Capitolo 13

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"Bea aspetta!" sento la voce di Alessandro provenire da dietro di me, mi volto mentre continuo a camminare verso la fermata dell'autobus, dato che perderlo non sarebbe il modo migliore per finire la giornata.

Lo vedo correre nella mia direzione, finche non riesce a raggiungermi "Cosa fai scappi?" mi chiede sorridendo. "No è che non voglio perdere l'autobus" rispondo secca. Non voglio fare conversazione con lui, non voglio neanche che mi stia attorno, considerando che quando succede o mi fa incazzare o finisce col farmi litigare con Damiano.

"Ma ti do un passaggio io, che problema c'è?" dice afferrandomi il poso per farmi fermare. Con un movimento brusco mi libero, e ricomincio a camminare "no grazie".

"Dai, è buio e non mi piace l'idea che tu vada in giro da sola di notte" Sapesse come ho passato l'ultimo periodo della mia vita.

"Ho detto di no" arrivo alla fermata e controllo l'orologio per vedere se sono in tempo. Mi cade l'occhio sugli orari appesi alla pensilina e non voglio crede a quello che ho davanti agli occhi.

"I SERVIZI DI TRASPORTO SARANNO SOSPESI NEI GIORNI 14-15/04/2017 PER SCIOPERO"

Cazzo.

E adesso? Non posso farmela a piedi, è troppo lontano ci metterei delle ore e sono stanca morta.

Potrei chiamare Damiano e chiedergli di venirmi a prendere, ma è mezzanotte passata e mi dispiacerebbe farlo uscire a quest ora.

Mi volto verso Alessandro che sta guardando l'avviso, e vedo un sorrisetto compiaciuto formarsi sul suo viso.

"Vieni?" mi chiede offrendomi la mano. "Muoviti" rispondo, iniziando a camminare nel verso opposto, sbattendo contro la sua mano di proposito, senza afferrarla.


Dopo cinque minuti di camminata arriviamo alla sua macchina e appena la apre, mi fiondo dentro. Non vedo l'ora di arrivare a casa e mettermi sul divano con Damiano e parlare di tutto e niente.

"Vivi sempre la?" mi chiede dopo aver messo in moto. Spero me l'abbia chiesto solo per la strada da fare e non perchè volesse sapere se abito ancora con Damiano.

"Si certo, perchè?" "No, così" risponde facendo finta di niente.

"Da quanto vivi con lui?" Ecco che inizia a fare domande che non ha alcun diritto di fare.

Mi sono sempre chiesta con che coraggio si facesse vedere. Mi ha fatto stare più male lui che tutte le persone che ho conosciuto messe insieme. Mi ricorderò sempre quando ho scoperto di tutte le corna che mi aveva fatto, mi ero sentita così piccola, così insignificante, così 'non abbastanza'.

Mi screditavo da sola e davo la colpa a me stessa. Quanto potevo essere stupida? 

"Qualche mese" dico, girando la testa e guardando fuori dal finestrino.

"E da quanto ci stai insieme?" Ah quindi pensava fosse il mio ragazzo? Che ns'è fatto du domande quando l'ha visto tornà a casa co una, l'ultima volta che m'ha portato a casa?

Sto per rispondergli che non stavamo insieme, ma poi ho pensato che se avessi detto così, forse l'avrebbe preso come un via libera per provarci, e io non potevo proprio permettere che questo coglione mi stesse attaccato al culo da mattina a sera. 

"Qualche mese" rispondo come prima, fredda e distaccata, sperando che questa bugia non mi si ritorca contro.

Non sentendo una risposta da parte sua, mi giro verso di lui per vederlo stringere la mascella e la presa attorno al volante. 

This Is What I Live For - Maneskin (ADULTI)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora