindi spero che questi capitoli più drammatici vi piacciono.

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