Capitolo 4

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AUTHOR'S NOTE:
Allora, dato che sono all'inizio della storia cerco di aggiornare il più possibile perché voglio che vi facciate un idea di quello che scrivo, quindi eccovi un altro capitolo, spero vi piaccia! IL PROSSIMO CAPITOLO USCIRÀ SE QUESTO RAGGIUNGERÀ DEI VOTI, dato che se non vi piace la storia è inutile che la continui. Un bacio

Damiano mi cammina di fianco mentre andiamo a casa sua, e non posso fare a meno di notare che è sicuro di se perfino modo in cui cammina.

"Grazie per la colazione" gli dico lanciandogli un piccolo sorriso. Inutile dire che aveva pagato lui.
"Figurate" mi risponde sorridendo.

Continuiamo a camminare per altri 5 minuti, fino a che decido di rompere il silenzio.
"Dove abiti?" Gli chiedo per fare conversazione.
"Sto qua a 200 metri, vivo con i miei genitori ma so assistenti de volo quindi nun ce stanno mai," dice guardandomi, ma a differenza di quello che mi aspettavo non noto nemmeno un velo di tristezza nei suoi occhi.
Be alla fine deve essere bello avere una casa tutta per se senza non doversi preoccupare delle spese.

"Quindi vivi solo in pratica? E non ti mancano?"
"Ogni tanto si però non ce penso più de tanto, ce sentiamo tutti i giorni" dice accendendosi una sigaretta.

Ha proprio delle belle labbra.
Beatrì per cortesia eh. Nun inizià.

"Comunque no, non vivo da solo, ce sta pure mi fratello però lui studia fori quindi sta a casa solo nel fine settimana"

Mentre finisce la frase lo vedo tirare fuori le chiavi di casa, segno che siamo vicini. E infatti dopo 5 secondi si avvicina ad un portone di una casetta a schiera, molto curata con dei bellissimi fiori in giardino.
Diciamo che i soldi non gli mancavano.

Damiano apre la porta e la tiene aperta per farmi passare. "Grazie" dico a bassa voce.
Mi pulisco i piedi sullo zerbino ed entro in casa.

Si, i soldi sono l'ultimo dei suoi problemi. Beato lui.

La casa era molto bella, non aveva mobili super lussuosi ma era molto moderna e ordinata, ma allo stesso tempo aveva un non so che di semplice, era come se si sentisse lo spirito della famiglia.

"Hai una casa molto bella" gli dico sorridendo.
"Grazie, mia madre ci tiene molto" dice togliendosi la pelliccia leopardata e permettendomi di vedere un po' meglio il suo corpo.

Era magro, con dei lineamenti molto belli e particolari, con uno stile assurdo ma che stavo iniziando ad apprezzare più del dovuto.
Prima non me ne ero accorta ma ha molti anelli dorati con grosse pietre sopra, è 4 orecchini.
Lo stile non gli manca, poco ma sicuro.

" vieni ti faccio vedere dove sta la doccia" mi dice prendendomi per mano e portandomi in una stanza sulla destra della casa.
"Allora li ci sta lo shampoo e il sapone, mo te vado a prende n'asciugamano e dei miei vestiti così te poi mette qualcosa de pulito" dice indicando prima I boccetti sullo scaffale e poi qualcosa alle sue spalle.

" grazie Damiano, ma non c'è bisogno che me dai i tuoi vestiti, poi non potrei lavarteli e restituirteli" gli dico abbassando lo sguardo.
Inaspettatamente sento due dita sotto al mio mento, che mi alzano la testa, in modo da obbligarmi a guardarlo negli occhi.

"Ma che credevi che te avrei lasciato tornà sotto n'ponte? Stai qua finché non trovamo na soluzione." Mi dice sorridendo.

In questi momenti non si sa mai cosa fare.
Nel senso, conosco questo ragazzo da neanche mezza mattina e mi ha già offerto la colazione, una doccia e mo vuole pure offrirmi casa sua.
Alcuni penserebbero che sia un angelo sceso in terra ad aiutarmi, ma io che nella mia vita di fregature ne ho prese anche troppe, non la penso così.
È tutto troppo strano. È surreale. Nessuno si sarebbe comportato così.

"Non so cosa dire, grazie mille, ma non posso accettare" gli dico togliendoli la mano da sotto il mio mento.
Il suo sorriso si spegne un po', ma non rinuncia "non fa finta de non voler rimanere. Te vojo aiutà Beatrì, te l'ho già detto"

"Si ma perché me voi aiutà? Nun me conosci Damiano" gli dico iniziando ad alzare la voce. Ecco che rovino tutto, come al solito, incazzandomi con persone che di fatto non c'entrano niente. È solo che avevo paura di essere presa per il culo.

"Lo so che nun te conosco, e nun lo so manco io perché te sto ad aiutà, infatti nun c'è sto a capì n'cazzo fidate. Te ho visto e me so ritrovato a parlatte senza accorgermene." Ora sta alzando la voce pure lui, e una piccola parte di me lo trova ancora più bella quando si incazza.
Madò Bea ripijiate.

"È solo che mi sembra strano, non sto dicendo che tu abbia doppi fini o cose così, però è strano. Fine." Gli dico cercando di calmarmi.

Lui si passa una mano tra i capelli, poi mi guarda per qualche secondo "famo na cosa, mo te porto dei vestiti e te lavi, dopo ne riparliamo ok?"
Forse era l'idea migliore, non volevo urlare con lui anche perché non se lo meritava, alla fine non so come stiamo le cose, devo smetterla di pensare sempre male.
"Ok" gli dico guardandolo negli occhi e sospirando mentre lui esce dalla porta, lasciandomi sola.

This Is What I Live For - Maneskin (ADULTI)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora