Capitolo 10

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BEATRICE

L'acqua calda che mi scorre sulla schiena aiuta a sciogliere i nervi tesi del corpo, facendomi rilassare dolcemente. Avevo proprio bisogno di una doccia, e soprattutto avevo bisogno di pensare.

Pensare a quello che avevo fatto la notte scorsa.

Che cazzo mi era passato per la testa? Avrei dovuto sapere che me ne sarei pentita, mi sarei dovuta fermare prima che accadesse tutto quello che è successo.

Mo che je dico?

Questo rovinerà tutto, me lo sento. Poi lui sicuramente non si ricorderà niente, aveva bevuto veramente tanto, come me d'altra parte. Forse l'opzione migliore è far finta di non ricordare, almeno eviteremo situazioni imbarazzanti. Si, farò così, in questo modo non potrà nemmeno confrontarmi sull'accaduto e non ci saranno problemi. Tanto non si ripeterà mai più. E' quello che voglio no? Essergli solo amica.

Un'amica però non sta mezzora a fissarlo mentre dorme sul tuo petto nudo, come se fosse un bambino, pensando a quanta tenerezza e quanta perfezione sono racchiuse in lui.

Chiudo l'acqua nella doccia, ed esco afferando un asciugamano appeso al muro di fianco e inizio ad asciugarmi.

Getto un occhio allo specchio davanti a me, completamente appannato, così una volta asciutta utilizzo l'asciugamano per spannare il vetro.

Ma che cazzo?

La mia mano si porta automaticamente al mio collo, soffermandosi sui segni violacei che marchiano la mia pelle.

Fantastico. Davvero eccellente.

Devo coprirli per forza, perché se Damiano li vede potrebbe ricordarsi qualcosa della notte scorsa e ed era esattamente quello che volevo evitare. Prendo il piccolo astuccio che avevo comprato in via del corso con dentro un mascara, un rossetto e un fondotinta, e con quest'ultimo tento di nascondere i lividi sul collo.

Esco dal bagno e passo davanti alla camera di Damiano. Sta ancora dormendo a pancia in giù, proprio come l'avevo lasciato quando mi ero sfilata da sotto di lui mentre dormiva beatamente sul mio petto.

Entro lentamente, cercando di fare meno rumore possibile e raccolgo i miei vestiti dal pavimento, stando attenta a non dimenticarmi niente, per poi uscire di fretta, ma solo dopo essermi voltata un'ultima volta e aver guardato quel ragazzo che sembrava un angelo, ma che poi di angelico non aveva proprio un bel niente. Se avessi dovuto descriverlo lo avrei paragonato più ad un diavolo.

Mo come mi vesto? Tutti i miei vestiti erano in camera di Jacopo ma lui stava ancora dormendo probabilmente, avrei rischiato di svegliarlo.

Se avessi saputo tenere le gambe chiuse adesso non saresti in questa situazione.

Decido di rischiare, quindi mi dirigo verso la sua camera e facendo silenzio la apro lentamente.

Vedo le coperte alzarsi e abbassarsi in modo costante, così facendo piccoli passi in punta di piedi mi dirigo verso l'armadio, infilo una mano dentro e tiro fuori le prime cose che mi capitano, senza nemmeno guardarle, per poi uscire di fretta e furia.

Quando mi chiudo la porta alle spalle, noto che ho preso dei jeans con un maglione e ringrazio dio di non aver scelto dei pantaloni gialli con una maglione verde, se no avrei dovuto subirmi le domande sul mio abbigliamento.

Dopo essermi vestita vado in cucina e inizio a preparare la colazione, per poi sedermi al tavolo e iniziare a bere il mio tè.

Sto per portarmi la tazza alla bocca quando sento una porta chiudersi e dal rumore dei passi riconosco che è Damiano. Il cuore inizia a battermi velocemente e i miei respiri diventano sempre più corti.

Ok Bea, appena entra devi far finta di niente, come se fosse tutto normale.

"Buongiorno" dice Damiano stroppiciandosi gli occhi. Si è messo un paio di pantaloni della tuta e una maglia a maniche lunghe.

Fa finta di niente e va ai fornelli per prendere la macchina del caffè e prepararsene una tazza.

"Buongiorno" gli rispondo, guardando tutto tranne che lui.

Forse non si ricorda niente. Un senso di delusione si propaga dentro di me, e mi maledico da sola per la mia ipocrisia.

"Hai dormito bene?" mi chiede dopo essersi girato nella mia direzione, scrutandomi con degli occhi strani, quasi indagatori.

"Si certo, tu?" continuo a non guardarlo, ma forse dovrei perché normalmente non mi farei problemi a guardarlo negli occhi, così prendo un respiro profondo e mi giro verso di lui.

"Si si" perché continua a fissarmi così? Oddio non è che ho coperto male i succhiotti e si vedono? 

"Ce semo divertiti ieri sera ve?" a cosa si riferisce mo? A noi? Si ricorda? No, non può essere, era troppo ubriaco e poi non ne parlerebbe così. Probabilmente si riferisce all'uscita a Trastevere.

"Si, i ragazzi sono simpaticissimi, poi adoro Victoria" vedo il suo sguardo farsi più serio e forse un po' deluso, ma non dice niente.

"Che te ricordi?" mi chiede rigirandosi per prendere la caffettiera che ormai era pronta. "Hai bevuto parecchio, de sicuro c'avrai dei vuoti"

Neanche uno Damiano, neanche uno. Mi ricordo perfettamente come mi aggrappavo alla tua schiena mentre mi davi piacere e come tu mettessi la testa nel mio collo, per riempirlo di baci.

"Na cifra" dico ridendo "In pratica non mi ricordo più niente da quando Thomas ha detto che ci avrebbe portato a casa suo cugino" mento spudoratamente, alzandomi per andare a mettere la tazza nel lavandino.

Mi giro verso di lui, dato che sento il suo sguardo addosso, e in fatti mi sta fissando come se stesse andando in oca, senza battere ciglio.

"Davero?" chiede a bassa voce, e mentre mi perdo nella profondità dei suoi occhi, considero la possibilità di dirgli la verità. Che mi ricordo ogni cosa e che vorrei tanto che ricapitasse, perché anche se avevamo bevuto mi aveva fatto sentire come nessuno aveva mai fatto.

  Smettila Beatrice, non rovinare anche questa cosa. Non rovinare il rapporto con questo ragazzo, perché non ti ricapiterà più di trovare una persona come lui.

Se voglio che mi creda devo farmi forza e mentirgli guardandolo dritto negli occhi, così alzo lo sguardo e pianto i miei occhi nei suoi. "Si" dico fermamente "perché?" aggiungo, facendo una faccia spaesata.

Lui rimane in silenzio per qualche secondo, continuando a fissarmi, poi lo vedo fare un piccolo gesto di assenso con la testa, come se stesse parlando con se stesso. "No niente".


DAMIANO

Non si ricordava niente. Avrei dovuto immaginarmelo.

Quando mi sono svegliato, mi è comparso un sorriso da ebete sul volto a pensare a quello che era appena successo.

Non vedevo l'ora di girarmi e guardarla mentre dormiva,.

E invece il letto ero vuoto.

Potevo ancora sentire il suo odore tra le lenzuola, segno che non me l'ero immaginato, ma a sto punto avrei preferito che fosse stato così.

Ma che stai a dì Damià? E' na pischella come le altre, se nun se ricorda meglio così no? Almeno poi continuà a fà quello che te piace e a divertirte, senza dove' dà spiegazioni a nessuno.

Si, allora perche mi sentivo vuoto dentro?

This Is What I Live For - Maneskin (ADULTI)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora