«Non sai ballare!», Matthew urla al mio orecchio mentre io corrugo la fronte.
Siamo al centro della sala in mezzo ad una folla di ubriachi danzanti.
È normale non riuscire a muoversi.
«Beh, nemmeno tu!», rispondo così e lui ride.
Poggia le sue mani sui miei fianchi e si avvicina piú a me, riesco a sentire il suo fiato caldo sul mio collo.
«Stringimi un po'», dice, «Ti faccio vedere come si balla».
Deglutisco e sospiro, a causa della tequila che scorre nelle mie vene sento il mio corpo andare a fuoco, così come le mie guancie in questo momento.
Appoggio le mie mani sulle sue spalle e chiudo gli occhi mentre ci muoviamo insieme, sento solo il suo profumo e la musica nelle mie orecchie.
Le mie tempie pulsano un po', ma sto maledettamente bene e questa non è una cosa positiva.
Matthew Jackson non deve avere questo effetto su di me.
Josh deve, lui no.Deglutisco e mi allontano sotto il suo sguardo confuso, ho un capogiro e traballo un po' sui tacchi prima che lui mi afferri al volo.
Nonostante abbia bevuto più di me, il dottore sembra molto tranquillo.
«Stai male?», chiede subito, i suoi occhi sembrano trapassarmi anche l'anima.
«No, voglio solo prendere una boccata d'aria», detto questo mi avvio a grandi passi verso l'uscita, seguita da lui che si siede sul marciapiede una volta arrivati.
Mi guarda dal basso verso l'alto e mi rivolge un sorrisetto, «Sei cosí bella che fai male».
Ah.
«Una sola parola», mi siedo accanto a lui e ravvivo i miei boccoli, «Fi-»
«Lo so, lo so», mi interrompe, «Fidanzato. Lo ricordo da solo».
E ancora una volta il suo sorriso mi mozza il fiato.
«Ma non cieco», aggiunge.Mi sento tremendamente in imbarazzo e cala il silenzio tra di noi per qualche istante, poi parlo, «Le mie amiche si staranno chiedendo che fine abbia fatto»
«Katie ha visto che eri con me, è tutto okay»
«Come conosci Katie?».
La sua espressione diventa maledettamente seria all'improvviso, aspetta qualche istante prima di rispondere, «Era molto amica di mia sorella».
Strano, Katie non mi ha mai parlato di lei.
«Non lo sono più?»
«No», serra la mascella e non mi guarda.
«Come si chiama tua sorella?»
«Loreinne», ringhia, dunque si alza di scatto e mi fulmina con lo sguardo, «Hai finito con l'interrogatorio?».
Il suo tono è duro e sento dell'astio nella sua voce, «Non volevo infastidirti»
«Beh, lo hai fatto».
Ma tu guarda che stronzo.
«Torno dalle mie amiche», borbotto, «Buona serata»
Sbuffa e afferra il mio polso, «Scusa», sussurra, «Non volevo essere arrogante»
«Torno comunque da Katie», la mia risposta sembra infastidirlo, ma scuote la testa e si sforza di assumere un'espressione rilassata, «Balli ancora un po' con me, prima?».
Ci fissiamo in silenzio per qualche istante e dal suo sorriso posso capire che conosce già la mia risposta.
«Solo un po'»
«Poi ti lascio andare, promesso».****
«Due Hamburger con formaggio piccante e patatine fritte», Matthew sorride alla cameriera e poi punta i suoi occhi scuri nei miei. Ha le guancie leggermente arrossate e i capelli scompigliati.
La sua maglietta grigia con lo scollo largo mette in mostra il suo tatuaggio e mi incanto un attimo a fissarlo.
Abbiamo ballato tanto e bevuto ancora.
Domani devo alzarmi presto per il tirocinio e sono le due del mattino, ma grazie all'alcool in circolo non riesco ancora a preoccuparmi di questo.
Adesso penso solo all' hamburger che sta arrivando.Non so nemmeno come siamo arrivati dentro a questo fast food, ma va bene, non mi importa.
Mi sento così tranquilla.
«Smetti di guardarmi, principessa»
«Sei seduto davanti a me, cosa devo guardare?»
«Mi correggo», sorride furbo, «Smetti di mangiarmi con gli occhi».
Mi strozzo con la mia stessa saliva e sento immediatamente le guancie andare a fuoco, «Ma chi ti caga»
«Samantha Jersey», spalanca la bocca, fingendosi scioccato, «Che volgarità».
Trattengo una risata e mi ritrovo a fissare le piastrelle bianche e nere per evitare di guardarlo, poi mi concentro sui divanetti rossi attorno ai tavoli color noce.
«Tuo padre ti ha raccontato qualcosa?».
La sua domanda mi spiazza.
Non so se dirgli la verità o fingere che mio padre non mi abbia detto nulla sul suo conto.
Decido di mentire.
«Doveva dirmi qualcosa?».
Arriccia le labbra e giocherella con un tovagliolo di carta, «Non lo so, ti ha parlato di qualcosa?»
«A cosa ti riferisci?».
Sta per parlare, ma l'arrivo della cameriera lo interrompe.
Davanti a noi ci sono due hamburger enormi accompagnati da una montagna di patatine.
Io mi fiondo sul mio piatto e Matthew fa lo stesso, la nostra conversazione finisce lì.Ci scambiamo qualche parola durante il nostro spuntino notturno e rido quando Matthew fa cadere della coca cola sui suoi pantaloni.
