Capitolo 12

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AUTHOR'S NOTE:
Il capitolo non è molto lungo ma è un periodo dove ho zero tempo, quindi appena riesco cerco di scrivere qualcosa e pubblicarlo, spero comunque che vi piaccia 😘





Fa caldissimo stamattina, ma che è? Siamo ad aprile non ad agosto.

Apro gli occhi e mi ritrovo Damiano con metà corpo sul mio, che dorme serenamente con ancora tutti i vestiti di ieri addosso.
Flash back di ieri sera iniziano a tornarmi in mente, e con loro, ansia e preoccupazione.

Avevo ammesso di ricordare tutto, quindi ora che si fa? Ammesso che lui si ricordi del discorso di ieri sera perché anche se ha detto che non era più ubriaco come all'inizio, era comunque abbastanza fuori di testa.

Faccio quello che non mi ero permessa di fare l'ultima volta che mi sono svegliata in circostanze simili, ossia gli passo una mano tra i capelli mentre dorme, per poi scendere sulla guancia e sfiorargli le labbra con i polpastrelli.

È così bello che fa male.

Ritiro la mano per paura di averlo svegliato quando inizia a muoversi lentamente, e poco dopo vedo due pozzanghere scure guardarmi in faccia.
Ti prego fa che si ricordi, come gli spiego che è nel mio letto se no?

"Ciao" mi dice continuando a fissarmi, senza mai distogliere lo sguardo.
"Ehi" sussurro, facendo un mezzo sorriso sincero misto ansia.
Lui si stropiccia gli occhi, e dio quanto mi era mancato vederglielo fare, poi si mette a pancia in su, sollevandosi dalla parte sinistra del mio corpo.
"Ti ricordi di ieri sera?" Gli chiedo speranzosa, guardando il soffitto.
"Certo che me ricordo, te l'ho detto non ero così ubriaco" sento un'onda di sollievo attraversarmi tutto il corpo, e finalmente faccio un sorriso sincero guardandolo.
"Eri serio quando hai detto quelle cose? Che mi aspetterai sempre?" "Si".
Mi bastava.
È inutile fare la forte donna indipendente che non ha bisogno di nessuno.
Io di lui avevo bisogno. E questo non significa si certo non essere forti, anzi la forza sta nell'ammettere di aver bisogno di un altra persona.
"Perché te portavi a casa tutte quelle donne?" "Volevo smetterla di pensa' a te per almeno mezz'ora" voglio credergli ma è così difficle. Ho sempre sofferto nelle relazioni e non solo amorose ma anche d'amicizia, perché mi legavo in fretta e poi venivo scaricata alla prima occasione buona. "E poi io sono sempre stato così, e avevo paura perché da quando te avevo conosciuta non avevo più avuto nessuna e n'sapevo cosa fa'" ammette a bassa, senza mai distogliere lo sguardo.
"Non mi fare male Damiano, non potrei sopportarlo" Non sparire come tutti.
"Te proteggerò sempre, non te farò mai del male" le sue parole insieme alla sua mano che ora aveva raggiunto la mia guancia e la stava accarezzando, mi hanno dato la botta finale.
Ormai non si torna indietro.
Qualsiasi cosa accada, da questo momento in poi, non potrò più scordarmi di lui.

Non gli rispondo, ma lo abbraccio fortissimo, mettendo in quell'abbraccio tutta la forza che ho, con la speranza che capisca che se dovessi perdere anche lui, perderei quel briciolo di sanità che mi è rimasta.

"Mo annamo a fa' colazione che sto a morì de fame" dice ridendo, pizzicandomi il fianco.
Emetto una leggera risata e mi stacco da lui, dopo averlo guardato negli occhi e avergli dato un leggero bacio sulla guancia.
Avrei voluto vedere la sua reazione, dato che non se lo aspettava considerando che si era irrigidito.

Mi alzo e faccio per uscire dalla camera ma noto che lui è rimasto a letto a fissarmi "che non vieni?"








"Ma quindi mo che siete? C'è state insieme, siete amici, scopate? N'se capisce n'cazzo co voi due oh"  avevo appena finito di spiegare a Vic cos'era successo con Damiano, dato che mi era venuta a trovare all'Out, durante il mio turno.
"Amici credo, nel senso non abbiamo parlato di fidanzamento o cose così" le dico continuando a pulire il bancone.
"Se amici de sto cazzo, maddai è palese che ve volete" "Va be ma che c'entra, che poi lui n'me vole Vic" dico scuotendo la testa.
"Mi fa un caffè per favore" mi chiede un cliente.
"Si subito" inizio a trafficare con la macchina del caffè mentre Victoria continua il discorso. "Ma che me stai a perculá Beatrì? Te vole più lui che tutti l'omini de Roma" "Ma non è vero, lui me considera n'amica" prendo la tazzina e la metto davanti al signore di mezz'età. "Se n'amica che se vorrebbe scopà però" dice alzando gli occhi al cielo.
L'uomo al bancone inizia a tossire pesantemente, facendomi diventare rossa. "Scusi eh, ma secondo lei, se due ragazzi vivono insieme, stanno insieme quasi tutto er giorno, non smettono de parlà l'uno dell'altra e hanno pure fatto 'e cose zozze, sono solo amici?' Chiede Vic all'uomo girandosi sullo sgabello verso di lui.

Oh dio Vic.

L'uomo la guarda, poi guarda me e poi di nuovo lei "Be con mi mojie è inizia così" dice ridendo a grattandosi la barba.
"Visto?!" Mi dice la bionda alzando le braccia.
Gesù.

This Is What I Live For - Maneskin (ADULTI)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora