Natalie's pow
<< Buongiorno amore, è passata una settimana, e io continuo a scriverti.. Ma da parte tua ricevo solo silenzi.. E questo sarà l'ennesimo presumo.. Se tutto va bene stasera vengo a trovarti..>> Scrissi a Niall.. Era passata una settimana dall'incidente, ma niente.. Niall ancora non si era svegliato. Cominciavo a perderci le speranze, ogni giorno piangevo, non riuscivo a fare nulla.. Tra l'altro l'unico modo che avessi per sfogarmi era la danza, ma con il braccio rotto non potevo farla.. E poi continuavo a chiudermi in me stessa, non spicciavo parola con nessuno, neppure con mia sorella, l'unica vera amica che avessi in mezzo a tante false traditrici. Tutti però erano ottimisti, erano convinti che Niall il prima possibile si sarebbe risvegliato, e volevo esserlo anche io, ma una parte di me mi persuadeva a non crederci.. Che il suo risveglio sarebbe stato solo una mia illusione.. I miei pensieri furono distratti da mia sorella che bussò alla porta.
<< Sis, stiamo andando al centro commerciale.. Ti va di venire?>> Mi chiese. Mmm non male come idea.. Mi sarebbe stato utile cambiare un po' aria.. E avrei potuto comprare qualcosa da portare a Niall..
<< Arrivo subito..>> Risposi, indossando un paio di jeans, la felpa che Niall mi regalò, e le converse bianche, il modello alto, ed uscii. L'atmosfera in macchina era piuttosto noiosa, nessuno di noi spicciava parola.. Anche perché sapevano che non avrei risposto a nulla. Infilai le cuffiette nelle orecchie, e chiusi gli occhi ascoltando qualche canzone. La riproduzione casuale, mise la canzone che Niall era solito a dedicarmi e cantarmi, ovvero Little Things del bravissimo Ed Sheeran. Quel ragazzo quando scriveva una canzone, componeva delle vere e proprie poesie, ha una delicatezza e dolcezza nell'esprimere i sentimenti, che poche persone al mondo hanno. Inevitabilmente le lacrime cominciarono a rigarmi il viso, che asciugai immediatamente con le maniche della felpa. Non appena arrivammo al centro commerciale, andammo in un negozio di vestiti. Avevo capito perchè mi avevano portato li, volevano in qualche modo cercare di colmare il mio vuoto interiore con degli oggetti, ma quel vuoto era in grado di colmarlo solo una persona, anzi solo Niall. La mia attenzione si spostò immediatamente sulla maglia della squadra irlandese, che Niall e i suoi famigliari da sempre seguivano. Ebbi subito un'idea, prendere una maglia e fargli scrivere dietro il suo nome.. Presi la maglia, e vidi che i miei genitori si fecero avanti per pagarla, ma avendo portato i miei soldi, la pagai io, ed andai ad una tipografia che era li vicino, mentre mia sorella e i miei genitori andarono al bar per fare colazione. Quando arrivai alla tipografia, feci scrivere "Horan 13", 13 come la data del suo compleanno, pagai e ritornai dai miei famigliari.
<< Allora, che gli hai fatto scrivere?>> Chiese mio padre, allora io presi la maglia e gliela mostrai.
<< Aw ma che cosa bellissima sorellina..>> Rispose mia sorella, non riuscii a trattenere una risata che uscii spontanea... Credo proprio che mi stesse prendendo in giro..
<< No Giu.. Dimmi che c'è di tenero nell'aver scritto il suo cognome.>> Le risposi, ridendo sonoramente, e riponendo la maglia nella busta.
<< Nel gesto di avergliela fatta.. E poi wow ti ho fatto ridere.. Mi sento importante attualmente.>> Mi rispose, in effetti avevo riso dopo tanto.. Mi sembrava proprio una bella giornata.
<< E poi stasera dopo due giorni riesci a rivedere Niall..>> Aggiunse mia madre, che ultimamente mangiava tutto quello che le capitasse davanti.. Il che era abbastanza strano.. E credo di aver capito pure il perchè, ma aspettavo che me lo dicesse lei..
<< Mammaaaa ma ti sbrighi a mangiare? Eddai su dobbiamo andare in quel negozio io e te, senza loro due tra i piedi.>> Disse Giulia, facendomi incuriosire, mentre mio padre era sparito chissà dove.
<< Si arrivo.>> Disse mia madre, finendo di mangiare il suo secondo cornetto. Appena si alzò, sparì insieme a mia sorella in un altro negozio. E io mi trovavo li, tutta sola, a non sapere che fine avessero fatto. Decisi di cominciare a cercare mio padre, e andai in prossimità dei bagni pubblici, magari era li. Dirigendomi verso quest'ultimi vidi la sagoma di un uomo in gioielleria, somigliante a mio padre, sicuramente era lui, dato che parlava con la mia professoressa, la più carina tra tutte le mie.. Decisi di non saltare a conclusioni affrettate, magari stavano solamente parlando allegramente del mio rendimento scolastico.. No, tutte scemenze. Non credo proprio stessero a parlare di me. Nel giro di un'ora ci reincrontrammo tutti in un punto e tornammo a casa. Nel pomeriggio non feci altro che dormire.. Infatti misi la sveglia alle 18:00 per poter andare all'ospedale. Al suono della sveglia mi svegliai di soprassalto, avevo appena fatto un sogno, anzi un incubo, sul quale avrei dovuto indagare. Sognai che mio padre e la mia prof, avessero una relazione extraconiugale, il che mi faceva abbastanza rabbia. Ma quello non era il momento giusto per pensarci, ero già in ritardo per andare in ospedale. Mi rivestii velocemente ed andai a sciacquarmi il viso, correndo verso la macchina ed aspettando mio padre. Come la mattina, ascoltai la musica, immergendomi nei miei pensieri, così come lo era mio padre. Non appena arrivata all'ospedale, corsi immediatamente nella stanza di Niall, lasciandomi chiudere la porta alla spalle.
<< Sera amore, come promesso eccomi qui.>> Gli dissi, lasciandogli un bacio sulla guancia e accarezzandogli la mano.
<< Ti ho portato una cosa..>> Dissi, prendendo la maglia e mettendogliela sulla pancia.
<< Spero ti piaccia, ho fatto mettere il tuo cognome e il numero 13, ho pensato di fartela perché tu sei il mio campione.. Sei il campione che riuscirà a superare questo momento.. Sei il campione che mi ha salvato diverse volte, e che sicuramente continuerà a farlo.. Se il campione che rischia la vita per me.. Sei...>> Continuai a dirgli, ma mi bloccai, la sua mano stava stringendo la mia, e non era un riflesso involontario, gli accarezzai il viso, e lui aprii gli occhi.. Mi guardava spaesato, e io cominciai a piangere, si era risvegliato, quello fu veramente un bel giorno. I nostri sguardi si incontrarono, poi lui si fissò sul mio braccio, si levò la mascherina e mi chiese:
<< C-come s-stai?>> Cercava di recuperare la voce, nessuno può capire quanto mi era mancata la sua voce, finalmente la risentivo, era come una melodia angelica.
<< Io, sto bene amore, tu.. Come stai? Mi hai fatto preoccupare..>> Gli risposi, stringendogli la mano e baciandogli l'angolo della bocca, non volevo fare qualche danno con tutti quei tubi.
<< N-non c-credo c-che t-tu s-stia m-molto b-bene.. N-non s-sono r-riuscito a-a p-proteggerti a-abbastanza s-scusa.>> Mi rispose, come poteva pensare di non avermi protetto abbastanza? C'è andato di mezzo lui, in qualcosa che forse toccava a me..
<< Shh riposati non sforzarti.. Comunque tranquillo, mi hai protetto eccome.. Il braccio passerà tranquillo, guarda che ti ho portato, campione. Mi sei mancato tantissimo.>> Risposi, mostrandogli la maglia, e lui mi sorrise, avrei voluto gridare al mondo la mia felicità, ma l'ospedale non era il luogo adatto.
<<G-grazie m-mille s-sei i-il m-mio a-angelo.>> Mi disse, e io gli ridiedi un bacio, nello stesso punto di prima.
<< Scusa? Tu che ci fai qui? Non ti avevo vietato di vederlo?>> Disse sua madre.
Ci girammo entrambi verso sua madre, avevo messo il silenzioso al cellulare e non l'avevo sentito.. E adesso? Che sarebbe accaduto dopo che lei mi vide con lui? Se avrebbe continuato a proibirmi di vederlo? Ero nei casini.
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Rieccomi ho aggiornato presto stavolta, dato che l'ultima settimana di scuola, sarà sicuramente oberata di lavoro... Per fortuna sta finendo.. Ho anche riaggiornato per farmi perdonare, l'ultimo capitolo che ho scritto era cortissimo ! Al solito se volete, fatemi sapere che ve ne pare, baci. Natie