29. Arsenico.

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Bip. Bip. Bip.
Stringo gli occhi e corrugo la fronte, cercando di capire da dove diavolo proviene questo rumore infernale.
Bip. Bip. Bip.

Sbatto le palpebre e finalmente riesco a mettere a fuoco tutto ciò che mi circonda, quindi le mie labbra si schiudono non appena mi rendo conto di essere in una stanza d'ospedale.
E ti pareva.

Osservo la sedia vuota accanto a me e fisso per qualche istante l'ago infilato nel mio braccio, la flebo e un macchinario che monitora i miei battiti cardiaci.
Sospiro e fisso il tetto bianco.
Arsenico.
Il mio cuore comincia a battere più veloce solo a pensarci.

Chi mi odia a tal punto da tentare di uccidermi?
E che diavolo ci faccio qui?

La porta si apre ed entra Matthew Jackson con i capelli castani del tutto scompigliati.
Appena vede che sono sveglia mi rivolge un sorriso mozzafiato e spero non si noti sul monitor il salto che ha fatto il mio cuore.
«Buongiorno, principessa», mi schiocca un bacio sulla guancia e il suo profumo arriva immediatamente alle mie narici.

Il camice blu che indossa mi fa dimenticare per un istante che nelle mie vene scorre del veleno.
Tira fuori dalla tasca una penna e afferra la cartella clinica che era sul comodino accanto al letto, «Come stai?», i suoi occhi neri mi scrutano a fondo e mi sento in soggezione.
Le mie guance si colorano immediatamente di rosso.
Calma.

«Bene», mi schiarisco la voce e lui corruga la fronte, «Sicura? Sei così rossa»,  sempre dalla tasca estrae un termometro e si avvicina in fretta, «Hai caldo?».
Lo fermo immediatamente e poggio la mia mano sul suo petto per poi spostarla subito, «Sto bene, Matthew».
E adesso si allontana di un passo e annuisce.

«Mal di testa?»
«No».
Morde il suo labbro e scrive qualcosa.
Mi serve aria.
«Nausea?»
«No»
«Vertigini?»
«Ehm, no»
«Impegni per sabato sera?».
Sorrido e lui fa lo stesso.
Il suo naso sottile si arriccia quando lo fa.
Meraviglia.

«Non lo so, sei tu il dottore. Potrò andare via da qui presto?»
«Domani potrai andare via»
«Posso chiederti come sono finita qui?».
Si siede sulla sedia e si avvicina piú a me, quindi posa la cartella e afferra la mia mano, «Sei svenuta quando ti ho detto dell'arsenico», bacia il mio polso prima di continuare a parlare, «Adesso stai bene. In questo momento una medicina sta facendo il suo corso all'interno delle tue vene», fa un cenno col capo in direzione della flebo e annuisco, consapevole del fatto che non starà a raccontarmi i dettagli della cura perché tanto non li capirei.
Ha capito che sono ignorante in materia.
Molto.

«Il tuo è un avvelenamento cronico, Samantha. Ogni giorno hai assunto piccole dosi di arsenico. Tanto quanto basta per provocarti quei mal di testa, la confusione e la nausea».

Le mie mani tremano e deglutisco, sento i miei occhi annebbiarsi.
Ho paura.
«È stato Josh?».
Alla mia domanda lui sospira, «L'arsenico ti ha confusa per un bel po' di tempo, Samantha. Io penso che lui ti abbia rimbambita per fare qualcosa alle tue spalle», parla piano, la sua espressione è molto seria, «O per ingannarti in qualche modo, approfittando della tua debolezza»
«Ma perché?», mi accorgo che la mia voce trema e trattengo le lacrime.
«Non lo so, principessa, ma devi mettere in guardia tuo padre».

Si alza, il suo pomo d'Adamo va su e giù mentre io porto le mani sugli occhi.
Ti odio, Josh.
Ti odio.
«Vuoi che io chiami qualcuno per te?», passa una mano tra i suoi capelli.
Josh, no.
Mio padre, non ora.
Katie é immersa nello studio e si è come volatilizzata da giorni.
Sono sola.
Una lacrima attraversa la mia guancia e il dottore sembra notarlo, quindi si avvicina in fretta e prende il mio viso tra le sue mani.

UN MARE DI BUGIE || COMPLETA. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora