Capitolo 2

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Giulia's pow

Erano le sette e cinque e da poco era suonata la sveglia, e la mia voglia di alzarmi per andare a scuola era pari a zero. Come sempre. Sentivo le voci dei mie genitori al piano inferiore, pronti per andare a lavoro, ma sorprendentemente anche mia sorella era sveglia e pimpante.. Voleva andare all'ospedale per vedere Niall.. 'Ma come? Non gliel'hanno detto cosa ci ha detto la mamma di Niall, Maura?" Pensai. Mezza assonnata, andai velocemente a sciacquarmi il viso, e scesi sotto. Guardai i miei genitori, e mia sorella, pronta per andare all'ospedale. Capii dagli sguardi dei miei genitori che non riuscirono a dirglielo. "Possibile che debba essere io a dirle le brutte notizie?" Pensai, mentre mi sedetti al tavolo. << Natie.. Ti devo parlare..>> Le dissi, sicuramente mi avrebbe ucciso, capii perchè i miei genitori non vollero dirglielo.. È brutto spegnere la sua felicità, quella poca che aveva.

<< Dimmi tutto, ma sbrigati che devo andare all'ospedale, ho bisogno di vederlo.>> Mi rispose, mentre cercava di versarsi un po' di te nella tazza, ma fu subito aiutata da mia madre.

<< Ecco.. È che non è facile.. Maura, non vuole che tu vai a trovarlo in ospedale... Insomma.. vuole che tu e lui non abbiate più nessun rapporto dopo quello che è successo.>> Le dissi, furono delle parole taglienti, che la tagliarono dentro... Rimase immobile, lasciando cadere la tazza di tè, rompendola.

Natalie's pow

Cosa? Io non potevo più vedere Niall? Perchè faccio così schifo? Perchè è accaduto questo? Mi posi questi interrogativi, che fecero tornare il mal di testa. Lasciai la tazza scivolarmi dalle mani, rimasi impassibile, come un'apatica, che non provava nessuna emozione, ma internamente tutte le emozioni mi stavano corrodendo. Non mi importava di quello che avesse detto sua madre, per quanto potessi tenere a lei, non mi avrebbe impedito di stare con lui una volta che si fosse risvegliato. Nessuno poteva e doveva dividerci, in un modo o nell'altro sarei andata a trovarlo.

Presi il cellulare per comporre un messaggio, ma vidi che il padre di Niall, mi scrisse. " Mi dispiace per quello che ha deciso mia moglie, io non la penso come lei, cercherò di farla ragionare. Intanto stamattina siamo occupati e non possiamo andare all'ospedale, puoi approfittarne per andarci."

"Evvai! Almeno ho suo padre dalla mia parte" pensai. Gli risposi con un semplice ' Grazie' e replicai le mie scuse per quanto accaduto la sera prima. E scrissi a Niall: "Buongiorno amore mio, ti prometto che nessuno potrà dividerci, io ti starò per sempre accanto.. Che cosa strana quella di tua madre.. Da un lato ha ragione.. Ma non può farmi questo.. È passata dal volermi bene come una figlia, ad odiarmi nel peggiore dei modi.. Le dimostrerò che non deve odiarmi.. Ci vediamo tra poco, spero che quando ti risveglierai leggerai tutti questi messaggi." Non appena finii di scrivere, mi misi un paio di scarpe e aspettai che mio padre mi portasse all'ospedale. Tutto il tragitto fu silenzioso, fino a che mio padre mi chiese:<< Certo che sei proprio testarda, e innamorata..>> Rise, e sorrisi anche io. << Posso sembrare una stupida ragazzina di diciassette anni, ma a lui ci tengo più di ogni altra cosa.. Sua madre non mi aiuta, io già mi sento in colpa, lei rincara la dose.. Certo non so il dolore di una madre, a vedere il proprio figlio, appena diciottenne.. Su un lettino d'ospedale, in coma..Ma prendersela con me non cambierà di certo le cose.>> Risposi, le mie parole nei confronti di Maura, mi sembrarono giuste ma anche un po' rudi.. Ma d'altronde era l'amara verità.

<< Hai ragione tesoro.. Ma probabilmente, anzi sicuramente anche io e tua madre avremmo reagito così.>> Replicò, mentre parcheggiava.

