Un rifugio

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Durante il viaggio parlarono molto su cosa successe a lui, il tempo volò via come niente. Arrivarono in aeroporto, Slate non aveva mai visto nulla di simile: una gran folla che camminava spensierata, alcuni correvano ad abbracciare un familiare e altri piangevano vedendone uno partire. Era come se tutti si fossero dimenticati che un tempo la loro tranquillità era costantemente sotto attacco dei vampiri. Era come se gli stessi vampiri non fossero mai esistiti. Quello era il mondo che Slate avrebbe voluto per il suo territorio e la Comunità: un mondo di pace tra umani e licantropi ma senza vampiri. Desiderava che anche Sef avesse vissuto così a lungo da vedere una cosa simile. Salirono sul jet privato di Taylor e partirono verso Los Angeles. Slate non smetteva di guardare fuori dal finestrino, meravigliato come un bambino.

'Vedo che ti piace molto volare.' disse Taylor sorridendo.

'Non é male, non ci sono ancora abituato. Troppo avanzati per i miei gusti, troppo... lusso.'

'Lo so, tu sei un lupo più terra terra. Ti piace stare tra la gente comune e questo fa onore ad un leader.'

Slate la guardò 'Anche tu sei una leader, perché non stai tra la tua gente?'

Taylor non trovava le parole esatte per spiegare le motivazioni 'Ecco... immagina se la Comunità ti avesse accerchiato, ti chiede in continuazione di stare con loro e di fare loro un autografo. Ogni giorno. Cosa penseresti?'

'Avrei ruggito loro contro, non mi piace quando troppa gente mi sta intorno.' rispose lui.

'Esatto! Per me é lo stesso.'

'Ma per me era diverso, stare intorno all'Alpha era pericoloso. Tu non hai quei pericoli, non ne hai affatto. Perché non stai tra loro anche una volta ogni tanto?'. Taylor non rispose, non aveva più parole. Slate sospirò e riportò lo sguardo fuori dal finestrino 'Come ho già detto, troppo lusso.'

Lei sorrise leggermente 'Non sei cambiato per niente.'

'Ed é meglio così. Non voglio cambiare.'

Intanto Strelitzia girovagava per il jet, osservava quasi colpita dallo sviluppo degli umani. Guardava fuori dal finestrino, osservava i motori del jet, si gettava sui sedili e sorrideva. Ripeté l'azione più volte sedendosi su sedili sempre diversi. Poi si fermò su una sedia e chiuse gli occhi.

'Come fai a lamentarti di tutto questo? Stiamo volando, le sedie sono comodissime, c'é silenzio e servono anche il cibo!' si avvicinò al tavolo e osservò il vassoio di gamberetti 'Loro attirano la mia attenzione, fanno venire la fame che non posso avere!' tentò di afferrarne uno ma la mano gli passò attraverso 'Ecco... magari avessi il corpo.'

Slate si alzò avvicinandosi ai gamberetti, ne prese uno e lo mangiò 'Mhm... non sai che ti perdi.' disse prendendone un altro.

Strelitzia assunse un'espressione infuriata 'La prossima volta sarò io ad uccidere te! Vedremo che faccia farai quando non potrai mangiare neanche una bistecca!'

Taylor sorrideva guardando Slate, avrebbe voluto vedere anche Strelitzia. Arrivarono all'aeroporto di Los Angeles, scesero dal jet e salirono sull'auto. Slate era pronto a vedere la villa lussuosa, con fontane e giardini immensi. Ma Taylor si fermò vicino una modesta casa che si affacciava sulla spiaggia. Questo sorprese molto Slate. Aprirono la porta ed entrarono: la casa non era grande ma nemmeno troppo piccola, era abbastanza grande per tenere una famiglia di quattro membri, il balcone affacciava sulla spiaggia, vi era solo un bagno e il salotto era unito con la cucina. Semplice e per niente sfarzosa.

Taylor chiuse la porta e si avvicinò a Slate 'Ti piace? Nessun lusso, niente gioielli, niente oro o diamanti.' ridacchiò 'Non sono cambiata poi così tanto, no?'

Il suo territorio di caccia 2 [COMPLETA] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora