Capitolo 31

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Sakura;
Non volevo mangiare, non volevo fare niente...il mio unico pensiero andava solo al bambino, il mio amato bambino. Avevo già perso un bambino, ma questa volta era diverso, perché questo bambino aveva superato tanti ostacoli insieme a me ed ora non c'era più.
Non si può, né si deve, fare una scala della sofferenza, perché la sofferenza è soggettiva, appartiene a chi la prova e nessuno può ergersi a giudice quantificandola, ma quando un figlio comincia a crescere nella tua pancia, occupa già tutto lo spazio disponibile nella tua mente oltre che nel tuo ventre.
E più il bimbo cresce, più lo immagini, lo sogni, lo culli e più inevitabilmente si allontana da te la paura di perderlo. Già, la paura...ma non certezza. E anche se credi di tenere conto di questa triste possibilità, quando ti capita non riesci a credere che stia succedendo davvero. E quando lo realizzi fino in fondo ti senti sprofondare e vorresti non esserci, addormentarti almeno per un po' per avere una pausa da quello strazio, quello strappo dal petto e dal cuore. Era una  creatura, è una tua creatura.
Quando Obito mi tirò l'ultimo calcio, sentii il bambino darmi un calcio.
Il mio bambino ha scelto di salutarmi con un calcetto la notte prima di volare via. Non trovo le parole per descrivere il dolore lacerante che ho provato durante quel saluto. Dopo vicende di questo genere ti dicono spesso che sei stata forte. Non è vero, in quei momenti sei fragilissima. E ti senti morire...ma non muori, anche se vorresti. Non sei forte, semplicemente non hai alternativa. Ma sarò eternamente grata al quel bambino per aver avermi donato anche quel ricordo.
Un figlio anche se non nato non lo si dimentica, non lo si può né lo si vuole dimenticare, sarebbe come negare o strappare una parte del nostro corpo. Mio figlio era passato  direttamente dalla mia pancia al cuore.
Ma il momento più straziante fu quando Itachi dovette operarmi per far nascere la bambina....avevo già immaginato quel giorno ma in un altro contesto...
Non riuscivo a muovermi...mi sentivo vuota come se una piccola parte di me fosse morta con me.
Ma il pensiero di tutto quello mi aveva spinto ad andar via.

"Scrivo di getto, col cuore e con la testa, perché è così che mi comporto, io mi butto, ho sempre il coraggio di farlo, senza paura di sbagliare quando sono convinto di fare la cosa giusta, questo significa per me essere Donna, come lo sono stata sempre con te, senza mai fuggire per vigliaccheria, senza giochetti, avendo sempre rispetto, ma anche con fermezza quando ritenevo fosse opportuno.
Il fatto che tu abbia questa lettera in mano significa che uno di noi ha preso la decisione, e probabilmente sono stata io. Non so se saranno le ultime parole che sentirai, o meglio leggerai, da me, conscia del fatto che le parole scritte rimangono per sempre e possono essere rilette in qualsiasi momento. Non ho nessuna pretesa in merito allesito di questa lettera, io non ho nulla da recuperare o da recriminare, non ho rimpianti, sinceramente non cerco nessun esito anche perché credo che la decisione di porre fine a tutto la stia prendendo già nel momento in cui mi siedo a scrivere, posso solo augurarmi, e augurarti, che alla lunga possa capire qualcosa, quello che oggi stai perdendo, ma io non posso più far niente perché te ne renda conto, più volte durante questi giorni ho cercato di fartelo capire, te l'ho proprio palesato, ho detto che avrei avuto pazienza perché davo la giusta importanza alla nostra storia, ma che avrei anche voluto avere dei motivi per continuare ad aspettare. Molte volte con le parole non sono brava, faccio sempre un casino, perchè mi impegno a perorare la mia causa quando credo di essere nel giusto, non perché mi interessi convincere gli altri di qualcosa, e nello specifico non ho mai voluto che ti convincessi con le mie parole, volevo che tutto partisse da te, e cè stato un momento in cui credevo che ciò fosse avvenuto. Ti ho fatto ricredere di molte cose, che riguardavano me, la mia persona e personalità e che riguardavano noi. E ho avuto io stesso la conferma di aver agito nel modo più giusto, nonostante tutto sono convinto di non aver sbagliato, ho inseguito quello che ritenevo giusto, un obiettivo, un sogno, chiamalo come vuoi, è stata una sorta di rincorsa in alcuni momenti, avrò fatto sicuramente degli errori, ma in questa situazione era impossibile non farne, anche per via del mio carattere impulsivo, impulsivo ma sempre vero, mai falso, niente sotterfugi solo verità, nel bene e nel male. Errori, daltronde è impossibile non farne.
Spesso abbiamo parlato di destino, beh il destino guida chi lo segue e chi lo vuol cavalcare ma non fa tutto da solo, non siamo marionette nelle sue mani, io almeno non i sono mai sentito fili attaccati alla schiena, ho sempre avuto le palle per seguire quello che mi indicava o ribellarmi se non mi stava bene ciò che mi poneva di fronte, e sono sicuro che questa stessa mano invisibile per anni ci abbia fatto camminare su percorsi paralleli, percorsi che ci hanno formato e ci hanno portati ad essere pronti al nostro incontro, e ciò avvenisse, perché solo così avremo potuto incontrarci in maniera perfetta e in modo da incastrarci. Io ho capito cosa volevo e cosa potesse essere il meglio per noi, non penso di aver sbagliato quando lho pensato la prima volta e ne sono stato ancora più sicuro quando sia il destino che i nostri comportamenti e decisioni ci hanno rimesso sullo stesso percorso, e ho la pretesa e consapevolezza per poter dire daver capito che io sono quella che fa per te.
E lempatia che ha sempre caratterizzato il nostro rapporto che mi ha colpito, ... quanto è difficile trovare una persona che capisce cosa hai dentro con uno sguardo e quando questa comprensione è reciproca beh hai trovato una delle cose più preziose al mondo. È questa la persona di cui mi sono innamorato, è questa la persona che volevo. Hai detto di avere sempre sentito la mia presenza, non so come tu facessi ma ti posso assicurare che ci sono stati periodi in cui ero molto lontana, anche se mai quanto in questo momento, ora si, sono lontana.

E adesso che tutto è finito cosa rimane? non so tu, ma in me cè tanta amarezza, forse rabbia per l'occasione persa, ma tante, di più non si poteva fare, forse per il troppo affannarmi sono arrivata stanca e logora e a quel punto i sentimenti lasciano lo spazio alla ragione, prendere una decisione è difficile, rimandarla perché non si è sicuri di fare la scelta giusta è straziante ma doveroso.
Lascio tutto con la consapevolezza che stiamo gettando all'aria qualcosa di importante e irripetibile, la più grande occasione che la vita ci ha dato e, sperando che non sia lultima per nessuno dei due, sono sicuro che qualcuno dall'alto, il destino, il caso o chissà, non sia molto felice di vederci sprecare così un miracolo che forse non siamo stati in grado di riconoscere. Non pensare che stia esagerando perché di un miracolo si tratta. Eravamo veramente le due parti di un intero, troppo simili per non combaciare, così diversi da incastrarci alla perfezione.
Non sono io che sto rinunciando a te. Niente è irrecuperabile ma io non posso più far nulla, non ho più io la palla in mano. Credo di aver finito. Un saluto a tuo fratello e tuo padre, che non ho avuto il tempo di dare di persona, a tua madre con cui ho stabilito in brevissimo tempo un rapporto di affinità e complicità difficile da abbandonare. Ti auguro buona fortuna per tutto. Ho sempre creduto in noi.Ma con la perdita del bambino, quel noi si è distolto.
Sasuke ti amerò per sempre."

Con le lacrime agli occhi posai la lettera sul letto e presi le mie valigie. Varcai la porta di casa, per non rientrare mai più.

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