Capitolo 8

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AUTHOR'S NOTE:
Volevo ringraziare tutti quelli che stanno leggendo, votando e commentando la mia storia. Non sapete quanto mi fa piacere!
Preparatevi psicologicamente al prossimo capitolo, non dico altro😏







Dopo quello che è successo ieri con Alessandro Damiano mi ha fatto il terzo grado su di lui, ha voluto sapere ogni cosa e da un lato lo capisco dato che si era ritrovato con gli occhi di uno sconosciuto piantati su di lui ( e su di me) per dieci minuti, ma dall'altro non volevo parlare di Ale, non volevo dargli quell'importanza che non aveva.

Quando mi sono svegliata stamattina, Damiano non era in casa, ma ha lasciato un biglietto scritto con una calligrafia disordinata ma chiara.

'Ti sto facendo una sorpresa, quanto sono fantastico?
Torno il prima possibile.
Un bacio'

Inutile dire che avevo iniziato a sorridere come un ebete quando l'avevo letto.

Ormai era mezzogiorno e lui non era ancora tornato, così decido di iniziare a cucinare qualcosa, almeno quando tornerà troverà tutto già pronto.

Vado in cucina e analizzo il contenuto del frigo.
Non c'è molto, però mi adatto e tento di fare una torta salata veloce.

Dopo dieci minuti tra tagliare verdure e capire come si aprono le confezioni, riesco ad infornare. Io e la cucina siamo proprio due cose opposte, nei miei lunghi 19 anni di vita sono riuscita a far bruciare un uovo sodo, quindi da quella volta mi sono messa il cuore in pace.

Intanto che aspetto che cuocia, decido di guardare un po' di Tv, così esco dalla cucina per andare in salotto, ma in quel momento la porta si apre ed entra un ragazzo che non avevo mai visto prima.

È molto più alto di me, ha lo stesso taglio di capelli di Damiano ma a differenza sua li tieni legati e devo dire che tra i due c'è una certa somiglianza.

Oddio ma è suo fratello! Mo che glie dico?

Appena mi vede fa un salto, spaventato e mi fissa per qualche secondo.
Mi devo presentare io, se no qua stiamo a fa' le belle statuine per n'artro po'.
"Ciao! Io sono Beatrice" gli dico andando verso di lui e allungando la mano.
Il fratello di Damiano mi guarda con fare dubbioso, ma poi prende la mia mano e la stringe. "Jacopo"
Lui continua a fissarmi e io imbarazzata sposto lo sguardo per tutta la sala.
"Non pe' esse scortese eh, ma che ce stai a fa in casa mia?" Mi chiede aggrottando le sopracciglia.
In tutto questo la porta era rimasta aperta e l'aria fredda di Marzo stava entrando in casa.
"Se ti dico che ci vivo sbrocchi?" Gli chiedo cauta.
"Che vor dì che ce vivi?!" Ecco appunto.
"Che ce vivo. Damiano mi ha detto che potevo stare qua" Gli rispondo guardandolo in faccia.
Il suo volto aveva così tante emozioni che era difficle riconoscerle tutte.
"Ma che sei una de quelle che scopa?" Mi chiede a bassa voce, quasi si vergognasse a farmi questa domanda.
Così Damiano era uno molto... come dire, attivo?
Un po' l'avevo capito ma non ne ero sicura.
Faccio una leggera risata nervosa poi gli rispondo "No, no, siamo solo amici"
In quel momento dalla porta già aperta entra sior David in persona.
Appena vede Jacopo lo abbraccia e gli fa un sorriso grande quasi quanto tutt'a la sua faccia," Ao a sfigato, era ora che tornassi"  gli dice battendogli la mano sulla spalla. "Che hai frignato senza de me fratellì?" Gli dice il fratello ridendo.
Ora che li vedo insieme, posso dire che hanno molte somiglianze.
"Non credo proprio, hai visto con chi sto? C'ho poco da frignà co'una cosi" dice Damiano, indicandomi con la testa e sorridendomi, facendomi sorridere in risposta.
"Eh si ho visto, ma me poi spiegà che sta a succede?" Gli chiede Jacopo, così Damiano gli dice che gli avrebbe spiegato tutto dopo e che ora lo avrebbe aiutato a portare la roba in camera sua.
Ah cazzo devo spostare le mie cose.
Probabilmente sul fratello mi odia, ho colonizzato la sua camera come non ci fosse un domani.




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