Mi uccide con lo sguardo e mi lancia una patatina che prendo al volo con la bocca, lui sembra sconvolto.
«Lo hai fatto davvero?», trattiene a stento una risata mentre io mastico la patatina.
Mio padre si divertiva a lanciarmi il cibo da piccola.
Okay, non è una cosa carina, ma ci divertivamo.
Sono troppo forte.
«E allora?»
«Sei un cane da riporto o cosa?», adesso scoppia a ridere e la sua risata mi contagia, dunque rido anch'io e mi sento per un attimo felice.
Spensierata.
Forse di lui posso fidarmi.
Forse.Una volta fuori dal fast food l'aria fresca della notte mi fa rabbrividire e incrocio le mie braccia al petto per sentire meno freddo, il dottore sembra notarlo e subito appoggia la sua giacca sulle mie spalle.
«Grazie»
«Non sia mai venga il raffreddore a Bobby», mi prende in giro e lo fulmino con lo sguardo.
I suoi occhi sotto la luce del lampione sembrano brillare, quindi si guarda intorno e corruga la fronte, «Ma dove cazzo siamo?».
Scoppio a ridere e comincio a camminare, «Sei stato tu a portarmi qui»
«Ne sei sicura?»
«Certo che sono sicura. Siamo venuti a piedi, il locale non sarà molto distante da qui».
Mi segue senza dire una parola e camminiamo in silenzio, le macchine ci passano accanto veloci e sul marciapiede non c'è anima viva.
Stranamente, accanto a lui, mi sento al sicuro.
Come se avessi accanto Superman o chissà quale uomo con straordinari poteri.
Improvvisamente si avvicina a me e passa il suo braccio attorno alle mie spalle, gli lancio un'occhiata confusa e lui mi lascia un bacio sulla guancia.
«Non dire niente, principessa, non dire niente».
E faccio proprio come mi dice.
Camminiamo in silenzio, vicini, mezzi ubriachi e siamo tranquilli.
La nostra tranquillità viene interrotta dall'urlo di un ragazzo e ci giriamo di scatto a vedere cosa sta succedendo all'interno di un vicolo alla nostra destra.Davanti a noi tre ragazzi stanno accerchiando un giovane mal capitato.
Matthew corruga la fronte e socchiude gli occhi.
Per qualche istante fissiamo la scena sconcertati mentre un povero ragazzo viene picchiato.
«Charlie», è l'unica cosa che esce fuori dalle labbra di Matthew, poi si precipita verso il branco.
Mi guardo intorno e soffoco un urlo mentre Matthew salta sulla schiena di uno di loro.Con mani tremanti riesco a prendere il mio cellulare, sto per chiamare la polizia quando una volante si ferma proprio davanti a noi.
Matthew continua a fare a botte, mentre io decido di avvicinarmi per spiegare meglio alla polizia quello che è successo, ma le cose non vanno come credevo.
Due poliziotti con non poca fatica placano la rissa e ammanettano tutti.
Anche me.
Un attimo, cosa?Strabuzzo gli occhi e guardo prima le mie mani ammanettate, poi quelle di Matthew e per finire controllo anche il suo viso.
Il suo labbro sanguina e ha un occhio gonfio, anche lui mi sta fissando senza nessuna espressione sul volto.
«Dovete seguirci alla centrale», dice un agente, «Anche tu, principessa».
A questa affermazione Matthew si lascia sfuggire una risatina, «La principessa è impegnata, agente. Si faccia da parte».
Lui si avvicina al dottore e inarca un sopracciglio, «Significa che passerete la notte nella stessa cella», ringhia, «Adesso muovetevi, sarà una lunga notte».
Trucido Matthew con lo sguardo e cerco di non cadere mentre vengo spintonata dentro la volante, pochi istanti dopo Matthew si siede accanto a me e mi rivolge un sorrisetto, mostrandomi le manette ai suoi polsi.
«Contenta, principessa? Andiamo a farci una gita».
Spalanco la bocca e la richiudo più volte, il mio cervello non ha ancora capito bene quello che sta succedendo.
«Io non posso passare la notte in prigione», sussurro, il mio stomaco è completamente sottosopra.
«Ma ci sono io», mi fa l'occhiolino ed io mi abbandono sul sedile.
Stupida tequila.
Stupida serata tra donne.
Stupida Samantha Jersey.
E ora?HI GUYS!
Come state?
Scusatemi, non sono riuscita ad aggiornare due volte questa settimana.
Infatti volevo comunicarvi che il prossimo aggiornamento avverrà il lunedì.
Se riuscirò ad aggiornare anche in altri giorni ovviamente lo farò.
Ora, parliamo di cose serie.
Le mie domande 😈
Cosa pensate della reazione di Matthew alle domande di Sam?
Non sono carini 'sti due?
Ditemi cosa pensate del capitolo in generale e dei nostri protagonisti.
Se avete ipotesi da giovani Sherlock sparate pure che tanto io leggo tutto, lo sapete.
Un beso.
Buonanotte.
Grazie.
❤️
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UN MARE DI BUGIE || COMPLETA.
RomanceCOMPLETA. ATTENZIONE: questa storia può provocare attacchi improvvisi di ira, ansia e paranoia. State bene attenti, può indurvi a dubitare anche di vostra madre. Conoscerete la storia di Samantha Jersey, una bellissima e ricca ragazza del North Ca...