Capitolo 2

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Dopo aver ammesso di non avere un posto dove stare, il tipo con la pelliccia mi dice di alzarmi con un tono di voce serio, cosi serio che quasi mi spaventa.

Stavo cercando di capire che cosa volesse da me e perché voleva che ami alzassi. Lo guardo negli occhi prima di fare come mi ha chiesto.

Lui allunga la mano per aiutarmi ma non la prendo, alzandomi da sola.

Appena mi metto di fronte a lui, alzo lo sguardo per vedere bene la sua faccia. Era di poco più alto di me, forse 2 o 3 cm.

I suoi occhi diventano più dolci appena incontrano i miei.

Faccio un passo indietro e distolgo lo sguardo dal suo viso, che tra l'altro è perfetto, dato che probabilmente ora sarò rossa come il fuoco.

"Che c'hai fame?" Mi chiede cercando di rifare contatto visivo con me. Lo guardo in fretta per poi riconcentrarmi sulle mie all star nere, che hanno fin troppi buchi.

"Non ho soldi" dico tristemente, girando il viso lontano dal suo. Inizio a camminare, allontanandomi da lui, non voglio problemi.

Pelliccia boy però, cammina fino a raggiungermi, per poi piazzarsi davanti a me e camminare all'indietro, in modo da guardarmi, senza far mancare il sorrisetto che mi ha rivolto anche prima.

Anvedi questo oh, ma che vole? Che poi che cazzo c'ha da sorride?

"Ce li ho io sordi, vieni a fa colazione con me. Va bene?" Era più un affermazione che una domanda.

Si sentiva che era di Roma, ed era chiaro che non era abituato a parlare italiano, ma che utilizzasse sempre il dialetto. Un po' come me, anche se io cerco sempre di parlare nel modo più chiaro possibile.

"Non so, non voglio esse un peso. E poi perché vuoi fa colazione con me?" Gli chiedo.

"Sto solo cercando de dà na mano. E poi sembri na brava persona" dice facendomi l'occhiolino.

Inizio a pensare se mi convenga andare a fare colazione con uno sconosciuto.

Fame, avevo fame...

Il ragazzo stava ancora camminando all'indietro, aspettando una mia risposta, quando ad un tratto inciampa su un ciottolo e perde l'equilibrio, facendomi ridere.

"Stai bene?" Gli chiedo cercando di non ridere.

Lui si alza, mettendosi a posto la pelliccia, con un sorriso sul volto.

Aveva proprio un bel sorriso, uno di quelli che ti ritornano in mente in momenti in cui stai facendo tutt'altro. Era proprio strano, sembrava il classico donnaiolo. Quel tipo di sorriso lo conosco bene, e direi che è pure eccentrico, considerando come si veste.

"Vedi, me fai già perde a testa" dice sorridendo.

Quel commento mi fa ridere, ma allo stesso tempo mi preoccupa. Perché uno come lui dovrebbe voler anche solo parlare con una come me? Voleva solo divertirsi un po'? Magari portandomi a letto.

Non lo so, ma sti cazzi avevo na fame che non capivo più niente.

"Dai vieni con me, andiamo a mangià qualcosa"

"Vabbe dai, andiamo" gli dico, spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Continuiamo a camminare in silenzio, e stavolta lui è di fianco a me. Ogni tanto mi guarda, e io come risposta gli lancio un occhiata veloce . So che stava cercando di capirmi, di studiarmi, ma come biasimarlo, alla fine rimanevo una sporca barbona, era lecito farsi delle domande.

Arriviamo in un piccolo bar qualche minuto dopo.

Il ragazzo mi apre la porta, per poi girarsi verso di me.

"Non so nemmeno come te chiami. De solito se chiede prima de n'appuntamento"

Mi lascio scappare un risolino, forse per la tensione.

"Beatrice" gli dico, cercando di non dar peso a quello che aveva appena detto.

"Ah come quella de Dante" dice sorridendo, poi allunga la mano verso di me e dopo aver afferrato la mia, la stringe "Io so Damiano."

This Is What I Live For - Maneskin (ADULTI)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora