La macchina di Matthew Jackson è la più pulita e profumata che io abbia mai visto in tutta la mia vita.
Mi concentro sul cruscotto in noce, sui sedili in pelle nera, sulle note della canzone che passa alla radio. Tutto questo solo per evitare di pensare alla mano del dottore che è posata sulla mia coscia.
La toglie solo per cambiare le marce, poi torna a poggiarla lì con una disinvoltura disarmante.Io credo di avere le guance viola e mi sento una donna in menopausa con le vampate di calore.
Apro un po’ il finestrino e cerco di prendere aria.
«Hai caldo?», Matt corruga la fronte e morde le sue labbra rosse.
Mi blocco un secondo in più per osservare questo suo gesto e solo quando sorride malizioso mi rendo conto di non avere ancora risposto.
Mio Dio, che figura.
Datti una calmata, Sam.«Ehm, voglio solo prendere una boccata d’aria. Dove stiamo andando?», parlo velocemente e impongo a me stessa di smettere di fare figuracce.
Schiocca la lingua sotto il palato e stringe il manubrio con le sue dita affusolate.
Anche le sue mani sono belle, dannazione.
«Volevo portarti a casa mia», ammette, «Sai, Jess è dai suoi e Mike, il mio coinquilino, dorme dalla sua ragazza».
Deglutisco prima di annuire senza aggiungere altro.A casa sua.
Soli.
No, no, no.
Non posso farcela.«Sicura di star bene?», sembra davvero preoccupato e mi affretto a rispondere mentre parcheggia, «Certo! Sto benissimo. Ti va di fare una passeggiata?».
Boccheggia per qualche istante, poi scende dalla macchina e viene ad aprire il mio sportello.
Una scossa mi provoca la pelle d’oca quando afferra la mia mano, «Entriamo in casa, principessa»
«Va-va bene», fingo disinvoltura, ma le mie gambe tremano.
Perché diavolo mi sento così?Una volta dentro mi concentro sulla grande scala in legno e sulla statua accanto alla porta, quindi mi schiarisco la voce mentre Matthew mi aiuta a togliere la giacca e la sistema sull’appendiabiti.
Ci avviamo in silenzio in direzione della cucina e mi siedo su uno sgabello, «Perché non mi hai cercata in questi giorni?».
La mia domanda sembra coglierlo di sorpresa, le sue spalle si irrigidiscono, «Sono uno specializzando, Samantha, non ho molto tempo», lo dice con un pizzico di arroganza e mordo l’interno della mia guancia prima di rispondere, «Potevi inviarmi un messaggio, dirmi che tra noi va tutto bene dopo la discussione con mio padre o chiedermi come stavo, ad esempio».Apre uno sportello e tira fuori un pacco di biscotti che svuota dentro un contenitore, quindi mi uccide con lo sguardo con i suoi grandi occhi neri, «Tu lo hai fatto, Sam?».
Oh.
Apro la bocca e la richiudo più volte, «Sono io quella che hanno tentato di avvelenare».
La mia risposta lo fa ridere e stringo i pugni.
Adesso ricordo perché non mi stava molto simpatico quando l’ho conosciuto.
La sua arroganza mi innervosisce parecchio.
«E sono io quello che lo ha capito. Hai mai sentito parlare della parolina “grazie” in tutta la tua vita?».
Non posso crederci.
Lo ha detto davvero?
«Mi stai rinfacciando di avermi aiutata?».Serra la mascella e afferra due bicchieri, «Io non sto rinfacciando niente, Samantha! Voglio solo farti capire che non tutto deve ruotare attorno a te. Potevi chiamarmi tu, potevi chiedermi come stavo io, potevi ringraziarmi per aver pensato quasi solo ed esclusivamente a cosa cazzo stava rovinando la tua salute! Ho rubato delle provette di sangue, Samantha, ho rischiato la mia carriera per te e ho ricevuto solo minacce da parte di tuo padre e indifferenza da parte tua! Non una chiamata, un messaggio, un piccione viaggiatore, niente!», le vene del suo collo sono gonfie e le sue guance adesso sono rosse, le sue urla rimbombano ancora nelle mie orecchie e sobbalzo quando un bicchiere si rompe nella sua mano.
Immediatamente del sangue colora le sue dita e mi alzo in fretta, «Oh, mio Dio», cerco di avvicinarmi a lui, ma non me lo concede.
Butta i pezzi di vetro nel lavandino e circonda la sua mano con uno strofinaccio in assoluto silenzio.
Non l’ho mai visto così arrabbiato prima d’ora.
«Matthew», sussurro e muovo un passo verso di lui; fa male quando si allontana ancora ed evita il mio sguardo.
«Mi sono sentito un completo idiota, Samantha. Ho pensato che molto probabilmente tu non provi quello che io provo per te»
«No, Matthew, non è così. Io provo qualcosa per te ed è più che evidente. Scusa se non ti ho chiamato, non pensavo fosse così importante per te».
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UN MARE DI BUGIE || COMPLETA.
RomanceCOMPLETA. ATTENZIONE: questa storia può provocare attacchi improvvisi di ira, ansia e paranoia. State bene attenti, può indurvi a dubitare anche di vostra madre. Conoscerete la storia di Samantha Jersey, una bellissima e ricca ragazza del North Ca...