<< E allora sappi che avreste sbagliato.. Di grosso..>> Dissi, slegandomi la cintura e andando all'ospedale. Cercai velocemente il reparto di Niall, e la sua stanza la numero '120'. Chiesi a mio padre di stare da sola, e controllarmi il cellulare, così non appena il padre di Niall mi avrebbe scritto, sarei tornata a casa.. Entrai e mi misi vicino a lui, e ricominciai a piangere, era lì, inerte, gli strinsi la mano, quella che come me, lui non aveva rotta. " proverò a gridare, e forse sentirai la mia voce che ti chiama, se vuoi.." Gli cantai la canzone di una celebre cantante Italiana, la canzone che gli cantai sempre.. Io ero di origini Italiane, ma per il lavoro di mio padre, ci trasferimmo a Londra. Anche Niall non era inglese, lui era irlandese, e si trasferii per le stesse motivazioni, da qualche anno. Andammo sempre a scuola insieme, anche al college che attualmente entrambi frequentavamo. Erano quasi passati due anni da quando ci fidanzammo, fu il 15 Dicembre, ricordo quel giorno come se fosse oggi, come se lo rivivessi ogni giorno. Mancavano ancora tre mesi, adesso era il 20 Settembre, e da una settimana Niall aveva compiuto diciotto anni. Mi misi a fissare ogni macchinario, cercando di capirci qualcosa, ma il risultato fu scarso. Mi avvicinai per dargli un bacio sulla fronte, e mi sembrò che mi stesse stringendo la mano. Non volevo illudermi però, forse era il solito ' riflesso involontario'. Ad un tratto entrò un dottore, e mi risvegliai dal mio disordine di pensieri, ammetto che mi spaventai, credetti che fosse la madre di Niall..

<< Buongiorno signorina.. Come stai oggi?>> Mi chiese il dottore, era quello che la sera prima ci aveva 'salvato', guardando dal vetro scorsi mio padre col cellulare in mano, sorrideva.. Chissà cosa stesse leggendo o guardando.. "Forse avrei dovuto metterci la password" pensai, poi mi ricordai che il dottore mi chiese come stessi.

<<Bene, grazie.. Ma lui??>> Chiesi, tornando ad accarezzare i capelli di Niall.

<<Sta meglio di ieri, ma è stazionario..>> Rispose, controllando la cartella clinica.

<< Quando si risveglierà?>> Chiesi, cercando di capirci qualcosa.

<< Non lo so, mi dispiace, ma se continua così, presto, molto presto..>> Aggiunse, volevo che quel presto, diventasse subito...

<< Speriamo prestissimo allora..>> Risposi, tornando a guardare Niall.

<< Da quant'è che state insieme? Tuo padre mi ha detto da un po' di tempo>> Mi chiese, e nella mia testa mi chiesi perchè mio padre non si facesse gli affari suoi..

<< Si, sono due anni a Dicembre.>> Risposi, riaccarezzando la mano di Niall.

<< Mmm allora dai spero che lo potrete festeggiare..>> Mi disse. Questa sua ultima affermazione mi urtò il sistema nervoso, vuol dire che non si sveglierà tanto presto? Che non si sa se si risveglierà? I miei occhi si riempirono di lacrime..

<< Sai, dicono che se parli ad una persona in coma, quest'ultima ascolta.. Comunque adesso vado da altri pazienti, ci si vede..>> Rispose, e nella mia mente pensai che fosse davvero l'ora che se ne andasse. Non per cattiveria, ma già il tempo che potevo passare con lui era poco, poi ci si mettono anche gli altri a scocciare.. Mi riconcentrai sulla figura di Niall, e pensai a quello che mi disse il dottore.. Allora gli raccontai qualche episodio degli anni passati, ma ad un tratto, tornò il mio senso di colpa, più forte di prima.. Riscoppiai in lacrime, e appoggiai la testa sulla sua mano. Ad un tratto sentii la sua mano contrarsi, e alzai la testa, ma la mano fu nuovamente alla posizione iniziale. << Ma.. Allora aveva ragione il dottore, tu mi senti.. Vero?>> Gli dissi, avvicinandomi vicino al suo viso, ma lui restò immobile, come sempre, sentii solamente il suo respiro.

<< La sai una cosa? Quello che piace è sentire la tua voce, anche se è silenzio.>> Continuai a dirgli, lasciandogli un bacio sulla guancia. Non appena finii di dire ciò, mio padre aprii la porta, credo proprio che avesse sentito tutto..

<< Tesoro, mi dispiace dovervi separare ma dobbiamo andare.. Sta per arrivare sua madre.. Dai salutalo e andiamo, ti aspetto qua fuori.>> Mi disse uscendo fuori, e io diedi un bacio in fronte e uno sulla mano a Niall. << Ti amo, ci vediamo presto.>> Detto così uscii e mi avviai alla macchina con mio padre, ma vidi un ragazzo riccio, con gli occhi verde smeraldo che mi fissava.. Quella faccia non mi era nuova, "sarà un parente di Niall.." Pensai, ma era impossibile, avrei saputo chi fosse.. Chi era? Ma sopratutto, perchè mi guardava in quel modo?

From that day it all began..Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora