Capitolo 32

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Sasuke;
Mi sentivo quasi sollevato, finalmente mia moglie era tornata a casa, ed anche se avevamo vissuto momenti difficili...potevamo superarli...insieme.
Per quella mattinata avevo in programma di portare Sakura a Bristol, per passare finalmente una giornata come marito e moglie.
Intenzionato ad avvisarla per l'imminente viaggio, mi avviai verso la nostra camera.
Ma non trovai nessuno, quella camera era vuota...l'unica cosa che c'era in quel momento era una lettera sul letto...
Non era tanto grande, ma appena la aprii e distesi il foglio riconobbi subito la scrittura, era quella di Sakura.
Ci misi più di mezz'ora ad elaborare cosa fosse successo.
Mi alzai e controllai gli armadi, i cassetti ed il bagno...era tutto sparito...mi aveva lasciato...portando via tutte le sue cose.
Pensavo che dopo tutto quello che le era capitato il nostro rapporto si fosse rafforzato.
Invece non era così...lei mi disprezzava, perché non ero riuscita a salvarla in tempo, perché avevo permesso il suo stupro, perché l'avevo abbandonata mezza nuda sul pavimento, perché per colpa mia aveva perso il bambino.
Io non provavo solo rimorso, ma anche disgusto...nei miei confronti. Come avevo potuto che succedessero tutte queste cose? Perché? Che razza di uomo sono se non riesco neppure a difendere la donna che amo?
Ma tu eri la mia persona. Avevi giurato di rimanere accanto a me per sempre, di esserci in ogni momento, che avremmo condiviso tutte le esperienze della nostra vita insieme. Quando mi abbracciavi dicevi che ti sentivi al sicuro soltanto tra le mie braccia, quando ridevamo dicevi che nessuno ti faceva sentire così bene.
Ma ora mi hai lasciato solo, te ne sei andata, hai cancellato tutto e mi hai lasciato indietro... Perchè? perché hai smesso di volermi bene? perché non hai provato a chiarire, a sistemare le cose quando eravamo ancora in tempo? perché hai lasciato che diventassimo due estranei?
Non puoi dirmi di amarmi e poi andar via, questo non è amore ma vigliaccheria.

Scivolai lentamente in un baratro di disperazione.
I giorni passarono lentamente, un mese poi due...e speravo sempre di più che fosse un brutto sogno. Di svegliarmi accanto a te.
Con il tuo profumo, ma era solo un illusione.
I giorni erano bui sempre più bui.
Erano bui i giorni in cui non ti vedevo.

Eri quello che mi mancava. Eri i sorrisi che spuntano a caso nei momenti in cui non c'è nulla da ridere ma tutto mi ricorda te;eri gli sguardi dolci che vorrei su di me; eri gli abbracci che mi davi, nei quali mi sentivo a casa e non avevo più bisogno di niente. Eri i baci sulle guance che mi davi.

Eri la dolcezza di qualcuno che ama da lontano, di qualcuno che cerca di attirare l'attenzione con i piccoli gesti e che ci riuscirebbe anche solo respirando. Eri tutte le mie attenzioni, tutti i miei sguardi, tutti i miei sorrisi.
Era tutto questo e mi mancavi da morire. Mi mancava ogni sguardo, ogni respiro, ogni sorriso, ogni carezza, ogni attimo in cui anche stare in silenzio bastava, perché averti vicino era il regalo più bello del mondo.
Ed ora che non ci sei più, la mi vita non ha più senso.
Mi mancavi ogni istante di più e ammetterlo fa male, ma non male come non averti qua.
Ho cercato di capire la tua scelta allungo ma non ci riesco. Potevamo superare questo momento insieme, invece hai deciso dì abbandonarmi, di andar via. Voleva superare questo dolore da sola...ma non le permetteró.

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