Ho letto che avete dubbi su Josh, avete dubbi su Katie, ma adesso vi lascio a Matthew Jackson. Ne avrete anche per lui?
Se arrivate alla fine del capitolo vi preparo una torta e ve la porto a casa.
Buona lettura!
****Mi trovo sull'attico del raffinato Charlotte Hotel, sto bevendo un bicchiere di champagne e indosso uno scomodo ma bellissimo tubino in pizzo nero.
È il compleanno di Alison York, una sorta di Paris Hilton del North Carolina che crede di essere la regina Elisabetta.Josh non è venuto: era impegnato.
Lo immagino già mano nella mano con una bellissima Olandese o con una ricca contessa della nobiltà scozzese. Che diavolo combini, Josh?«Samantha», Alison si avvicina a me e la sua voce stridula mi fa venir voglia di metterle un tappo in bocca, «Vieni, facciamo una foto!».
Le metto una mano sulla spalla e fisso il fotografo ufficiale della festa che immortala immediatamente il momento, poi lei va ad importunare altre persone mentre io vado a sostituire il mio bicchiere quasi vuoto con un altro pieno.
Il vento mi scompiglia un po' i capelli e un flash mi fa strizzare gli occhi.
Stupide foto.
Trattengo una risata quando noto che anche i fotografi sono eleganti per gli eventi di Alison York.
Guardo quel povero ragazzo fare delle foto a destra e a sinistra con uno smoking addosso e irrigidisco la schiena quando si avvicina a me.
Ha i capelli castani leggermente scompigliati, la mascella squadrata, la pelle olivastra e due grandi occhi scuri.
Un altro flash. Ma che diavolo?
«Okay», rido, «Direi che per questa sera può bastare».
Si morde il labbro prima di scattarmi un'altra fotografia.
«Grazie, davvero», mi sento in imbarazzo e lui sembra non avere intenzione di smettere di guardarmi.
Si avvicina piú a me ed il suo profumo speziato invade le mie narici, mi ritrovo a riconoscerne la marca.Mi porge la mano, «Matthew Jackson», si presenta, la sua voce è profonda e leggermente rauca, «Ordini superiori: mi è stato detto di fare foto a tutti gli invitati. Poi devo dire che sei una visione, non vorrei fotografare altro», lo dice con così tanta sicurezza che mi fa arrossire.
Ordini superiori. Sì, come no.
Deglutisco e mi schiarisco la voce, mormoro un grazie appena udibile prima di allontanarmi a grandi passi sotto il suo sguardo attento.Mi fermo a parlare con la cugina della festeggiata e all'improvviso un allarme mi fa sobbalzare, i battiti del mio cuore aumentano quasi immediatamente.
La gente corre verso le uscite di emergenza e mi ritrovo a seguire la massa impaurita.
Qualcuno urla che c'è un incendio e dobbiamo subito evacuare l'edificio. Sono nel corridoio, confusa e stordita dal suono della sirena. Un po' nel panico.
Qui comincia per me una serie di sfortunati eventi: prendo una storta e la scarpa decide di abbandonare il mio piede, poi qualcuno la spinge lontano da me. Oh, no.
Nel tentativo di recuperarla vado a sbattere contro un signore e cado a terra, adesso sono quasi tutti più avanti rispetto a me e ne approfitto per strisciare fino alla mia scarpa. Sono quasi riuscita a prenderla, ma il mio corpo viene sollevato da qualcuno con estrema facilità. Riconosco il profumo speziato e sbatto le palpebre più volte quando mi ritrovo tra le braccia muscolose del fotografo.
«È stato doloroso l'impatto col pavimento?», ridacchia.
«Devi fermarti», ignoro la sua simpatica domanda, «Devo salvare la mia Jimmy Choo»
«Cosa?», corruga la fronte e deglutisce guardando un punto davanti a sé.
Sento puzza di bruciato e a malincuore decido che forse è meglio lasciar morire la mia scarpa.
Rimango in silenzio e mi faccio trasportare fino all'uscita. Un uomo della sicurezza ci chiede di attendere in giardino per vedere se c'è qualche ferito o disperso.Matthew mi poggia delicatamente sull'erba fresca e sussulto appena il mio piede tocca il suolo.
Lui assume un'espressione seria, la sua mascella si irrigidisce e si abbassa a controllare la mia caviglia.
Quando la prende tra le mani mi mordo il labbro per non urlare a causa del dolore. Punta i suoi occhi neri nei miei e mi guarda dal basso, poi si alza lasciando scorrere il suo sguardo su tutto il mio corpo.
«Ti sei fatta male», mormora, «Ma è solo una distorsione, tranquilla. Passerà tra qualche giorno»
«Sei un fotografo», borbotto, «Cosa ne puoi sapere tu?».
Inarca un sopracciglio e sul suo viso si fa spazio un'espressione infastidita, «Sono un medico», afferma con arroganza, «Sto cercando di diventarlo, almeno», aggiunge poi a bassa voce.
«Come no»
«Ma tu guarda», sussurra, parla più con se stesso che con me, «Per tua informazione sono uno specializzando del secondo anno. Faccio il fotografo per mantenere i miei studi. Ma cosa ne puoi sapere tu? Si vede che non hai mai lavorato in tutta la tua vita».
Vero.
Non rispondo e questo sembra innervosirlo parecchio. Trattengo un sorrisetto e lo guardo con la coda dell'occhio. Ha un'espressione seria e guarda dritto davanti a sé, i suoi occhi sembrano lanciare fiamme.
Decido di chiamarmi un taxi e quando termino la conversazione noto che mi sta osservando.
Il suo sguardo mi fa sentire un po' a disagio.
«Puoi smettere di fissarmi?»
«Tanto bella quanto stronza», torna a parlare con se stesso.
Che gentile. Decido di non rispondere ancora una volta.
Finalmente il mio taxi arriva e saltello per arrivare alla vettura. Sento Matthew ridere alle mie spalle e mi stupisco nel vedere che con due lunghi passi mi sorpassa e mi apre lo sportello.
Ha un'espressione così odiosa.
«Ci si vede, principessa»
«Spero di no, dottore».Tre giorni dopo la mia caviglia sta meglio, ma è ancora un po' gonfia e sono costretta ad usare delle stampelle. Mi muovo per i corridoi del college e ruoto gli occhi al cielo quando incontro il migliore amico di Josh che mi guarda preoccupato.
«Ehy, Jersey, che diavolo hai combinato?»
«Ciao, Drake. Un incidente domestico».
Sì, come no.
«Hai bisogno di qualcosa? Ti porto in braccio fino a casa?», sorride malizioso, i suoi occhi verdi si illuminano.
«No, grazie. Devo andare, Katie mi sta aspettando», lo saluto con un cenno del capo e cerco di allontanarmi in fretta.
Katie si trova nel parcheggio, è appoggiata alla sua Jeep e mi sorride quando mi vede arrivare.
«Andiamo, Zampa», mi prende in giro e trattengo una risata, «Abbiamo un investigatore privato da incontrare»
«Evita di urlare, per favore», sussurro, «È già imbarazzante così».
Salgo in macchina e mette in moto, «Beh, non è proprio un investigatore privato. È un amico, ti aiuterà».
Annuisco e rimango in silenzio per il resto del viaggio, indecisa se andare davvero avanti con questa questione o meno.
Davvero Josh potrebbe nascondermi qualcosa? Potrebbe tradirmi?Katie ferma la macchina e sospiro quando scendo, ormai che siamo qui...
Ci troviamo davanti ad una grande casa dal tetto blu e le pareti bianche, attraversiamo lentamente il giardino ben curato ed è la mia amica a suonare il campanello.
Mentre aspettiamo che qualcuno venga ad aprirci l'ansia mi assale e mi sento profondamente in colpa.
«Andiamo via, non è giusto. È una cazzata. Josh mi ama», dico.
Katie mi lancia un'occhiataccia, sta per dirmi qualcosa, ma la porta si apre. Schiudo le labbra quando vedo chi è ad aprire.
«E tu che ci fai qui?», quasi urlo.
«Io ci vivo, principessa. Tu invece? ».
Infatti. Cosa ci faccio qui? Sapevo che era una cattiva idea. Lo sapevo.HI GUYS!
VIA AI GUSTI PER LA TORTA!Eccomiiii, ho visto che avete commentato e votato lo scorso capitolo e ho deciso di aggiornare subito, non ce la facevo più ad aspettare. 😂
Allora, COSA NE PENSATE DI MATTHEW JACKSON? CHE RUOLO AVRÀ NELLA STORIA? E soprattutto... TRADITORE O NON TRADITORE? 🙈😏
Fatemi sapere se vi è piaciuto, se non vi è piaciuto e se preferite che ci sia un giorno specifico per postare i capitoli nuovi.
Lasciatemi una stellina e i vostri commenti che mi fanno morire 😂.
Buona giornata! Un bacio. 😙
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UN MARE DI BUGIE || COMPLETA.
RomanceCOMPLETA. ATTENZIONE: questa storia può provocare attacchi improvvisi di ira, ansia e paranoia. State bene attenti, può indurvi a dubitare anche di vostra madre. Conoscerete la storia di Samantha Jersey, una bellissima e ricca ragazza del North Ca...